Tema sulle proteste: significato e storia

Significato e storia delle proteste di ieri e di oggi; un excursus per dimostrare l'inefficacia delle proteste oggi (2 pagine formato doc)

Appunto di ciuffy95

PROTESTE SIGNIFICATO

La protesta e la sua graduale trasformazione da ieri a oggi.

La protesta si manifesta in quelle parole o atti con i quali si dimostra la propria opposizione o disapprovazione nei confronti di un'idea, ad esempio l'orientamento politico di un governo, o di un'entità, ad esempio una personalità politica o un partito.
Essa può manifestarsi in diverse forme, più o meno radicali, quali blocchi stradali, occupazioni, boicottaggi, manifestazioni etc.
Gli uomini hanno sempre posseduto la naturale inclinazione a opporsi ai soprusi e alle barbarie di cui erano vittime per poter conseguire una condizione di vita migliore. Il primo vero grande esempio può essere costituito dalla protesta messa in atto da Spartaco, "lo schiavo che sfidò l'impero".
Egli era un gladiatore trace che capeggiò una rivolta di schiavi ribellatisi per le inumane condizioni cui erano sottoposti. Il suo "esercito" riuscì più volte a sconfiggere i soldati romani ma alla fine, nel 71 a.C, dovette soccombere nell'Alta Valle del Sele, nella battaglia in cui Spartaco stesso perse la vita. I circa 6.000 schiavi rimasti prigionieri vennero fatti crocifiggere nudi lungo la via Appia da Capua a Roma per ordine di Crasso.

TEMA SULLE PROTESTE: SPARTACO

Nonostante il fallimento della sua protesta Spartaco è diventato un personaggio leggendario, un emblema dell'eroe idealista capace di lottare in nome della libertà e di sconfiggere i più forti eserciti del mondo grazie allo slancio ideale più che alle armi.
Con il passare degli anni la società progredisce e la schiavitù viene via via abolita, ma persistono inesorabilmente ragioni per cui protestare. Il progresso porta gli stati più sviluppati ad accrescere il proprio potere a scapito dei più deboli. Ne è un esempio la rivolta attuata dalle tredici colonie inglesi del Nord America, ribellatasi alla madrepatria a causa delle limitazioni cui erano sottoposte. Dopo l'introduzione di dazi d'importazione su molti prodotti, i coloni americani attuarono una prima forma di protesta, il Boston tea party, in cui un gruppo di bostoniani rovesciò in mare una delle navi della East India Company, ottenendo così la revoca dei dazi doganali. Dopo una serie di congressi tenutisi a Filadelfia, una commissione approvò la dichiarazione d'indipendenza, redatta da Thomas Jefferson e, grazie all'appoggio ricevuto da Francia e Spagna i coloni riuscirono ad ottenere nel congresso di Versailles del 1783 il riconoscimento come Stati Uniti d'America. A questa rivoluzione seguì un'altra a pochi anni di distanza ma "a distanza" di un oceano, che le divide, la rivoluzione francese. Queste due rivoluzioni presentano molti elementi in comune tra i quali, oltre al desiderio d’indipendenza, rispettivamente dal Re e dalla madre patria, la voglia di libertà e di conseguenza l’affermazione dei diritti dell’uomo, già promulgati dal giusnaturalismo. Friedrich von Gentz identifica quattro grandi differenze tra queste due rivoluzioni.

La libertà di stampa: tema

PROTESTE SIGNIFICATO DEL TERMINE

La prima di queste è che la Rivoluzione americana si fondava principalmente su chiari princìpi (le grandi limitazioni cui erano sottoposti i coloni) mentre la Rivoluzione francese, al contrario, era fondata su princìpi illusori e, difatti, passò di errore in errore.
La seconda differenza essenziale fra le due riguarda un problema di aggressività: "la Rivoluzione americana fu dall'inizio alla fine soltanto una rivoluzione difensiva; quella francese fu, invece, una rivoluzione offensiva".