Tesi: Storia dell'autonomia e della responsabilità dell'infermiere in ambito psichiatrico

Tesi di laurea: indice, introduzione, I, II e III parte e conclusioni. per la stesura dell'elaborato sono state utilizzate la ricerca bibliografica su testi di settore, consultazione di testi e archivi in formato cartaceo e digitale, utilizzo, produzione e stesura di grafiche, immagini e schemi dell’argomento trattato oltre che la cortese collaborazione con docenti e figure professionali del settore (119 pagine formato doc)

Appunto di misslucry91
INTRODUZIONE
La storia, la nascita e l’evolversi della professione infermieristica in ambito psichiatrico sono intimamente legate, com'è ovvio, alla storia della salute mentale ed al suo sviluppo e alle scoperte nel razionale scientifico della malattia stessa.
Non a caso le prime testimonianze esistenti della figura dell’infermiere nell’ambiente psichiatrico vengono associate alla definizione di "guardiano dei matti" piuttosto che “custode del malato”, come persona, in quanto proveniente dai ceti più umili, generalmente analfabeta, ignorante e brutale, in grado di suscitare il timore dei medici stessi oltre che dei pazienti in loro custodia. Saranno gli stessi medici che si faranno carico di recuperare il controllo su tale figura tentando di delimitarne l'autonomia e di controllarne le manifestazioni violente.


Il mestiere di custode-infermiere era considerato "pericoloso per la vita" in quanto gli stessi infermieri erano costretti a restare sempre insieme ai pazienti con l'obbligo dell'internato e della divisa, oltre al veto di dormire al di fuori delle mura dell'istituto o quello di sposarsi.
Essi avevano, di fatto, la libera facoltà decisionale di premiare e punire gli infermi, ordinando bagni caldi e freddi improvvisi e violenti, promuovendo la reclusione forzata ed incatenando i malati senza farne regolare rapporto, arrivando agli assurdi dell’abuso di potere. Questo è stato il modello prevalente in Europa sino alla fine del XIX secolo.