Luce fonte di vita e di emozioni: tesina maturità

Tesina di maturità per il liceo scientifico sull'importanza della luce e di come il rapporto uomo-luce venga ripreso dall'architettura e nella Divina Commedia di Dante Alighieri (13 pagine formato doc)

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LUCE FONTE DI VITA E DI EMOZIONI: TESINA MATURITA'

La luce, fonte di vita e di emozioni.

Introduzione. A questo percorso tematico è sottesa la volontà di mostrare quanto il fattore luminoso sia determinante nella nostra vita.
Partendo dalle definizione ed analisi fisica del fenomeno «luce», si passa alla determinazione del rapporto tra vita e luce e alla descrizione di quanto la radiazione luminosa, con le sue caratteristiche qualitative e quantitative, sia necessaria ed indispensabile per l’uomo.
In epoca moderna, questa infrangibilità del rapporto uomo-luce verrà ripreso dall’architetto svizzero Le Corbusier nel corso del ‘900, il quale, con l’introduzione di innovazioni tecniche, riuscirà a sfruttare pienamente la luce per gli interni dei suoi edifici.

Tesina sulla luce


LUCE IN LETTERATURA ITALIANA

L’idea alla quale la parola «luce» rimanda nelle nostri mente è quella di qualcosa di divino, che va oltre al contingente, qualcosa di immutabile, di essenziale. La stessa idea è quella di cui si è servito Dante nella Divina Commedia: l’immensa luminosità che pervade l’intero Paradiso dantesco, e in particolare l’ultima cantica, quando Dante pellegrino rimane abbagliato da questa luce eterna ed infinita, è la manifestazione del Dio buono e glorioso, l’ultimo legame tra mondo terreno e divino.
La natura della luce: descrizione fisica del fenomeno.

Teoria corpuscolare. Secondo il modello formulato da Isaac Newton nel XVII secolo, la luce viene vista come composta da piccole particelle di materia (corpuscoli) emesse in tutte le direzioni; questa teoria spiega molto facilmente alcune caratteristiche della propagazione della luce che erano ben note all'epoca di Isaac Newton.

Onde, suono e luce: definzione di fisica


TESINA SULLA LUCE, LICEO SCIENTIFICO

Innanzi tutto la meccanica galileiana prevede, correttamente, che le particelle (inclusi i corpuscoli di luce) si propaghino in linea retta ed il fatto che questi fossero previsti essere molto leggeri è coerente con una velocità della luce alta ma non infinita. Anche il fenomeno della riflessione può essere spiegato in maniera semplice tramite l'urto elastico della particella di luce sulla superficie riflettente.
Per la spiegazione della rifrazione basta pensare che le particelle incidenti sul materiale rifrangente subiscano, ad opera di questo, delle forze perpendicolari alla superficie che ne cambiano la traiettoria.
I colori dell'arcobaleno venivano spiegati tramite l'introduzione di un gran numero di corpuscoli di luce diversi (uno per ogni colore) ed il bianco era pensato come formato da tante di queste particelle.
Una conseguenza della teoria corpuscolare della luce è che questa, per via dell'accelerazione gravitazionale, aumenti la sua velocità quando si propaga all'interno di un mezzo.
Teoria ondulatoria
Per la teoria formulata invece da Christiaan Huygens nel 1678, la luce viene vista come un'onda che si propaga (in maniera del tutto simile alle onde del mare o a quelle acustiche) in un mezzo, chiamato etere, che si supponeva pervadere tutto l'universo ed essere formato da microscopiche particelle elastiche.

L'emozioni dell'uomo: tesina maturità


TESINA SULLA LUCE, COLLEGAMENTI

Nel 1801 Thomas Young dimostrò come i fenomeni della diffrazione (osservato per la prima volta Francesco Maria Grimaldi nel 1665) e dell'interferenza fosse interamente spiegabile dalla teoria ondulatoria e non lo fosse dalla teoria corpuscolare.
Un problema della teoria ondulatoria era la propagazione rettilinea della luce. Infatti era ben noto che le onde sono capaci di aggirare gli ostacoli mentre è esperienza comune che la luce si propaghi in linea retta. Questa apparente incongruenza può però essere spiegata assumendo che la luce abbia una lunghezza d'onda microscopica.
Al contrario della teoria corpuscolare, quella ondulatoria prevede che la luce si propaghi più lentamente all'interno di un mezzo che nel vuoto; restano quindi ambiguità sulla velocità della luce.