I deficit sensoriali
Approfondimento sulle disabilità sensoriali: deficit visivo, uditivo, ipoacusia, pregiudizi (20 pagine formato doc)
Il principale parametro per valutare la capacità visiva è l'acuità visiva o visus, definibile come la capacità di distinguere a una distanza data determinate forme o di discriminare due punti vicini.
La misura di tale capacità viene normalmente espressa con frazioni numeriche. Un visus ottimale corrisponde, in Italia a 10/10.
Un ulteriore parametro di valutazione della funzionalità visiva è il campo visivo, che corrisponde all'ampiezza della scena visibile quando lo guardo è fisso su un punto dello spazio.
I deficit visivi possono essere attribuiti a una riduzione dell'acuità visiva ( ambliopia) oppure a una riduzione del campo visivo ( emianopsia).
Il grado di minorazione visiva può variare :
- dalla cecità totale, in cui vi è l'impossibilità di percepire qualsiasi stimolo visivo;
- dalla cecità legale, ossia un residuo visivo inferiore a un minimum prestabilito.
- dalla ipovisione, ossia una parziale capacità visiva. Per parlare di ipovisione si fa riferimento a un residuo visivo fino a 3/10 o a un campo visivo inferiore a 30°, indipendentemente dall'acuità visiva.
Nonostante la suddetta classificazione, la definizione di cecità, nella letteratura didattica specialistica, non è affatto uniforme.
Nel testo di G. Accorsini, edito nel 1986, l'handicap è così definito: "La cecità, in quanto a grado, può essere parziale (con residuo) o totale (assoluta).
La misura di tale capacità viene normalmente espressa con frazioni numeriche. Un visus ottimale corrisponde, in Italia a 10/10.
Un ulteriore parametro di valutazione della funzionalità visiva è il campo visivo, che corrisponde all'ampiezza della scena visibile quando lo guardo è fisso su un punto dello spazio.
I deficit visivi possono essere attribuiti a una riduzione dell'acuità visiva ( ambliopia) oppure a una riduzione del campo visivo ( emianopsia).
Il grado di minorazione visiva può variare :
- dalla cecità totale, in cui vi è l'impossibilità di percepire qualsiasi stimolo visivo;
- dalla cecità legale, ossia un residuo visivo inferiore a un minimum prestabilito.
- dalla ipovisione, ossia una parziale capacità visiva. Per parlare di ipovisione si fa riferimento a un residuo visivo fino a 3/10 o a un campo visivo inferiore a 30°, indipendentemente dall'acuità visiva.
Nonostante la suddetta classificazione, la definizione di cecità, nella letteratura didattica specialistica, non è affatto uniforme.
Nel testo di G. Accorsini, edito nel 1986, l'handicap è così definito: "La cecità, in quanto a grado, può essere parziale (con residuo) o totale (assoluta).