Poetica di Eugenio Montale: tema
Le caratteristiche della poetica di Eugenio Montale (2 pagine formato doc)
POETICA DI EUGENIO MONTALE
Tema.
La poetica di Eugenio MontaleEugenio Montale è stato uno dei più significativi letterati e scrittori di origine italiana appartenenti al gruppo dei sostenitori del movimento dell’ermetismo, egli ha utilizzato all’interno delle sue opere letterarie e poetiche un notevole ed importante linguaggio poetico senza precedenti, poiché il linguaggio utilizzato è prodotto da mescolanze straordinarie tra italiano e dialetto, questo per voler dare interesse la limpida opposizione con l’ estetismo, a cui può ricordare un famoso esponente come Gabriele D’Annunzio. Eugenio Montale dà origine ad una poesia senza precedenti che si colloca tra la prima e la seconda guerra mondiale.
MONTALE: POETICA E PENSIERO
Nella sua poetica è presente un pessimismo addolorante che sgorga dalla delusione e malcontento che viene provocato dagli avvenimenti a cui partecipò durante la sua esistenza malinconica; questa infelice osservazione della vita non ottenne mai un periodo di tregua in nessuna idea o religione, né tanto meno ebbe fiducia nel potere liberatorio che poteva scaturire della poesia rispetto alla sua dolorosa ed infelice esistenza. Rappresentante originale e sensibile dell’inquietudine del suo periodo, la sua opera non ha precedenti, per la potenza e l’intensità con cui avverte il suo dispiacere che è caratteristica di ogni essere umano, e per quel “mal di vivere” in cui non vi si può non riconoscere.
Per il poeta Eugenio Montale l’inadeguatezza del vivere può essere confuso esclusivamente con il disinteresse che fa riferimento ad una separazione indispensabile e ci si ritrova in questo modo a collocarsi sopra la realtà che fa vivere l’uomo come un soggetto solo.
Eugenio Montale: biografia e poetica
LA POETICA DI MONTALE IN BREVE
La poesia utilizzata da Eugenio Montale manifesta un’esistenza piena di oggetti, ricchi di una espressione simbolica internamente personale.
Giuseppe Ungaretti, Umberto Saba, Eugenio Montale fanno parte di quello sviluppo di “poeti nuovi” che, fiorita tra la prima e la seconda guerra mondiale, si individuò nelle uguali qualità formali e stilistiche, da cui ebbe origine la propensione della poesia come linguaggio universale, che nell’ermetismo di Ungaretti, nella poesia di Saba e nella visione di caratteristiche sfavorevoli di Montale richiama e rende limitrofi caratteristiche ed autori tra loro molto differenti.
Ma ai sopraindicati scrittori italiani se ne possono ricordare e menzionare come ad esempio Salvatore Quasimodo.
Nella poetica di Eugenio Montale vi è rappresentato il pensiero e la nozione del “mal di vivere”. In opposizione ad esso, Seneca presentava invece l’atarassia.
Le sue opere letterarie sono circondate da una costante e presene malinconia per il passato, un ricordo che viene sempre ripetuto, per tutto ciò che trascorre e che purtroppo non può più essere da lui vissuto, ciò nonostante questa non è una inquietudine senza un aiuto: essa infatti procura una sorta di consolazione in dio, nella divinità, colui in grado di far passare questa continua tristezza. Inoltre, la sua risposta davanti all’angoscia, all’esistenza tragica dell’essere umano, non fa nascere un abbandono ma un congiunzione alla vita, come una rivoluzione nei confronti delle realtà tragiche dell’esistenza di noi esseri umani.