Il gioco d'azzardo: tesina maturità

Tesina per la maturità sulla storia del gioco d'azzardo, il gioco d'azzardo nella letteratura italiana (ne Il fu Mattia Pascal di Pirandello), tipi di gioco, regole, e gli effetti economici e sociali sulla persona (34 pagine formato pps)

Appunto di andreabizz8

IL GIOCO D'AZZARDO: TESINA MATURITA'

Il gioco d'azzardo.
Cos’è
La Storia Del Gioco D’Azzardo
Tipi di Gioco D’Azzardo
Come Vincere e chi vince
Effetti Economici E Sociali
Legalizzazione del Gioco
Il Poker
Il Black Jack

Il gioco d'azzardo: tema svolto

 

IL FU MATTIA PASCAL GIOCO D'AZZARDO

Il Gioco D’Azzardo Nella Letteratura
Nella letteratura italiano possiamo ritrovare un esempio di come il gioco d’azzardo può cambiare radicalmente il corso della vita di un uomo.
Un esempio molto forte è dato dal libro “Il fu Mattia Pascal” scritto da Luigi Pirandello nel 1903.

Riassunto Mattia è un piccolo borghese, intrappolato in una famiglia insopportabile e di una misera condizione sociale, che, per un caso fortuito, si trova improvvisamente libero e padrone di sé stesso, diventa economicamente autosufficiente grazie a una cospicua vincita alla roulette a Montecarlo e apprende di essere ufficialmente morto, in quanto la moglie e la suocera lo hanno riconosciuto in un cadavere di un annegato.
Però, invece di approfittare della liberazione dalla “forma” sociale per vivere immerso nel fluire della vita, senza più assumere maschere, Mattia Pascal si sforza di costruirsi un’identità nuova. In lui resta insuperabile l’attaccamento alla vita sociale, alla “trappola”, quindi egli soffre perché la sua identità falsa lo costringe all’esclusione dalla vita degli altri. Decide pertanto di rientrare nella sua vecchia identità, tornando in famiglia, ma scopre che la moglie si è risposata e ha avuto una figlia con il suo migliore amico. 

Tesina maturità su League of Legends

 

GIOCO D'AZZARDO STORIA

Cos’è il Gioco D’Azzardo.
“Il gioco d’azzardo è una tassa sugli imbecilli” Camillo Benso Conte di Cavour
“Il gioco d’azzardo è un corpo a corpo con il destino” Anatole France, Il Giardino di Epicuro, 1895
“Il tratto distintivo di un giocatore di poker, non è quando vince o quanto vince, ma come gestisce la situazione quando perde” Bobby Baldwin vincitore più giovane delle World Series of Poker
“Passatempo il cui piacere consiste in parte nella coscienza dei propri vantaggi, ma soprattutto nello spettacolo delle perdite altrui” Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911
“Giocare d’azzardo significa fare esperimenti col caso” Novalis, Frammenti, 1795/1800

Il gioco d’azzardo è quell’arte che prevede il pagamento di una certa somma di denaro in cambio poi di una somma maggiore in caso di vincita.
Nel gioco d’azzardo non esistono strategie per vincere sicuramente, ma è possibile stabilire se una certa giocata sia vantaggiosa o meno, se un evento sia più probabile rispetto a un’altro.
Nel gioco d’azzardo i risultati di ogni giocata dipendono dal giocatore e dal caso.
In Italia il gioco d’azzardo è molto diffuso, infatti tra i giocatori d’azzardo abbiamo:
   a. Dirigenti …………..    47%
   b. Ceto medio-basso…    56%           di cui 700.000 dipendenti dal gioco
   c. Disoccupati ………    66%
Un circolo medio di poker ha un utile annuo di 250.000 euro.
Le entrate derivanti dal gioco d’azzardo sono di poco inferiori a quelle di Fiat, Enel e Telecom (circa 50 miliardi di euro).
La Storia Del Gioco D’Azzardo. Nell’Antichità. Nel Medioevo. D’Oggi
Il Gioco D’Azzardo Nell’Antichità. Le ricerche archeologiche hanno testimoniato l’ubiquità del gioco d’azzardo in ogni epoca, cultura, tipo di società e di strato sociale.
Nell’antichità il gioco d’azzardo era utilizzato probabilmente per cercare di conoscere la volontà divina, ma con il passare del tempo ha acquisito sempre di più connotazioni laiche. I primi segni di gioco d’azzardo risalgono a 5000 anni fa, come testimonia il ritrovamento di un paio di dadi in Cina. Già un gioco d’azzardo eccessivo era presente nell’anticha Grecia, dove dadi e scommesse erano ben conosciuti, si pensa, anche tra i grandi filosofi, come Socrate e Platone.
Per i Romani invece il gioco d’azzardo era proibito ma erano legali le scommesse, ad esempio sui combattimenti tra i gladiatori. A Roma sono state inoltre scoperte antiche insegne recanti la scritta “Scommesse e cibo”.
Si racconta addirittura che i cinesi, quando avevano perso tutto al gioco, per continuare a giocare scommettessero le loro orecchie.
Il gioco era presente anche nell’Europa centrale; le popolazioni germaniche, infatti, eccedevano al punto tale di giocarsi le mogli, i figli e persino la propria libertà.
Il Gioco D’Azzardo Nel Medioevo. Fin dal secolo XIII a Parigi è presente una categoria di artigiani specializzati nella fabbricazione dei dadi ed ottennero uno statuto professionale da Luigi IX  intorno al 1260.
Di solito, i dadi medievali venivano fatti in osso o in legno, ma si potevano usare materiali più preziosi come l’avorio, il metallo o il vetro. I dadi medievali presentavano invece ampie smussature per farli rotolare meglio.

Influenze e conseguenze del gioco d'azzardo: tema svolto

 

IL GIOCO D'AZZARDO NELLA LETTERATURA ITALIANA

Parallelamente alla produzione di dadi, vi era la produzione e la nascita delle carte da gioco. La fabbricazione di carte da gioco subì un notevole sviluppo e incremento con l’invenzione della stampa. I primi mazzi di carte infatti erano disegnati a mano e erano carissimi. Fra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVI il costo di un mazzo di carte cala progressivamente e permette la diffusione delle carte nella società. Il mazzo contava allora di 52 carte suddivise in 4 semi diversi.
Al di là di giocatori di piccolo calibro, i libri contabili dell’aristocrazia lasciano intravedere l’esistenza di giocatori di alto rango. I più fanatici fra gli adepti dei dadi si trovano infatti nell’aristocrazia (per es. Luigi Filippo d’Orléans chiamato anche Re Borghese). L’onnipresenza dei dadi nella società fu sempre un problema. I  legislatori non sapevano se adottare un atteggiamento morbido o rigido nei confronti di questo problema.
Non potendo lottare efficacemente contro i giochi d’azzardo, i poteri pubblici capirono presto il profitto che se ne poteva trarre organizzandoli e controllandoli.
La politica nei confronti del gioco d’azzardo diventò come quella tenuta verso la prostituzione: dato che non si può reprimere, meglio controllare e tassare.