Tesina di educazione fisica sul nuoto

Tesina di educazione fisica sul nuoto: stili, tuffi, nuoto sincronizzato e storia del nuoto nelle varie epoche. Cos'è e come si pratica

Tesina di educazione fisica sul nuoto
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Il nuoto

Il nuoto: qual è la sua storia? Come si pratica e quali sono gli stili?
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Il nuoto è un sport che nasce da un insieme di movimenti con cui un corpo si sposta più o meno velocemente nell'acqua, scivolandoci sopra per mezzo di trazioni di spinta.

Le origini del nuoto sono antichissime: in tempi lontani era praticato solo come arte militare, ma al tempo dei Romani fu diffuso come costume ricreativo.

Oggi ha valore agonistico, ricreativo ed etico sociale, dal momento che ha anche funzione di salvataggio in acqua. Inoltre, nella scelta di praticarlo, viene spesso indicato come uno degli sport migliori, perché richiede una partecipazione simultanea dei vari distretti muscolari, coordinata con gli atti respiratori.

Solo nell’epoca attuale sono state fissate le prime regole e stili di nuoto.

Il campo di gara del nuoto è la piscina, che ha precise dimensioni: 50 metri di lunghezza per 21 metri di larghezza e 1,80 m di profondità. La piscina si divide in otto corsie (larghe 2,50 m ciascuna) delimitate da galleggianti uniti l’uno all’altro. La temperatura dell’acqua non può essere inferiore ai 24°C.

Gli stili del nuoto

Le gare ufficiali nel nuoto prevedono:

  • stile libero o crawl
  • rana
  • farfalla o delfino
  • dorso.

Le gare sono divise per sesso:

  • Le gare dello stile libero maschile sono 50, 100, 200, 400, 1500 metri e le staffette 4x 100 e 4x 200 metri. 
  • Le gare dello stile libero femminile sono 50, 100, 200, 400, 800 metri e le staffette 4x 100 e 4 x 200 metri.

Stile libero o crawl

Il Crawl è lo stile più diffuso, anche perché più redditizio in termini di velocità.

Il corpo è adagiato sull’acqua in posizione prona, e il suo spostamento avviene per mezzo di un movimento a ritmo alternato delle braccia, che viene eseguito con scioltezza e potenza. Questo movimento è coordinato con un altrettanto veloce movimento degli arti inferiori, leggermente flessi al ginocchio, che si spostano dal basso verso l’alto e viceversa.

Il movimento degli arti inferiori parte sempre dall’anca e mai dal ginocchio. Il rapporto di movimento fra braccia e gambe è di solito di 1 a 4, 1 a 6, 1 a 8. Il viso è sempre in immersione e, quando il nuotatore deve compiere l’inspirazione, esegue una rotazione col viso in immersione. Il respiro avviene in genere ogni tre bracciate, ma si può variare in base alle necessità.

Rana

La nuotata a rana, utilizzando la posizione prona del corpo in acqua, ricorda un movimento simile a quello che compiono i girini. In questo stile, arti superiori ed inferiori si muovono simmetricamente e sincronicamente.

Il corpo è prono, alla massima estensione, con il capo leggermente flesso indietro. Mentre le braccia sono in alto tese, con i palmi delle mani uniti, ri raccolgono le gambe con le ginocchia divaricate, piedi ruotati all’esterno; successivamente, con un movimento di calcio - spinta, si estendono le gambe che si uniranno per iniziare un nuovo movimento.

Le braccia si allargano per fuori-basso, compiendo una trazione nell’acqua, ed arrivano quasi all’altezza delle spalle. Mantenendo il gomito nella stessa posizione, le avambraccia si flettono, mentre le mani convergono all’interno prima della successiva estensione delle braccia che ritorneranno nella posizione iniziale.

Tra i due momenti coordinati dei movimenti gambe - braccia, si inserisce il respiro.

Delfino

La nuotata a delfino è, in un certo senso, un esercizio imitativo.

I movimenti delle braccia e delle gambe sono eseguiti in modo simmetrico dagli arti inferiori e superiori. Le braccia, che inizialmente si trovano tese in avanti, compiono un movimento di trazione spingendosi contemporaneamente da dietro-fuori, in avanti, finché arrivano all’altezza del petto: in questo momento compiono un altro movimento di trazione-spinta verso le cosce, che serve ad elevare le spalle ed il capo per inspirare (la respirazione avviene a capo immerso nel primo movimento di trazione).

Le braccia per basso-fuori ritornano alla posizione di partenza. Le gambe, unite, battono in basso l’acqua e ritornano, come si trattasse di una grossa coda, con un rapporto di due o tre battute per ogni bracciata. Il movimento è coordinato dall’azione dei muscoli del bacino e della zona lombare, nonché da un movimento ondulatorio della colonna vertebrale, simile a quella dei delfini.

Uno stile simile al delfino è la farfalla. Questo stile ha le caratteristiche del delfino per quanto riguarda il movimento delle braccia, ma si differenzia per il movimento delle gambe, che sono a rana.

Dorso

La nuotata sul dorso è l’unica che avviene dalla posizione supina, col corpo in estensione sull’acqua e la testa leggermente flessa in avanti. In questo stile la respirazione avviene secondo il ritmo respiratorio personale, di solito ad ogni bracciata.

Gli arti inferiori compiono un’azione sia propulsiva che stabilizzatrice, che avviene con movimenti alternati dall’alto in basso e viceversa. Le gambe devono essere tese ma non rigide, e il movimento deve partire dall’anca. Gli arti superiori si muovono alternati con circonduzioni all'indietro, e hanno la funzione di fare avanzare il nuotatore mediante un’azione di trazione-spinta che, partendo da sott’acqua (con il braccio lungo il fianco), fa compiere la circonduzione per avanti-alto. Il braccio è in estensione ed il movimento viene aiutato dall’allungamento della spalla. Si tratta di uno stile piuttosto veloce.

Il nuoto sincronizzato

Nuoto sincronizzato
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Il nuoto sincronizzato nasce negli U.S.A. intorno agli anni '20. La gara, strettamente femminile, è distribuita su due prove: obbligatoria e libera. Gli obbligatori prevedono la rappresentazione di sei figure giudicate da una giuria composta da cinque giudici. Le atlete indossano lo stesso abbigliamento (calotta bianca e costume nero).

Gli esercizi, che hanno degli elementi obbligatori, sono resi in modo fluido, coreografo e spettacolare. Il nuoto sincronizzato olimpico prevede esclusivamente prove effettuate a squadre e in doppio.

I tuffi

I tuffi vengono introdotti ufficialmente alle Olimpiadi di Los Angeles del 1908.

La piscina per i tuffi ha sul bordo vasca la cosiddetta torre costituita da tre piattaforme (a 5-7, 5-10 metri) e tre trampolini (uno ad 1 metro e due a tre metri).

Ai giochi olimpici si disputano gare dal trampolino di 3 metri e dalla piattaforma di 10 metri, sia con prove maschili che femminili. Inoltre recentemente è stata anche immessa la prova sincronizzata a coppie.

Mentre la piattaforma è rigida, il trampolino è elastico, e si completa con una tavola in legno o in lega leggera. La gara viene controllata dai giudici che, in base alla classe e alla difficoltà del tuffo, decidono un punteggio che determina la classifica finale.

Le classi sono sei:

  1. Salto in avanti
  2. Salto all’indietro
  3. Salto inverso
  4. Salti all’interno
  5. Salti con avvitamento
  6. Salti in equilibrio

I gradi di difficoltà vengono indicati da lettere. Prima del tuffo, su un apposito tabellone appaiono il numero della classe, tre o quattro numeri, e la lettera del grado di difficoltà del tuffo.

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