Nella Belletta
Breve analisi della poesia "Nella Belletta" di Gabriele D'Annunzio (1 pagine formato doc)
La
morte come sensazione, orribile ma allo stesso tempo affascinante,
vista in una putrida palude da uno dei poeti dell'Estetismo.
I
giunchi nel fango della palude ricordano al poeta le pesche, le rose
e persino il miele, tutte cose poeticamente belle in sé, ma
rispettivamente troppo mature, appassite e guasto; tutto ricorda
l'ambiguità della morte. La palude ricorda a D'Annunzio un
fiore ricoperto di fango che cuoce sotto il sole d'agosto con una
indescrivibile ma dolciastra afa di morte. Ma basta il poeta che si
avvicina alla palude, una piccola presenza umana, per ammutolire
persino una rana. E in questo silenzio silenziosamente salgono delle
bolle d'aria di fango. Il madrigale "Nella belletta" parla
chiaramente della morte, nel suo aspetto più macabro e
putrido. L'importanza della morte nel componimento è anche
dettata dall'unica rima, che è proprio tra "morte" alla
fine della prima terzina e "morte" a quella della seconda.