Tesina di maturità sulla banalità del male

Percorso multidisciplinare che descrive e analizza i temi trattati dalla filosofa Hannah Arendt nella sua opera "La banalità del male" e in particolar modo il rapporto tra etica e obbedienza della legge. Tutto il lavoro si incentra sull'analisi di uno dei personaggi dell'opera, Eichmann, per poi sviluppare considerazioni personali sull'argomento con opportuni riferimenti ad esso collegati come l'esperimento di Milgram sull'autorità oppure la filosofia di Heidegger e di Kant (40 pagine formato doc)

Appunto di silvestriselene

TESINA DI MATURITA' SULLA BANALITA' DEL MALE

La normalità del male.

Lo sgretolamento della coscienza comune. Introduzione - Questo lavoro nasce da una personale curiosità nei confronti dei temi trattati dalla filosofa Hannah Arendt e in particolar modo della questione riguardante le ricerche sulla “psicologia del male” e il dilemma fra etica e obbedienza alla legge.  
Il film biografico su Hannah Arendt uscito il 27 gennaio del 2014, in occasione della Giornata della Memoria, mi ha permesso, secondo l’ottica della regista Margarethe Von Trotta, di osservare una delle più grandi pensatrici del ‘900 sotto diversi punti di vista, che spaziano da un ambito più intimo e personale, riguardante la ricostruzione di quella che sarebbe potuta essere la personalità di questa donna, all’ambito puramente professionale.

La banalità del male di Arendt: riassunto e significato dell'opera

TESINA SU HAHHAH ARENDT LA BANALITA' DEL MALE

La visione del film e la lettura della sua opera “La banalità del male” mi hanno consentito di dipingere la figura di questa filosofa, di capire la sua ideologia, di apprezzare il suo pensiero e la sua determinazione, quest’ultima una delle caratteristiche più salienti della sua personalità, che trapela chiaramente dal suo modo di scrivere e dalle pagine della sua opera.
Com’è rilevato dal film, la Arendt resta sempre e comunque fedele ai suoi principi, non si scompone, né si abbatte quando le viene proibito di insegnare, anzi si reca nella sua aula gremita di studenti e spiega ai suoi allievi, in modo semplice, chiaro, meticoloso, ma fermo e deciso, il vero significato della materia trattata nell’opera “La banalità del male”, venendo applaudita e compresa dai suoi “giovani ammiratori”.

Le parole della Arendt enfatizzano l’importanza di non fermarsi soltanto ai fatti, alle apparenze, trovando solo una conclusione senza andare in profondità, ma di aprire la mente per poter dare il giusto valore ai propri pensieri.

La banalità del male e Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt: riassunto

HAHHAH ARENDT: TESINA MATURITA'

Il frutto di questo mio interesse e delle mie riflessioni, sfocia in questo lavoro che mira non solo a trattare oggettivamente la filosofia di Hannah Arendt, ma vuole anche introdurre una sfumatura personale alla ricerca effettuata. Il tema della mancanza del pensiero che si riduce all’obbedienza e al “meccanico“ compimento del proprio dovere, non riguarda solamente l’era nazista, perché il “Pas trop de zel”, ossia il “non troppo zelo”, come affermava Charles De Gaulle, non ha caratterizzato solo il periodo buio della Seconda Guerra Mondiale, ma anche l’applicazione cieca della legge che fa danni ancora oggi. Detto questo dunque, il pensiero arendtiano serve anche come termine di paragone di ciò che manca nell’etica politica attuale: la scomparsa dell’autenticità del termine politica che si deve fondare su uomini liberi che agiscono politicamente e come tale pensano.
Secondo Hannah Arendt, di conseguenza, bisogna riqualificare l’etica politica e l’agire politico, dando fiducia alle nostre azioni e alle parole, prendendo spunto dal sentimento della spontaneità che anima tutti gli uomini.   

Asch e Milgram: esperimenti e condizionamento sociale