Mussolini e la sua linearità di pensiero

Il pensiero politico di Benito Mussolini da direttore dell'Avanti fino al delitto Matteotti: riassunto (4 pagine formato doc)

Appunto di lilo988

BENITO MUSSOLINI: PENSIERO

Mussolini e la sua linearità di pensiero.

Una volta sfumata l’ipotesi di entrare in guerra a fianco della Germania e dell’ Austria, nel governo italiano iniziò ad affacciarsi l’ipotesi di intervenire a fianco dell’Intesa. Fu per questo motivo che iniziarono le prime divisioni di pensiero sia all’interno del Parlamento che dei partiti stessi. La scelta del massimo rappresentante del governo fascista di approvare l’intervento militare italiano a fianco dell’Intesa, maturava dalla convinzione che la guerra avrebbe radicalizzato lo scontro sociale e scardinato l’ordine capitalista preparando così l’avvento della rivoluzione socialista, fu radicale. Come direttore dell’ “Avanti!”, portò sulle colonne del giornale una campagna belligerante radicalizzata soprattutto negli articoli del “Popolo d’Italia”, fondato da lui stesso dopo l’espulsione dal partito socialista.

BENITO MUSSOLINI: PENSIERO POLITICO

Questo però non rappresentò il totale allontanamento di Mussolini dagli ideali socialisti che saranno presenti per molti anni all’interno della sua politica.
La disfatta di Caporetto segnò un momento di rilevare importanza politica per Mussolini: egli non si fece prendere, come altri interventisti, dalla frenesia di dover assolutamente agire il prima possibile, ma si dedicò ad una campagna politica che lo portò in diverse località, nonostante fosse stato ferito da un lanciabombe nel 1915.

Evitò così di legarsi con le organizzazioni che sostenevano la resistenza, che però sostenne attraverso il giornale.
Il Mussolini propagandista e agitatore si trasforma in un “Mussolini politico” alla ricerca di nuove formule politiche e nuove alleanze, rifiutando anche le offerte di ruoli di primo piano in partiti già esistenti.
Anche se Mussolini considerava la classe operaia un ottimo soggetto rivoluzionario, riteneva però impossibile separare quest’ultima dal partito socialista. Decise quindi di doversi prodigare per realizzare una nuova massa eterogenea che andava accomunata sotto un unico ideale (l’esperienza della guerra e la rivincita di essa).

Benito Mussolini: biografia

MUSSOLINI: RIASSUNTO

Questa intuizione costituì, secondo lo storiografo De Felice, uno dei fattori che portarono il fascismo al successo; nonostante non potesse definirsi un vero e proprio partito, anzi, Prezzolino, critico e prosatore legato al nazionalismo, lo definì un “non-partito” per le idee confuse e contraddittorie che aveva, i fattori che  portarono il fascismo al successo furono più di uno:
- La chiusura ideologica e la miopia del socialismo;
- La volontà di rivincita della borghesia agraria e industriale che tramutarono il fascismo in uno strumento del loro potere di classe;
- La duttilità di Mussolini che gli permise di accantonare e rinunciare ad una serie di idee, ma al tempo stesso, aveva intuito, al contrario di tutti gli altri politici, che la guerra aveva creato una nuova massa con proprie aspirazioni morali e sociali.