Cos'è la felicità: tesina di filosofia
La felicità secondo Aristotele, Platone, Socrate, Epicuro, Cartesio, Paul Watzlawick e Paolo Legrenzi. Tesina di filosofia sulla felicità (10 pagine formato doc)
COS'E' LA FELICITA': TESINA DI FILOSOFIA
Se ci chiedessero cos’è la felicità? Maurizio Ferraris.
Accademico e filosofo italiano nato a Tornino nel 19656, professore ordinario di filosofia teoretica presso l’università di Torino, dove dirige il laboratorio di ontologia. E’ editorialista di “La Repubblica”, direttore della “Rivista di estetica”, condirettore di “Critique” e della “Revue francophone d’esthetique”. Ha scritto oltre quaranta libri tradotti in varie lingue, alla sua carriera è stato conferito nel 2008 il Premio filosofico “Viaggio a Siracusa” e nel 2012 il premio filosofico "Capalbio". I suoi ultimi libri sono “Anima e iPad” e “Manifesto del nuovo realismo”.Se ci interrogassimo personalmente chiedendoci quanto conta la felicità per noi, valuteremmo immediatamente che la felicità ha un peso importante nella nostra vita e che di certo nessuno penserebbe che essa sia una questione inutile o irrilevante. Se in seguito provassimo a chiederci in che cosa consista la felicità, le risposte sarebbero varie, sia perché la felicità non è sempre a stessa, sia perché persone diverse associano la felicità ad attività diverse. Di conseguenza sembra più promettente cercare una descrizione generale della felicità, cercando di individuare cioè le caratteristiche che tutte le manifestazioni della felicità hanno in comune. Si potrebbe iniziare dicendo che la felicità è un particolare stato d’animo di piacere, un’uscita dalla propria condizione media per accedere a un’esperienza eccezionale.
Cos'è la felicità: tema svolto
DEFINIZIONE DI FELICITA'
L’etimologia fa derivare la parola felicità da “felicitas”, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità. Sappiamo che spesso l’attesa di un evento desiderato è il m0mento di massima felicità, e che l’evento stesso comporta sempre un’ingiustificata delusione, oppure che in altre occasioni la felicità viene dopo, quando per esempio contempliamo un lavoro finito. D’altra parte c’è chi coglie la felicità nella quotidianità, proprio quando non facciamo nulla per conquistarla, possiamo invece parlare della felicità come di una condizione che possa caratterizzare la durata di un’intera vita? La felicità di cui ci importa veramente è quella dell’istante, o quella complessiva della nostra vita? O meglio: siamo veramente felici in un istante se questo non è aperto al futuro? Attualmente si sta affermando una sorta di “scienza della felicità” che classifica le persone sulla base di un punteggio da uno a tre: “non troppo felice”, “piuttosto felice”, “molto felice”. Secondo un’indagine recente, nella scala dei trenta paesi più felici troviamo in testa la Danimarca e in fondo la Germania (l’Italia è terzultima), il che risulta bizzarro, perché significa che passando un confine, quello tra Danimarca e Germania, si entra in un abisso di infelicità.
Tema sulla felicità
COS'E' LA FELICITA' FILOSOFIA
Ma qual è l’opinione dei filosofi in merito alla felicità? A dar retta a loro l’ipotesi che la contentezza sia strettamente connessa alla virtù e il sapere è di gran lunga prevalente.
L’etica degli antichi si è sviluppata come disciplina razionale ponendo al proprio centro l’idea di felicità, alla cui base vi sono il piacere e la virtù, capaci di sintetizzare i valori più significativi della vita. Gli illuministi affermarono inoltre che è nostro diritto ricercare la felicità, ed è nostro dovere non considerare l’infelicità nostra ed altrui un retaggio naturale.
Quali sono le caratteristiche della felicità? Primo, la felicità richiede un oggetto, l’esistenza di qualcosa nel mondo che ci rende felici: una persona, una cosa, una speranza o anche un’idea. Secondo, non può essere un fatto puramente individuale. Freud diceva che non si ride e non si piange mai da soli, che l’uomo è un animale che sta in società. Il solo fatto di stare da soli può essere infatti una causa di infelicità e inoltre non c’è felicità che non risulti un po’ diminuita dal fatto di non poterla condividere con altri. Infine, non ci si deve dimenticare che la ricerca ossessiva della felicità è da annoverarsi tra le cause maggiori di infelicità. Si è infatti felici non quando si cerca di esserlo, ma quando, cercando qualcos’altro o non cercando affatto, ci accorgiamo di essere felici, e proprio in quel momento lo siamo già di meno o non lo siamo più, giacché “per vedere la felicità, se ne dovrebbe uscire”.
Sicuramente una vita felice è una vita piena e realizzata, cioè una vita che ha senso e valore. È dunque l’uomo in grado di organizzare la propria condotta di vita, i propri comportamenti, in modo tale da procurarsi la felicità? Un uomo che riesce a vivere in questo modo è definito “virtuoso”. Ma è cosa semplice conseguire la virtù? Non proprio; ritenere che sia possibile gestire razionalmente la felicità sembra implicare che il destino sia nelle nostre mani, mentre sappiamo che le circostanze esterne possono impedire o anche repentinamente annientare la nostra felicità.
Tema sulla ricerca della felicità
COS'E' LA FELICITA': SOCRATE
Socrate
Nacque ad Atene nel 470-469 a.C. e morì nel 399 a.C. la sua vocazione fu la filosofia, intesa come un esame incessante di sé stesso e degli altri. Fu un uomo dalla personalità strana ed inquietante. Volontariamente non lasciò nessuna opera scritta. Per aver violato le leggi di Atene fu condannato all’esilio o alla morte, e scelse di essere avvelenato per rimanere coerente ai suoi principi.
Come accennato nell’introduzione, l’etica greca pone la felicità come fine ultimo dell’agire umano. L’uomo cerca di organizzare la propria vita in modo tale da procurarsi la felicità, e secondo Socrate per riuscirci è necessario saper ragionare su ciò che è bene e ciò che è male per noi.