Torquato Tasso tra Rinascimento e Controriforma: saggio breve
Il ruolo di Torquato Tasso tra Rinascimento e Controriforma: saggio breve svolto (1 pagine formato doc)
TASSO TRA RINASCIMENTO E CONTRORIFORMA
Valori rinascimentali e valori della controriformistici.
Nella stesura della Gerusalemme liberata, Tasso si ispira profondamente ai valori della Controriforma, che proprio durante la seconda metà del Cinquecento mira ad un rinnovamento morale e a far riottenere alla Chiesa cattolica credibilità e fiducia dei fedeli in seguito alla diffusione delle teorie luterane e alla conseguente spaccatura irreversibile all’interno del Cristianesimo. Il tema delle crociate era proprio in quegli anni tornato di attualità con la minaccia della potenza turca ad Est, ed era perfettamente coerente col il fanatismo religioso tipico del movimento controriformistico e richiamava la lotta contro gli infedeli, dai musulmani ai protestanti. Il personaggio che più rappresenta ed incarna i valori controriformistici è sicuramente il comandante Goffredo di Buglione, il quale è caratterizzato soprattutto da un forte senso del dovere mirato alla vittoria della guerra.Saggio breve sulla Gerusalemme Liberata
SAGGIO BREVE TASSO: BIFRONTISMO
I Pagani invece vengono presentati come appartenenti a un codice rinascimentale, nel quale si esaltano le passioni e l’amore libero. Sergio Zatti, nel saggio “L’uniforme cristiano e il multiforme pagano” (1983), a partire da questo bifrontismo che egli stesso legge, questo confronto tra due culture diverse, fornisce un’interpretazione psicoanalitica del poema. Secondo il critico letterario, il poeta si sofferma molto sul confronto tra questi due codici; infatti egli stesso, uomo del suo tempo, subisce la forte influenza della Controriforma, ma allo stesso tempo rimane legato ai valori più liberi, puri, naturali e spontanei tipici del Rinascimento, condannati dalla nuova corrente culturale. In modo analogo, Tasso punisce i Pagani con la sconfitta, ma rimane evidente come la sua continua insistenza sul tema delle passioni sia la prova di un rimpianto della cultura che stava scomparendo dall’Europa e dall’Italia. Si può parlare quindi di “fascino del rimosso”, espressione usata da G. Scianatico nel saggio “L’arme pietose. Studio sulla Gerusalemme Liberata”, che deriva dal conflitto tra “Onore” (termine usato dallo stesso Tasso nell’Aminta per indicare le convenzioni sociali che hanno influenzato l’animo umano privandolo della spontaneità e dell’innocenza) e la forza naturale dell’eros. Questo bifrontismo tuttavia non è rintracciabile solamente tra le due fazioni, ma anche all’interno dei Crociati stessi. I paladini cristiani (eccezion fatta per Goffredo) appaiono sì come difensori della fede, tuttavia in loro si può riscontrare un psicologia doppia e contradditoria, nella quale si scontrano l’eroismo e la virtù con la ricerca del piacere e le passioni. Lo stesso Rinaldo, nel quale converge l’intento encomiastico del poema, prima di poter rompere l’incanto della selva di Saron, dando quindi la possibilità ai Crociati di vincere, è ammaliato dalla bella Armida, che rappresenta meglio di ogni altro personaggio la minaccia e la tentazione dell’erotismo.
Gerusalemme liberata: saggio breve
CONTRORIFORMA E RINASCIMENTO
L’interiorità complessa dei personaggi, vissuta in modo drammatico, e che rappresenta la parte lirica, può essere considerata come il vero tema attorno al quale il poeta compone l’opera e dedica la propria fantasia. Egli stesso vive il rapporto con ciò che ama, la letteratura, in modo inquieto, e proprio dopo la stesura del 1575 letta al duca Alfonso d’Este inizia per lui un periodo di crisi. In ciò può assomigliare a Petrarca, ma, come scrive De Sanctis nel saggio “Storia della letteratura italiana” (1871), Tasso è segnato da una malinconia molto più profonda, capace di straziarlo. Nel suo denso epistolario, fa capire come la sua personalità stia attraversando una fase complicata dell’esistenza.