L'ideologia di Gioberti e Balbo

tema-appunti riuguardanti il pensiero politico di Gioberti e Balbo (argomento di fine 4anno) (4 pagine formato doc)

Appunto di littleloststar
Il pensiero di Gioberti e Balbo Il pensiero di Gioberti e Balbo Abbiamo visto che comunque con Mazzini si pone,per la prima volta,il problema dell'unità d'Italia, quindi il discorso è molto più ampio rispetto alle esigenze dei moti carbonari precedenti (anni `20/'21).
Però vasti settori degli storici, dei politici e anche dell'opinione pubblica, vedeva come un inutile spargimento di sangue quello dei vari moti di ispirazione mazziniana che non portavano a nulla di concreto,anche perché l'esiguo numero di partecipanti (per quanto più ampio rispetto al passato e per quanto più ampio da un punto di vista di classi sociali) era sempre un numero limitato rispetto alla popolazione e determinava l'immediata repressione da parte del potere e quindi le solite repressioni che non portavano nulla di positivo. Poi, soprattutto negli ambienti più moderati l'idea della rivoluzione (e ovviamente la rivoluzione violenta) era vista un po' come qualcosa di negativo.
Allora,grossomodo tra il '40 e il '48, comincia gradualmente ad imporsi un'idea,una opinione: certamente di cercare di risolvere il problema nazionale,però eliminando i metodi “violenti” che erano ispirati dal pensiero di Mazzini. In particolar modo due opere ebbero notevole presa e favorirono lo sviluppo di questa ideologia moderata che poi prenderà il nome di Neoguelfismo :sono “il primato civile e morale degli italiani “ scritto da Gioberti ;”le speranza d'Italia” scritto da Balbo. Entrambi fanno parte di questa ideologia moderata però mentre Gioberti è più legato,essendo comunque anche un ecclesiastico,alla figura predominante del Papato,Balbo è più legato al moderatismo piemontese,quindi è più legato alla monarchia sabauda. In particolar modo GIOBERTI in gioventù aveva aderito alla Giovane Italia,quindi sostanzialmente era nato mazziniano, e proprio per questa sua adesione era stato costretto nel '34 ad andare in esilio sia in Francia che in Belgio,dove prese contatti con ambienti liberali. Però pian piano maturò l'idea che l'impostazione mazziniana,oltre a non essere produttiva e proficua, era anche (a suo modo di vedere) ingiusta,perché ledeva i diritti che Gioberti considerava legittimi sia dei vari principi che governavano gli stati regionali italiani,sia del Papa. Per cui arriva ad ipotizzare un percorso completamente diverso da quello di Mazzini:intanto vediamo qualche punto di contatti che ci poteva essere. Anche Gioberti,come Mazzini,anzi a maggior ragione,credeva in Dio;per quanto riguarda Gioberti era il Dio cristiano (non un'entità superiore come era per Mazzini) e credeva soprattutto all'idea che Dio avesse assegnato all' Italia una missione da compiere,missione di civiltà,di uguaglianza,di fratellanza, da compiere nel mondo. Secondo lui (questa è proprio la tesi de “il primato”) per due volte nel corso della storia,l'Italia -come al solito per Italia non si intende lo stato perché non esisteva,ma l'Italia come cultura,come nazione- avev