Tesina di terza media sull'emigrazione

Emigrazione: tesina di terza media: elaborato per le scuole medie su immigrazione ed emigrazione e il problema dell'integrazione

Tesina di terza media sull'emigrazione
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Tesina sull'emigrazione e l'immigrazione

Tesina sull'emigrazione
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Emigrare significa abbandonare il proprio luogo d’origine per stabilirsi altrove.

Le migrazioni dei popoli hanno costituito uno degli aspetti più rilevanti della storia. Grazie a tali movimenti la nostra specie, diffondendosi, ha occupato tutti i continenti.Oggi stiamo assistendo a una nuova ondata migratoria, che si sviluppa prevalentemente in direzione sud-nord. Camminando per qualsiasi città Europea occidentale ci accorgiamo come il nostro continente è stato sottoposto a una sorta di invasioni pacifiche e silenziose di individui diversi per nazionalità, lingua e cultura, diversi perfino per il colore della pelle e per i tratti somatici.

La ragione che ha spinto questi popoli ad abbandonare la propria terra e famiglia e soprattutto di tipo economico, ma molti sono emigrati anche per motivi politici o per scappare dai massacri provocati dalla guerra, che interrottamente travaglia molte parti dell’Africa e dell’Asia.

Uno dei fattori che porta all’emigrazione sono anche l’industrializzazione e lo sfruttamento di queste grandi masse di disperati, costringendoli ad accettare i lavori più faticosi e pericolosi in cambio di salari del tutto inadeguati. Al tempo stesso però, l’arrivo di queste masse suscita diffidenza, antipatia, ostilità e odio per gli stranieri, se non addirittura razzismo. Anche in Italia fra Ottocento e Novecento, e poi dopo la seconda guerra mondiale, molte persone sono emigrate all’estero: il mio bisnonno nel '64 è andato a vivere in Germania per guadagnare e mandare i soldi a mia nonna.

Dopo un anno anche i miei nonni lo hanno raggiunto e sono rimasti tutti lì per vent’anni, dopo i quali sono ritornati in Calabria, dove sono nato e rimasto fino al '96, anno in cui sono ritornato in Germania. Oggi vivo a Poggibonsi in Toscana dall’estate del 2003 e sono molto felice e spero di non spostarmi più. In questo paese i miei nonni non erano visti molto bene e la loro integrazione è stata dura, anche se oggi vivono ancora li e non appena andranno in pensione coroneranno il sogno di trasferirsi in Italia.

Ancor più imponenti delle migrazioni verso l’estero sono però state quelle interne, che hanno visto una parte considerevole della popolazione meridionale trasferirsi nelle città del triangolo cosiddetto “industriale” (Milano, Torino e Genova).

Immigrazione in Italia: tesina

Oggi gli italiani migrano in modo diverso, con un titolo di studio elevato e competenze professionali molto alte, per cui all'estero trovano salari e condizioni di vita migliori: per questo si parla di "fuga dei cervelli". In compenso si trovano piuttosto impreparati di fronte all’arrivo inatteso di centinaia di migliaia di stranieri. Una ventina di anni fa, i primi venditori ambulanti di pelle nera, che percorrono le spiagge tentando con un sorriso di convincere gli italiani a comprare la loro merce, suscitavano simpatia. Oggi invece molti guardano con allarme il continuo ingresso di migranti, giudicati come probabile delinquenti o come insidiosi rivali nella ricerca di lavoro sempre più difficile da trovare.

       

Occorre ricordare che l’Italia è - in Europa - fra i paesi con il minor numero di stranieri. Nonostante il gran numero di stranieri in tutta l’Europa occidentale, le cifre sono destinate ad aumentare. Non è possibile sapere con certezza quanti siano gli immigrati presenti nel nostro paese, poiché a quelli che hanno ottenuto la cittadinanza e a quelli provvisti di regolare permesso di soggiorno, vanno aggiunti gli irregolari, cioè coloro che sono costretti a nascondersi e risultano quindi sconosciuti agli uffici anagrafici.

Gli immigrati per la maggioranza provengono da Africa del Nord, Asia, America Latina e paesi dell’Europa orientale (Albania, ex Jugoslavia, Polonia e Romania). A questi si possono aggiungere le minoranze rom, stanziate da molto tempo in Italia, ma viste male perché ritenute dedite all’accattonaggio e alla microcriminalità. Molti immigrati sono analfabeti, ma un terzo di loro è in possesso di diploma o laurea.

Immigrazione e integrazione

Per comprendere appieno il dramma di queste persone si deve pensare in primo luogo alla disperazione che le costringe a lasciare la propria terra, le proprie famiglie ad affrontare viaggi spesso molto pericolosi e faticosi. Al loro arrivo costoro si trovano di fronte a svariati problemi, come la difficoltà a capire la lingua e a trovare lavoro e alloggio. Poi sono sottoposti a ostilità da parte della popolazione e soffrono spesso di solitudine. In molti casi il percorso di un migrante è di trovare alloggio da un amico e successivamente cercare casa e lavoro, anche se questo spesso gli viene offerto in nero.

Per molti, i migranti sono coloro che vivono di elemosina, lavorano come lavavetri o venditori ambulanti, sempre che non entrino nel giro della droga. Certo queste attività sono molto diffuse ma i dati dimostrano che la maggior parte di loro è impiegata nell’industria e nell’agricoltura. E a questo proposito si pone una questione essenziale: è giustificato il timore diffuso che questi lavoratori aumentino la disoccupazione del paese? La loro disponibilità ad accettare i lavori più pericolosi con salari bassissimi può indurre imprenditori senza scrupoli a preferirli ai braccianti italiani?

Non si può negare che tale preoccupazione sia talvolta giustificata, ma i migranti generalmente svolgono lavori che i giovani disoccupati non sono disposti ad accettare perché dannosi alla salute o precarie. Quindi gli immigrati contribuiscono allo sviluppo del paese e fanno andare avanti mestieri che sarebbero persi.

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