Scienza: amica o nemica?

Saggio breve sul rapporto tra scienza e uomo con consderazioni personali sull'argomento (1 pagine formato doc)

Appunto di adm90music
Ciò che distingue l'uomo dall'animale, si sa, è l'intelligenza.
Ma intelligenza è anche sinonimo di capacità di comprendere, e ciò che scopriamo grazie ad essa, cela mille altri misteri da svelare e quesiti che necessitano di una risposta.
L'uomo è curioso, deve sapere, vuole avere il potere su ogni cosa, ed il potere si ha solo con la conoscenza. Così, quando l'uomo non tollerò più di essere al secondo posto dopo il suo Dio, inventò la scienza, fonte di ogni sapere, strumento di potere.

Ma davvero la scienza è l'unica via verso la conoscenza? E' davvero in grado di spiegarci tutto ciò che ci circonda, quello che siamo ed il nostro destino? C'è da dire che la scienza ha svelato molti misteri che fino al secolo scorso si credevano irrisolvibili, ha migliorato lo stile di vita dell'uomo, introducendo la tecnologia nella quotidianità, contribuendo allo sviluppo della società e semplificando ciò che prima era un ostacolo invalicabile.
Ma è anche vero che la sua totale razionalità non le permette di rispondere a tutti i quesiti dell'uomo, ma soprattutto la sua complessità la rende incomprensibile per la maggior parte di noi.

L'uomo non si accontenta di sapere solo il come, ma pretende di conoscere il perchè. La scienza ci insegna come e perchè l'acqua bolle a cento gradi; da lei abbiamo imparato come funziona un corpo formato da cellule e atomi, e come può vivere, ma non sa dirci perchè l'uomo esiste, e ancora non sa perchè l'universo è stato creato. Può spiegarci la teoria del Big Bang, ma non il perchè della sua nascita.

E' forse la scienza troppo superficiale? No, solamente si basa su calcoli e misure, strumenti che talvolta non bastano a spiegare tutto.

E forse colpa dell'uomo, che come sosteneva Giacomo Leopardi, una volta ottenuta una risposta, quale insaziabile lupo, vuole dell'altro perchè non si sente completamente felice? E' una teoria. In fondo l'uomo non sarà mai completamente felice, e più verrà a conoscenza dei segreti dell'esistenza, più sentirà il bisogno di andare avanti nella sua interminabile ricerca, probabilmente vana.

O forse il vero il limite è l'intelligenza stessa? Dunque la scienza sarebbe giustificata della sua ignoranza. Eppure lo stesso Schoenborn afferma che l'intelligenza va oltre il misurabile e l'enumerabile; perchè non crederci? Dopotutto, se la scienza è basata su numeri e misure, evidentemente è lo strumento sbagliato, non abbastanza potente per un essere così speciale come l'uomo. Se continuiamo a basarci sulle teorie di un mezzo poco efficace non potremo mai raggiungere il nostro scopo. Ma l'uomo è fatto così: se non vede non crede. La razionalità è il suo credo. Forse è questo il suo sbaglio, il nostro sbaglio