Sfruttamento e lavoro minorile
Elaborato con considerazioni personali sul lavoro minorile, con un inquadramento storico e geografico del problema (2 pagine formato doc)
Le
cronache di oggi, come quelle di ieri, mostrano continuamente minori
in luoghi di guerra, di fame, di disperazione o utilizzati in lavori
faticosi e sottoposti ad inaudite crudeltà nonostante gli appelli e
gli interventi delle organizzazioni umanitarie che tentano di
arginare questa tragedia. Inquadra
il problema ed esponi le tue considerazioni in proposito.
Lo sfruttamento di mano d'opera infantile è un problema, le cui radici, si estendono per secoli.
Dalla Grecia a Roma (sottoforma di servitù di palazzo), dal Medioevo all'Ottocento (prima come plebe, poi come operai), fino ad arrivare ai giorni nostri e costituire un problema, dei più gravi, di attualità.
La sensibilizzazione, riguardante quest'argomento, sfocia nella Convenzione sui diritti dell'infanzia, approvata nel 1989 dalle Nazioni Unite, ed entrata in vigore l'anno seguente.
Questa obbliga gli Stati che l'hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori.
Questo "patto", partendo dalla definizione di bambino (tutti gli individui di età inferiore ai 18 anni), arriva a definirne i diritti (diritto di vita, diritto alla salute, diritto ad esprimere la propria opinione, diritto all'informazione...).
In particolare, il diritto ad esprimere la propria opinione (art. 12), consente, ai bambini ed ai ragazzi, di essere «gli autori della propria vita» quindi, di partecipare alle decisioni che li riguardano.
Per stilare quest'articolo, le Nazioni Unite e l'UNICEF, hanno imparato ad ascoltare i minori coinvolti nei lavori e, proprio grazie a questo, sono giunti anche ad una distinzione che si può riassumere con child labour e child work.
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Lo sfruttamento di mano d'opera infantile è un problema, le cui radici, si estendono per secoli.
Dalla Grecia a Roma (sottoforma di servitù di palazzo), dal Medioevo all'Ottocento (prima come plebe, poi come operai), fino ad arrivare ai giorni nostri e costituire un problema, dei più gravi, di attualità.
La sensibilizzazione, riguardante quest'argomento, sfocia nella Convenzione sui diritti dell'infanzia, approvata nel 1989 dalle Nazioni Unite, ed entrata in vigore l'anno seguente.
Questa obbliga gli Stati che l'hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori.
Questo "patto", partendo dalla definizione di bambino (tutti gli individui di età inferiore ai 18 anni), arriva a definirne i diritti (diritto di vita, diritto alla salute, diritto ad esprimere la propria opinione, diritto all'informazione...).
In particolare, il diritto ad esprimere la propria opinione (art. 12), consente, ai bambini ed ai ragazzi, di essere «gli autori della propria vita» quindi, di partecipare alle decisioni che li riguardano.
Per stilare quest'articolo, le Nazioni Unite e l'UNICEF, hanno imparato ad ascoltare i minori coinvolti nei lavori e, proprio grazie a questo, sono giunti anche ad una distinzione che si può riassumere con child labour e child work.
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