Bullismo: tesina

Tesina sul bullismo: le cause, le conseguenze di chi ne è vittima e i possibili rimedi (9 pagine formato doc)

Appunto di dibernardiroberto

BULLISMO: TESINA

Il Bullismo.

La socializzazione - Di solito siamo abituati a dividere la vita umana in tre fasi: l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, considerando le prime due come periodi di apprendimento e l’ultima come un periodo in cui si utilizza ciò che si è imparato ma, soprattutto nell’ultimo ventennio, gli studiosi hanno posto la loro attenzione anche sugli aspetti evolutivi e dinamici della vita adulta. Brim è stato uno dei primi a descrivere la socializzazione come un periodo che continua per tutta la vita.
Ma come potremmo definire la socializzazione? Per socializzazione si intende quel processo con il quale apprendiamo le abilità e gli atteggiamenti legati al nostro ruolo sociale; senza la socializzazione non saremmo in grado di interagire, di lavorare in un gruppo o di esercitare una qualsiasi forma di autocontrollo.

Tema argomentativo sul bullismo

BULLISMO PSICOLOGIA

La socializzazione consente di conoscere i comportamenti da adottare nelle varie situazioni e soprattutto, anche se non ce ne rendiamo conto, di inserire nuovi membri nella società che, interiorizzando i suoi valori, possano adottarli e trasmetterli in modo da preservare il gruppo.

La socializzazione non è quindi un processo semplice e a senso unico, altrimenti vivremmo tutti insieme senza conflitti; il rapporto tra singoli individui e società rappresenta una sorta di negoziato, fatto spesso di sottili lotte con chi intendeva “plasmarci” o “raddrizzarci” contro la nostra volontà. La socializzazione ci cambia, ma attraverso la resistenza, la ribellione e la sfida anche noi, a nostra volta, cambiamo il processo di socializzazione anche se, più spesso, cooperiamo con chi cerca di modificarci.

CONSEGUENZE DEL BULLISMO

Talvolta i risultati finali possono non essere quelli sperati dai nostri genitori o da altri; la socializzazione, in certi casi, può bloccare certe persone dal punto di vista emotivo e renderle inadatte a determinati ruoli e, nei casi più estremi, certi modelli di comunicazione familiare hanno dei legami con la malattia mentale. L’educatore deve tener conto che la socializzazione può spingere gli individui a ribellarsi allo status quo e che in questo processo così ampio e totalizzante assumono una grossa parte i limiti dati dai fattori biologici di ognuno di noi e che ogni conoscenza, valore o simbolo non deve essere imposto o dato per incontrovertibile ma, perché il processo di socializzazione possa dirsi riuscito, per una persona, devono verificarsi almeno tre condizioni:
• deve capire cosa ci si aspetta da lei e quale comportamento è implicito nei vari ruoli che assume;
• deve sviluppare la capacità (intellettuale, sociale, fisica) di soddisfare le esigenze connesse a questi ruoli;
• deve acquisire il desiderio di essere adeguata rispetto a un ruolo e quindi possedere un certo grado di accettazione delle regole della società.
La socializzazione infantile risulta, quindi, un processo delicato perché influisce sui valori di base; i bambini prendono sul serio le aspettative ideali e, solo col tempo, impareranno a distinguere tra queste e quanto ci si può ragionevolmente attendere in una situazione.