Canto VI Inferno: tema
Canto VI Inferno: tema con riassunto del sesto canto dell'Inferno. Traccia tema: Ciacco individua i tre mali di Firenze: superbia, invidia e avarizia. Quale dei tre nell'opera appare più temibile e cause della degenerazione dei costumi? E tu oggi cosa ne pensi? (1 pagine formato doc)
CANTO VI INFERNO: TEMA
Nel canto VI dell’ Inferno Ciacco individua i tre mali di Firenze: superbia, invidia e avarizia.
Quale dei tre nell’opera appare più temibile e cause della degenerazione dei costumi? E tu oggi cosa ne pensi?
Dante nel canto VI incontra Ciacco, un personaggio pubblicamente noto a Firenze per il vizio della gola. Nella discussione tra i due vengono rievocati gli ambienti fiorentini contemporanei e, a partire da questi, si vengono a sviluppare il tema politico e quello morale.
Riguardo al tema politico Dante affida a un fiorentino il compito di esprimere il personale giudizio sulle vicende politiche della città mal governata, corrotta e divisa tra le due fazioni.
Inferno: gironi e struttura | Canto 1: analisi, parafrasi, figure retoriche | Canto 2: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 3: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 5: parafrasi, commento e figure retoriche del canto di Paolo e Francesca | Canto 6: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 10: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 13: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 22: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 26: testo, parafrasi e figure retoriche del Canto di Ulisse | Canto 33: testo, parafrasi e figure retoriche |
CANTO 6 INFERNO RIASSUNTO
Quando Dante chiede a Ciacco i motivi di tanta discordia, questi verranno indicati nella superbia, invidia e avarizia degli abitanti e quindi si introduce il tema morale. Tre vizi portano la città alla rovina sociale: la superbia del dominio, l’invidia tra i potenti, l’avarizia mercantile.
Soprattutto l’ultimo dei tre vizi è quello che Dante ritiene più terribile e che l’abbiamo già trovato assieme alla vizio della superbia nel primo canto della Commedia, simboleggiata dalla Lupa.
Questo per farci riflettere come questo vizio sia il più diffuso tra gli uomini, che sono attratti dai beni materiali in maniera ossessiva annullando ogni desiderio per le cose dello spirito.
Esso è sempre stato presente in tutta la storia perché caratteristica umana.
Il primo scheletro che gli archeologi scoprirono fra le rovine vulcaniche della città di Pompei presentava una mano che teneva stretto un pugno di monete d’argento. Queste erano scivolate via tintinnando, da quella mano scheletrita, mentre gli archeologi la dissotterravano. Un uomo, in pericolo di morte, sotto un’eruzione vulcanica che si aggrappa al proprio denaro? Il denaro l’avrebbe salvato?
Anche oggi nella nostra società, nel decennio definito “dell’ingordigia e dell’egoismo” questo vizio è presente.
Canto 6 Inferno: figure retoriche e analisi del testo
CANTO VI INFERNO ANALISI
Nei casi più generali possiamo riflettere in campo mondiale. Noi stiamo assistendo ad un era in cui una parte del mondo gode di tante risorse, di tante forze, di tante armi, che può governare, se non addirittura schiacciare, l'80°% dell'umanità, che invece può usufruire soltanto di pochissime risorse.
Se andiamo più nel caso specifico possiamo notare che in quest’era del consumismo, siamo attratti da moltissime oggetti, in larga parte persuasi dalla pubblicità che ci spinge a comprarli, cerchiamo sempre di averne molti e nuovi, e talvolta non li usiamo neanche e vengono dimenticati, siamo attratti dal lusso, e dalle persone ricche e famose che vengono rappresentate sempre felici. Noi che siamo sempre alla ricerca di una vera felicità e tranquillità dello spirito siamo deviati dalla società che ci spinge in maniera molto oppressiva a scegliere dei canoni di vita e idee già decise.