Carme I,9 Orazio
Analisi del testo del nono componimento del primo libro delle Odi di Orazio. Lirica che riprende gran parte dei punti base della morale oraziana (1 pagine formato doc)
Il carme numero 9 del primo libro delle Odi è uno dei componimenti suggestivi e significativi dell’intera produzione oraziana.
Attraverso l’iniziale descrizione paesaggistica il poeta fa riferimento ai temi topici della sua poetica: l’amore, la morale, il simposio.
Nella prima strofa (vv 1-4) Orazio invita il suo compagno, che all’ottavo verso si scoprirà essere Taliarco, a guardare il paesaggio: il monte Soratte innevato, i rami degli alberi che non riescono a sorreggere la neve, i fiumi gelati. È importante notare come il semplice fenomeno della neve che cade e del gelo che fa ghiacciare i ruscelli venga descritto dal punto di vista degli alberi e dei fiumi, gli elementi naturali vengono personificati: le selve, infatti, sono “laborantes”, cioè soffrono per il peso della neve. La prima strofa è caratterizzata del frequente uso dell’enjambement che spezza il ritmo dato dalla fine dei versi.
Le allitterazioni della “s” e della “t” e l’iperbato tra i termini “alta” e “nive” creano nuovi legami tra le parole. È presente un esempio di callida iunctura nel nesso “gelu... acuto” che rimanda all’idea del ghiaccio attraverso l’immagine del freddo pungente.
La risposta dell’uomo alle leggi della natura non può che di difesa: accendere il fuoco, bere un bicchiere di vino. Viene introdotto, quindi, nella seconda strofa (vv 5-9) il tema simposiaco. È da notare la figura retorica dell’enallage: il termine “Sabina” è concordato con “diota”, ma in realtà si riferisce al vino contenuto nell’anfora, che proviene dalla Sabina. Sulla parola diota bisogna anche osservare che è un apax legomenon, termine che appare una sola volta nell’intera produzione letteraria oraziana.