Tesina sul pensiero di Dostoevskij, romanzo e filosofia
Fëdor Dostoevskij: pensiero, nichilismo, tema del male, del bene e della libertà (12 pagine formato doc)
DOSTOEVSKIJ: PENSIERO
Dostoevskij: romanzo e filosofia.
Sommario:- Introduzione
- L’uomo e lo scrittore
- Le figure e le ideeù
- Male, bene e libertà
- Conclusione
DOSTOEVSKIJ: ROMANZI
Introduzione. Non c’è letterato così letto, studiato e interpretato dalla filosofia come Dostoevskij, c’è chi sostiene che abbia anticipato e superato Nietzsche con il tema del nichilismo e dell’oltreuomo, e che, al contrario di Nietzsche, abbia parlato di cosa vi è al di là del bene e del male. E proprio su questo tema Sergio Givone scrive: “La parola di Nietzsche, così fascinosa, così radicale, sembra essere l’ultima e definitiva: oltrepassante l’etica e perciò tale da chiudere il discorso sulla dimensione essenzialmente morale dell’esistenza.
Ma già prima di Nietzsche […] Dostoevskij aveva fatto vedere come la pretesa di oltrepassare l’etica (e quindi oltrepassare l’uomo) non faccia che riprecipitare l’uomo nel suo luogo più proprio, dove ne va di lui perché il bene e il male sono il suo destino. Dostoevskij conosce la forza della grande suggestione nietzschiana. […] L’ha anche fatta sua, convinto com’è che occorra sperimentare «entrambi gli abissi». Sa però che al di là del bene e del male non c’è che il male.DOSTOEVSKIJ, PERSONAGGI
Nietzsche tace in proposito, benché non ignorasse l’obiezione. Dostoevskij invece è stato molto chiaro, anche se non poteva sapere a chi stava rivolgendosi. Di chi l’ultima parola?”. Affascinante perché parla dell’uomo, dell’ambiguità dell’uomo, del bene, del male, della libertà.. il suo pensiero traspare dai suoi personaggi e sono proprio questi che analizza Pareyson per capire ed interpretare il pensiero di Dostoevskij. Molte sono state le interpretazioni di Dostoevskij, la filosofia italiana si accosta tardi a questo letterato, solo nel secondo dopoguerra con Cantoni e Paci, ma negli anni ottanta con Pareyson si hanno i risvolti più significativi, ed è proprio l’interpretazione di Pareyson in “Dostoevskij Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa” che andrò ad analizzare.
DOSTOEVSKIJ: BIOGRAFIA
Dostoevskij L’UOMO E LO SCRITTORE - Fondamentale è per capire il pensiero di Dostoevskij conoscere la sua vita, una vita caratterizzata da molteplici eventi, la maggior parte drammatici. Fedor Michajlovic Dostoevskij nasce a Mosca il 30 ottobre 1821, la madre Marija Fedorovna Necaeva viene da una famiglia di commercianti, mentre il padre Michajl Andreevic è medico ospedaliero di origine lituana. È grazie alla madre che Fedor impara a leggere (la Bibbia è la sua lettura preferita). Dopo il trasferimento in un villaggio in provincia di Tula dove la famiglia ha acquistato un terreno, nel 1837 muore la madre affetta da tisi. La famiglia si disgrega completamente e Fedor per insistenza del padre frequenta la Scuola Superiore di Ingegneria di Pietroburgo, ma continua a leggere difendendo la sua vocazione letteraria. Il padre muore nel 1839 probabilmente ucciso dai contadini che maltrattava, uomo violento e spesso ubriaco, picchiava la moglie e infieriva sui suoi servi; la sua morte, così desiderata da Fedor, “è l’esperienza vissuta d’un delitto non commesso eppure espiato, che diventerà il tema centrale de I Fratelli Karamazov.” Spesso i libri di Dostoevskij sono caratterizzati da temi autobiografici, come quello del gioco ne Il giocatore.
Il giocatore di Dostoevskij: riassunto
IL SOSIA DOSTOEVSKIJ
La sua passione per il gioco nasce quando, dopo aver terminato gli studi, ottiene il grado di ufficiale e un impiego come cartografo, ed è da questa situazione di disperazione, dovuta ai debiti, che nasce il suo odio per i tranquilli borghesi, gli accumulatori di denaro. È il 1846 quando esce il suo primo racconto, Povera Gente, e l’anno successivo Il sosia, il tema sociale del primo libro ne determinò il successo, ma il risvolto psicologico del secondo non piacque altrettanto. È in questo periodo che inizia a frequentare i circoli culturali ma anche salotti di discussioni sociali ed economiche, si avvicina così al socialismo utopistico attratto dall’idea di una società pacifica dominata dall’amore anche se non è e non sarà mai un rivoluzionario. Il 25 aprile 1849 viene imprigionato con l’accusa di far parte di una società sovversiva e il 16 novembre condannato a morte mediante fucilazione, solo all’ultimo momento la pena viene commutata in condanna ai lavori forzati in Siberia La tragica esperienza della condanna e l’odissea della deportazione hanno un’influenza decisiva sul pensiero di Dostoevskij. Passa quattro anni in una fortezza a contatto con detenuti di ogni genere, figure che ispireranno il romanzo Ricordi dalla casa dei morti.