Giusti, Parini e Alfieri: tema
Giusti, Parini e Alfieri a confronto: tema svolto (2 pagine formato doc)
PARINI E ALFIERI
Tema. Alfieri e Giusti a confronto. Parini ed Alfieri, i due poeti civili della nostra epoca e per questo aspetto e questo rapporto i due maggiori dopo Dante, avevano dato un nuovo avviamento o per meglio dire restauravano fra noi la vera poesia, richiamandola ai suoi nobilissimi principii.
Ma il Parini aveva nel “Giorno” presto di mira una parte sola della società, Vittorio Alfieri allargando la tela compiva il quadro del suo predecessore, senza per altro deporre molti pregiudizi che erano propri del suo tempo, della sua educazione e delle circostanze della sua vita.
Forse essi né potevano, né dovevano dare di più. La satira non è che una protesta della verità contro l’errore, della virtù contro il vizio, e ambedue i poeti avevano indicato il male più grave, scegliendo pertanto le armi più convenienti; che erano per l’uno ironia, per l’altro l’invettiva. Il Sardanapalo del Parini voleva essere punto nella sua vanità e non con troppa violenza; ma gli uomini che uscivano scompigliati dalle braccia della rivoluzione non si sarebbero risentiti che al suono della minaccia alfieriana.
Parini, Ma il Parini aveva nel “Giorno” presto di mira una parte sola della società, Vittorio Alfieri allargando la tela compiva il quadro del suo predecessore, senza per altro deporre molti pregiudizi che erano propri del suo tempo, della sua educazione e delle circostanze della sua vita.
Forse essi né potevano, né dovevano dare di più. La satira non è che una protesta della verità contro l’errore, della virtù contro il vizio, e ambedue i poeti avevano indicato il male più grave, scegliendo pertanto le armi più convenienti; che erano per l’uno ironia, per l’altro l’invettiva. Il Sardanapalo del Parini voleva essere punto nella sua vanità e non con troppa violenza; ma gli uomini che uscivano scompigliati dalle braccia della rivoluzione non si sarebbero risentiti che al suono della minaccia alfieriana.
Parini e Alfieri a confronto: riassunto
DIFFERENZE TRA PARINI E ALFIERI
Tuttavia, benché Alfieri avesse compreso e proclamato che, per guarire questa nostra povera Italia, si doveva creare il popolo, egli era un uomo troppo altero e troppo aristocratico per essere popolare come poeta satirico, e tentare quest’opera di educazione, mescolandosi alla plebe, combattendone gli errori, le superstizioni, e aiutandone i buoni istinti. Della rivoluzione francese egli non aveva visto che gli eccessi e, prescindendo dal “Misogallo”, egli riepilogava i suoi pensieri politici in altri versi.
Eccovi il nuovo campo della satira: il poeta, divenuto interprete dei desideri universali, flagella i vizi, scherza con il popolo, e, intanto, lo ammaestra; si volge ai potenti per incitarli al bene, strappa le maschere degli ipocriti e preannuncia gli avvenimenti futuri. Questo poeta sarà in Francia, Beranger e in Italia, Giuseppe Giusti.
Eccovi il nuovo campo della satira: il poeta, divenuto interprete dei desideri universali, flagella i vizi, scherza con il popolo, e, intanto, lo ammaestra; si volge ai potenti per incitarli al bene, strappa le maschere degli ipocriti e preannuncia gli avvenimenti futuri. Questo poeta sarà in Francia, Beranger e in Italia, Giuseppe Giusti.
Tema su Goldoni e Alfieri: le differenze
GIUSTI, PARINI E ALFIERI: TEMA
Verso il 1830, tra gli studenti di Pisa, un giovane gaio, scapato, che ama beccarsi in quindici giorni l’esame in barba all’ebete servidorame, ma che si compiace seco medesimo di non aver piegato, né pencolato, come la torre pendente, fra le clamorose congreghe dei suoi compagni, fa udire a mezza voce alcuni versi, i quali, sotto l’apparente follia dei modi e dei metri, danno a pensare a quegli scapati simili a li, i quali si guardano in faccia e cercano di ricordarseli a memoria, per il piacere di farne serbo, ovvero di comunicarli ad altri.
In quei versi, il poeta bizzarro ora celebra l’invenzione di una macchina a vapore che può fare in un batter d’occhio la testa a cento mila, messi in fila, e vuol donarla ad un Tiberio in diciottesimo; ora si atteggia a devoto, e, proponendosi di fare dignitosamente la spia, volgesi al proprio ventre.
In quei versi, il poeta bizzarro ora celebra l’invenzione di una macchina a vapore che può fare in un batter d’occhio la testa a cento mila, messi in fila, e vuol donarla ad un Tiberio in diciottesimo; ora si atteggia a devoto, e, proponendosi di fare dignitosamente la spia, volgesi al proprio ventre.
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