Tra Liberalismo e Comunitarismo: tesi
Tesi di laurea di Scienze politiche sul Liberalismo e Comunitarismo (133 pagine formato doc)
TRA LIBERALISMO E COMUNITARISMO
Capitolo I. Tra liberalismo e comunitarismo.
“…non possiamo mai né atteggiarci
a difensori radicali del multiculturalismo
o dell’individualismo,
né essere semplicemente
comunitaristi o liberali,
modernisti o postmodernisti;
dobbiamo essere, al contrario,
ora una cosa ora l’altra,
a seconda delle circostanze
legate alla ricerca dell’equilibrio”.
I.
Liberalismo progressista e Giolitti: riassunto
COMUNITARISMO SIGNIFICATO
Questi due movimenti intellettuali non hanno un’origine simultanea ed autonoma, in quanto il comunitarismo è un fenomeno molto più recente, che risale approssimativamente alla fine degli anni settanta e all’inizio degli anni ottanta, e soprattutto nasce come vera e propria “sfida” ai presupposti fondamentali del liberalismo, considerato nella sua globalità, come teoria filosofico-politica della democrazia, della giustizia, dell’individuo e della società.
Autori comunitaristi, come Michael Sandel, Alasdair MacIntyre, Charles Taylor e, sotto certi aspetti Michael Walzer, criticano aspramente la risposta che i liberali offrono alla crisi che attanaglia le società contemporanee, crisi che si esplica in una sempre più labile integrazione sociale e in una crescente conflittualità tra gruppi e dissociazione di individui.
Nonostante la critica comunitarista alle concezioni liberali coinvolga svariati fronti, ci soffermeremo, per necessità di analisi, su tre questioni fondamentali : la critica della concezione del sé presupposta dal liberalismo; la critica della neutralità della giustizia e della priorità del giusto sul bene; la critica della tolleranza intesa in senso liberale.
Il Socialismo: riassunto e definizione
COMUNITARISMO SANDEL
I.
2 Critica della nozione liberale del sé. Uno degli aspetti più contestati dagli autori comunitaristi è rappresentato dalla tesi presupposta dal liberalismo, in base alla quale l’individuo è in grado di essere razionale semplicemente aderendo a principi teorici, privi di connotati storici o contestuali.In particolare, ci si riferisce al cosiddetto “unencumbered self” elaborato da John Rawls nella sua opera fondamentale “ A Theory of Justice” ; il filosofo infatti, al fine di individuare dei principi di giustizia che siano il più possibile “incontaminati” da giudizi di valore particolaristici e contestuali, elabora la nozione di soggetto, appunto, “unencumbered”, ossia libero, non radicato in alcun cemento e collocato nella cosiddetta “posizione originaria”. Tale individuo, secondo Rawls, ha soltanto due facoltà: la ragione e il desiderio di giustizia, che gli permetterebbero di compiere delle scelte eque, nel rispetto dei suoi simili.
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