Tema storico su Giolitti
Tema storico su Giolitti e i suoi metodi di governo e i programmi politici (2 pagine formato doc)
TRACCIA TEMA STORICO SU GIOLITTI
Tema storico (Saggio breve). Giovanni Giolitti: metodi di governo e programmi politici. Destinazione editoriale: giornale scolastico. Giolitti: l'eroe dai due volti. L'era giolittiana fu un periodo di grandi cambiamenti, antecedente alla prima guerra mondiale (1914-1918), viene convenzionalmente inquadrata tra il 1901 e il 1914. Tuttavia Giovanni Giolitti (1842-1928) aveva già ricoperto, negli anni '80 dell'800, la carica di ministro delle finanze (che in seguito si rivelerà dannosa per lui) e nel 1891 subentrò a Crispi, in seguito alle dimissioni di quest'ultimo a causa delle controversie riguardanti il trattato di Uccialli con il Negus etiope Menelik (1889).
Tipologia B: Ambito storico-politico - Argomento: TEMA SU GIOLITTI METODI DI GOVERNO E PROGRAMMI POLITICI
Questo è un periodo tormentato, dal punto di vista economico, per l'Italia meridionale, infatti il Sud si basava ancora su un'agricoltura arretrata, con numerose manifestazioni di brigantaggio ed emigrazioni di massa. Proprio per questo si formarono i fasci siciliani, delle unioni di protesta di carattere economico contro il governo italiano. In questa situazione spinosa "i metodi di governo hanno capitale importanza perchè a poco giovano le ottime leggi se sono male applicate."
Infatti Giolitti escluse la possibilità di un programma reazionario, accettò invece una via liberale che si proponesse un radicale mutamento nei metodi di governo. Egli dunque non represse con violenza questi movimenti, come quei governi che alle prime scintille di protesta proclamano lo stato d'assedio (Crispi). 1 G.GIOLITTI, Discorso agli elettori del collegio di Dronero, Busca, 20 ottobre 1899. (in: Giolitti, Discorsi extraparlamentari, Torino, 1952).
SAGGIO BREVE SU GIOLITTI
Fatto ciò, il primo mandato Giolitti si concluse bruscamente nel 1893 in seguito allo scandalo della banca romana: fu scoperto, infatti, che, quando era ancora ministro delle finanze, egli aveva emesso un surplus di moneta per finanziare la campagna elettorale di alcuni politici. In questo anno, dunque, fu costretto alle dimissioni. Nei periodi successivi terminò il periodo della Sinistra storica, nel 1896, per lasciare spazio ad una riaffermazione conservatrice (governi Rudini e Peloux). Giolitti rientrò nella scena politica nel 1900, subentrando al 1° ministro Zanardelli. Anche in questo secondo mandato dimostrò di possedere le caratteristiche peculiari dell'uomo politico, come buon senso e politica del compromesso: infatti "la politica di Giolitti, soprattutto dal 1900 in poi, apparve tutta costruita sulla richiesta della collaborazione governativa con la classe operaia e con i suoi uomini più rappresentativi."2 Questo, tuttavia, avvenne perlopiù al Nord, dove promosse democraticamente lo sviluppo economico del triangolo Milano-Torino-Genova e varò alcune leggi sul lavoro che limitivano a dieci il massimo di ore lavorative giornaliere e precludevano ai minori di 12 anni di dover lavorare.
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