Tesina di maturità sulla teoria dell'eterno ritorno
Spiegazione della teoria filosofica di Nietzsche dell'eterno ritorno presente nel suo capolavoro "Così parlò Zarathustra". Tesina di maturità che mette in relazione la tesi di Nietzsche, la scienza, un'opera di Kundera e l'arte di De Chirico (9 pagine formato doc)
TESINA DI MATURITA' SULLA TEORIA DELL'ETERNO RITORNO
La teoria nietzschiana dell’Eterno ritorno e le sue interpretazioni.
“Non ho ancora trovato la donna con la quale desidero avere figli, tranne questa donna che io amo: perché io amo te, o eternità! Poiché ti amo, o eternità!” (da Così parlò Zarathustra, “La canzone del Sì e dell’Amen”)“L’Eternità è un fanciullo che gioca, muovendo i pezzi sulla scacchiera: di un fanciullo è il regno”. Eraclito
La frase di Eraclito qui sopra riportata è una delle più enigmatiche che il celebre filosofo ci abbia lasciato: i suoi aforismi sono sempre stati oggetto di molteplici e ambigue interpretazioni, a causa della loro brevità e incisività; non a caso Eraclito è noto anche come l’Oscuro. Questo aspetto affascinò particolarmente Nietzsche, che guardava a lui come ad un esempio di “superbia del sapiente” poiché conferì alla natura una carica di mistero tale da renderla accessibile solo ai filosofi (infatti la natura “ama nascondersi”).
L'eterno ritorno di Nietzsche: tesina
ETERNO RITORNO: TESINA
In particolar modo la frase tocca un argomento tra i più cari a Nietzsche: l’eternità. Parlare di un fanciullo come simbolo dell’eternità equivale a dire che essa è una dimensione che costantemente si rinnova, progredisce e cambia; ma in realtà ha qualcosa di fisso che ritorna: infatti il fanciullo in questione gioca a scacchi, un gioco da tavola che dunque presuppone riflessioni e schemi ben meditati. In sintesi, abbiamo di fronte una struttura di base costante, entro la quale possono avvenire infinite combinazioni. Con questa chiave interpretativa potremmo dunque accostare Eraclito e Nietzsche, il filosofo dell’Eterno ritorno dell’uguale.
La teoria dell’Eterno Ritorno, ossia dell’eterno ripresentarsi di tutte le vicende del mondo e dell’esperienza esistenziale dell’uomo, fu formulata da Nietzsche in seguito a quella che egli stesso non esitò a definire una “folgorazione”. Durante una passeggiata a Sils Maria (in Alta Engadina) nell’agosto del 1881, quando si trovava ‹‹a 6000 piedi al di là dell’uomo e del tempo›› nei pressi del lago di Silvaplana, egli formulò il più abissale dei suoi pensieri – e non è un caso che sia proprio un luogo della Svizzera a suscitare in lui questa rivelazione: sono proprio questi i sentieri impervi percorsi dal pittore romantico William Turner nella sua costante ricerca del Sublime.
Nietzsche: filosofia e malattia; nazificazione e denazificazione
L'ETERNO RITORNO NEL COSI' PARLO' ZARATHUSTRA
Una prima immagine con cui il filosofo illustra l’Eterno ritorno è quella di una clessidra che sempre viene capovolta:
« Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione [...]. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!” Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: "Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina"?»