Tsunami e altre catastrofi naturali, saggio breve

Le catastrofi naturali e in particolare lo Tsunami. Saggio breve svolto sullo Tsunami e le altre catastrofi naturali (1 pagine formato doc)

Appunto di bio1989

TSUNAMI E ALTRE CATASTROFI NATURALI, SAGGIO BREVE

Tsunami e altre catastrofi naturali.

Un uso più saggio del territorio può ridurre i danni provocati dalle catastrofi naturali.
Quando si parla di ambiente e di tutela degli equilibri naturali non si fa mai vuota retorica, ma si pone l'attenzione su un pro¬blema di estrema importanza; quando si par¬la dei rischi che possono conseguire a un uso del territorio che non tenga conto dell'impatto ambientale, non si fa dell'inutile allarmismo. E infatti, dopo le catastrofi naturali, ci si chiede sempre: sarebbe stato possibile evitare quello che è successo? Si è colpevoli di vittime e danni? Purtroppo gli interrogativi del dopo servono a ben poco se, passata l'emergenza, si ritorna a devasta¬re il territorio, senza ricavare alcuna lezione dall'esperienza subita.

L'uomo di fronte alle catastrofi naturali: saggio breve

CATASTROFI NATURALI SAGGIO BREVE

Bisogna convincersi che le catastrofi naturali, come terremoti, alluvioni, frane, maremoti, onde anomale, se sono inevitabi¬li, tuttavia i loro effetti dannosi possono dal¬l'uomo essere contenuti con una saggia opera di prevenzione e con un uso del territorio razionale e rispettoso degli equilibri ambientali.
Anche gli effetti terribili e devastanti dello tsunami, l'onda anomala che il 26 dicembre del 2004 aggredì le coste di alcuni Paesi rivieraschi dell'Oceano Indiano per decine di migliaia di chilometri, pur nella sua inevitabilità, in quanto conseguenza di un maremoto di straordinaria violenza avrebbe potuto provocare danni di gran lunga inferiori se soltanto gli uomini fossero stati più accorti.

Catastrofi naturali, tema: commento e riflessioni

CATASTROFI NATURALI PIU' DISASTROSE

Lo tsunami, parola giapponese che significa "onda del porto", è frequente lungo molte coste dell'Oceano Indiano e del¬l'Oceano Pacifico e, in misura molto piùcontenuta, anche lungo alcune coste del nostro Mar Mediterraneo.

Si tratta di onde anomale che possono spostare masse d'ac¬qua anche notevoli in conseguenza di un' alta marea, di un maremoto e perfino del passaggio al largo di una nave di gran¬di dimensioni. Quello che il 26 dicembre del 2004 si abbatté lungo gran parte del¬l'arco costiero dell' Oceano Indiano era uno tsunami alto più di dieci metri, attivato da un violentissimo terremoto, del nono grado della scala Richter, con epicentro nell' oceano, ad alcune centinaia di chilo¬metri allargo dell'isola di Sumatra.
La massa d'acqua che si spostò in conseguenza del sussulto sismico raggiun¬se le coste di Sumatra dopo circa un'ora e via via, dopo alcune ore; quelle della TIlailandia, della Birmania, dello Sri Lanka e, infine, quelle della Somalia dall' altro Iato dell' oceano, in Africa.

Tesina sullo Tsunami

CATASTROFI NATURALI E SCIENZA

Con i sofisticati sistemi tecnologici di cui disponiamo, di avvistamento e trasmissione dei dati attraverso le reti satellitari, sarebbe stato possibile avvertire per tempo le popolazioni interessate dall' evento catastrofico, in modo da farle allontanare dalle co¬ste, cioè dai luoghi maggiormente a rischio. Invece questo non è stato fatto, per l'assenza di un sistema di protezione civile capace d'intervenire in tempo reale in occasioni del genere e la responsabilità è sia dei governi locali, che non provvedono ad attivare un si¬stema di protezione civile, sia del mancato coordinamento nello scambio di informa¬zioni a livello internazionale tra i governi di tutto il mondo.
Ma la colpa dell'uomo non si limita all'assenza di una rete protettiva capace di allertare in caso di emergenza le popolazioni: ancora più a monte c'è da constatare come in tanti dei Paesi devastati dallo tsunami sia da anni in atto una 'POlitica di sviluppo dell'industria turistica che non tiene in alcun conto i rischi di impatto ambientale.