Rapimento Moro: tema sul rapimento del 16 marzo 1978
Rapimento Moro: tema sulla prigionia, i misteri del caso, le lettere di Moro e le conseguenze del "caso Moro" (3 pagine formato doc)
RAPIMENTO MORO: TEMA SUL GIORNO DELL'ANNIVERSARIO
Anniversario rapimento Aldo Moro: tema svolto. Il 16 Marzo 1978, in via del Forte Trionfale a Roma, poco prima delle 9 del mattino, il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, usciva dalla sua abitazione. Lo accompagnavano gli uomini della sua scorta, Domenico Rizzi, Raffaele Jozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Oreste Leonardi.In via Fani un gruppo di brigatisti lo aspettava con le armi in pugno. Alle 9:03 si scatenò l’inferno, quello che è stato definito “l’attacco delle Brigate Rosse al cuore dello Stato”.
Nel corso dell’azione, che durò in tutto 4 minuti, gli uomini della scorta furono tutti uccisi e Moro venne rapito. In via Fani, al termine dell’azione terroristica, furono raccolti ben 93 bossoli.
CHI HA UCCISO ALDO MORO
Subito dopo il rapimento, Aldo Moro fu trasportato nella base delle Brigate Rosse di via Montalcini, dove lo attendevano altri brigatisti che gli avrebbero fatto da carcerieri. Quel covo, nel corso delle indagini, non fu mai scoperto. Mario Moretti, con il volto coperto dal passamontagna, avviò il primo interrogatorio di Moro nella cosidetta “prigione del popolo”. Da quel momento iniziava il calvario dello statista democristiano.STRAGE DI VIA FANI ROMA
Passarono cinquantacinque giorni, dalla strage di via Fani, il 16 marzo, fino al ritrovamento del suo cadavere nel baule di una Renault 4 rossa, il 9 maggio, in via Caetani, sempre a Roma.
Cinquantacinque giorni durante i quali l’Italia intera seguì la vicenda con passione e forte preoccupazione, tra speranze, delusioni, rabbia, fermezza e trattavie segrete, comunicati brigatisti, lettere di Moro ai parenti e personalità pubbliche, telefonate dai terroristi ai quotidiani, presunti depistaggi da parte di funzionari dello Stato.
Ancora oggi, a trentacinque anni di distanza, molto ancora resta da chiarire su quella vicenda che cambiò il corso della storia del nostro Paese e molto interrogatori vi rimangono aperti: si poteva salvare Aldo Moro? I brigatisti hanno raccontato tutto? Gli inqurenti erano a conoscenza dei piani dei terroristi?
Sulla vicenda sono stati scritti tanti libri e formulate diverse teorie, stravaganti o verosimili, che hanno cercato di far luce sui punti più oscuri del caso.
Quello di Moro infatti non è stato solo un rapimento con strage, finito con l’esecuzione crudele di un ostaggio inerme, ma ha rappresentato molto di più. Le radici oscure di quel fatto arrivano in profondità e si intrecciano ad altri avvenimenti altrettanto oscuri e spaventosi, che hanno insanguinato e avvelenato il nostro Paese per anni e che ancora ne inquinano la vita sociale e politica.
Cinquantacinque giorni durante i quali l’Italia intera seguì la vicenda con passione e forte preoccupazione, tra speranze, delusioni, rabbia, fermezza e trattavie segrete, comunicati brigatisti, lettere di Moro ai parenti e personalità pubbliche, telefonate dai terroristi ai quotidiani, presunti depistaggi da parte di funzionari dello Stato.
Ancora oggi, a trentacinque anni di distanza, molto ancora resta da chiarire su quella vicenda che cambiò il corso della storia del nostro Paese e molto interrogatori vi rimangono aperti: si poteva salvare Aldo Moro? I brigatisti hanno raccontato tutto? Gli inqurenti erano a conoscenza dei piani dei terroristi?
Sulla vicenda sono stati scritti tanti libri e formulate diverse teorie, stravaganti o verosimili, che hanno cercato di far luce sui punti più oscuri del caso.
Quello di Moro infatti non è stato solo un rapimento con strage, finito con l’esecuzione crudele di un ostaggio inerme, ma ha rappresentato molto di più. Le radici oscure di quel fatto arrivano in profondità e si intrecciano ad altri avvenimenti altrettanto oscuri e spaventosi, che hanno insanguinato e avvelenato il nostro Paese per anni e che ancora ne inquinano la vita sociale e politica.
CASO MORO
Continuamente si inciampa in domande inevase: perchè proprio Moro? Secondo alcuni fu scelto lui perchè presidente all’epoca della Democrazia Cristiana. Secondo altri invece Moro, tra gli esponenti della DC, era quello più di tutti aveva cercato l’accordo con la sinistra e proprio quella mattina del 16 marzo si stava recando alla Camera dei deputati per partecipare al dibattito sulla fiducia al IV governo Andreotti.
Questo nuovo Governo, costituito con l’appoggio del PCI, era ampiamente favorito da Moro, che apriva in tal modo le porte al cosidetto “compromesso storico” tra DC e forze della sinistra (comunisti e socialisti).
Questo nuovo Governo, costituito con l’appoggio del PCI, era ampiamente favorito da Moro, che apriva in tal modo le porte al cosidetto “compromesso storico” tra DC e forze della sinistra (comunisti e socialisti).
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