I movimenti migratori: definizione e flussi migratori in Italia

Tesina sui movimenti migratori, definizione, cause e conseguenze e i flussi migratori in Italia (2 pagine formato doc)

Appunto di flygirl2007

I MOVIMENTI MIGRATORI: DEFINIZIONE E FLUSSI MIGRATORI IN ITALIA

I movimenti migratori.

La popolazione emigra da un certo territorio per motivazioni che possono essere di tipo economiche (emigrante) o a causa di guerre, instabilità politiche, persecuzioni o carestie (profughi).
I profughi, sono costretti dagli eventi ad andarsene dal loro paese perché restare potrebbe significare la morte. Essi sono accolti dai paesi in cui giungono e una volta arrivati chiedono asilo politico: il paese ospite prima si accerta che ci siano seri motivi di pericolo e se è effettivamente così il profugo ottiene asilo politico e il paese ospitante per il periodo in cui il profugo rischia la vita gli garantisce vitto e alloggio.
Il continente che produce il maggior numero di profughi e che ne ospita anche è l’Africa (seguita da Canada, U.S.A., Australia), perché molti profughi in generale tendono a non allontanarsi troppo dal proprio paese d’origine rifugiandosi nei paesi confinanti.
L’alto commissariato dell’ONU  per i rifugiati politici è l’organismo che si occupa dei profughi (circa 20 milioni che vivono in campi appositamente allestiti in pessime condizioni di vita).

I movimenti migratori: definizione e storia


FENOMENI MIGRATORI: CAUSE E CONSEGUENZE

I movimenti migratori variano:
- nel tempo: possono essere permanenti, cioè quando non si fa più ritorno al paese d’origine o temporanei, quando trascorso un certo periodo di tempo gli emigranti ritornano al paese d’origine.
- nello spazio: possono essere nazionali che avvengono quando si emigra all’interno dello stesso stato, internazionali, cioè quando si emigra da uno stato all’altro, o intercontinentali, quando si emigra da un continente verso un altro.
Il flusso migratorio più consistente è stato tra il 1880 e il 1914, quando circa 40 milioni di Europei a causa del crescente aumento della popolazione e la scarsità di risorse, hanno lasciato l’Europa per cercare di rifarsi una vita in America (U.S.A. e Canada), dove vi era il bisogno di manodopera non qualificata.
Un altro flusso migratorio si è verificato nel secondo dopoguerra, quando la popolazione è emigrata dall’Europa meridionale (Spagna e Portogallo) all’Europa centro-occidentale.
Sempre in questo periodo (1950-1970) in Francia e Gran Bretagna arrivano dalle colonie del nord Africa, India e Pakistan gli emigrati, i quali sono più avvantaggiati degli altri emigrati perché conoscono già la lingua.
Negli anni 70’ questi flussi diminuiscono a causa dello shock petrolifero, il quale determina una crisi economica e dunque la disoccupazione (molti immigrati devono tornare alla loro patria).

Negli anni 80’ la situazione cambia ancora  in quanto l’Europa da area di partenza diventa area di arrivo (dal sud del mondo molti emigrano in Europa).
Nel 1981 l’Italia per la prima volta presenta un saldo migratorio positivo.

Flussi migratori: significato, cause e conseguenze


FLUSSI MIGRATORI NELLA STORIA

Attualmente i flussi migratori dal sud del mondo continuano ad aumentare.
Per quanto riguarda i movimenti nazionali, fino a vent’anni fa c’era la tendenza di spostarsi dalle aree rurali alle città, in quanto vi era maggiore possibilità di trovare lavoro; oggi si assiste alla tendenza inversa, cioè dalle città si passa a vivere nelle periferie, perché la vita nella città è troppo costosa, caotica e inquinata e inoltre attualmente nelle periferie è possibile trovare tutti i servizi che prima erano presenti solo nelle città (università, teatri…)
Nei paesi in via di sviluppo, la città continua a svolgere il ruolo di polo di attrazione, ciò accade perché l’estrema povertà delle aree rurali costringe i contadini a spingersi verso le città in cerca di lavoro che però spesso non trovano dovendosi ammassare nelle periferie.

Flussi migratori in Italia


MOVIMENTI MIGRATORI IN ITALIA

Situazione italiana. L’Italia diventa un’area d’immigrazione a partire dal 1980.
I lavoratori stranieri sono divisibili in tre gruppi:
- regolari: coloro che hanno il permesso di soggiorno (secondo le stime della Caritas in Italia ci sono circa 3 milioni di lavoratori stranieri regolari);
- irregolari: coloro che non hanno momentaneamente il permesso di soggiorno perché scaduto;
- clandestini: coloro che non hanno il permesso di soggiorno e non possiedono neanche i requisiti per ottenerlo.