La nascita dei Comuni: tema
Tema sulla nascita dei Comuni nel Medioevo e sui cambiamenti sociali e letterali (2 pagine formato doc)
NASCITA DEI COMUNI: TEMA
Siamo così abituati alle nostre città che non ci fermiamo mai a pensare come sono nate, perché e quali conseguenze hanno portato; per saperlo dobbiamo tornare indietro di circa di circa mille anni.
Già prima, alcune città (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia) erano proiettate verso i commerci e le attività marinare, avevano sviluppato l’artigianato e elaborato nuovi ordinamenti politici, ma, dalla fine del X secolo, si crearono le premesse per la formazione dei Comuni.
Questo grazie all’estensione degli spazi coltivati e alla maggiore produttività agricola determinata dall’ invenzione di un nuovo aratro, che grazie alla struttura metallica, poteva penetrare più in profondità, e della rotazione triennale, che permetteva un minore riposo dei terreni, ma una maggiore fertilità, e perciò un aumento delle risorse alimentari.
La nascita dei Comuni nel Medioevo: riassunto
COME NASCONO I COMUNI NEL MEDIOEVO
Inoltre, il superamento di forme economiche di autoconsumo determinò la nascita della figura del mercante, che andò a risiedere in città, ove gli scambi erano più abbondanti. Qui si stabilirono anche i servi della gleba, che, in questo modo, si liberavano dai legami feudali, e persino i proprietari terrieri, che volevano sperimentare altre attività. Per governare tutta questa folla si svilupparono nuovi ordinamenti politici e si crearono così varie fasi: quella consolare, in cui il potere era dei consoli, magistrati eletti da un’assemblea di nobili detta arengo, quella podestarile, in cui la massima autorità era il podestà, un magistrato, eletto dai borghesi, straniero e quindi super-partes e quella del Comune del Popolo, dove a governare erano le Arti, associazioni che riunivano tutti coloro che svolgevano una stessa attività.
CIRCOSTANZE CHE FAVORISCONO LA NASCITA DEI COMUNI
La nascita dei Comuni nel Medioevo influì anche sulla letteratura che vide una progressiva laicizzazione degli intellettuali, ovvero un aumento degli scrittori che arrivavano dal mondo della nobiltà e delle professioni. I clerici, però, non scomparvero di scena ma continuarono la loro opera soprattutto in campo filosofico e teologico e nella letteratura religiosa, benché si dedicassero anche alla poesia profana; infatti Dante e Boccaccio erano chierici.
Inoltre, l’età comunale portò un incremento dell’alfabetizzazione dovuto all’affermazione della lingua volgare sul latino. Quest’ultimo, infatti, era un ostacolo alla diffusione della cultura perché la popolazione non lo parlava e non esistevano strutture scolastiche idonee ad insegnarlo.
Le prime scuole statali nacquero con Carlo Magno, che fondò anche la scuola Palatina di Alquino da York, mentre nelle città si formarono dei maestri che insegnavano a casa propria a gruppi di allievi paganti. Questo genere di insegnamento venne utilizzato soprattutto dai mercanti, per i quali lo studio e in particolare il saper scrivere, era fondamentale per il lavoro.
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