La resistenza in Italia: tesina

La resistenza è stato un fattore unificante in Europa contro il nazifascismo. Tesina sulla Resistenza in Italia durante la Seconda guerra mondiale (10 pagine formato doc)

Appunto di mikeluzza14

LA RESISTENZA IN ITALIA: TESINA

Resistenza in Italia.

La resistenza è stato un fattore unificante in Europa, contro il nazifascismo. Però non bisogna pensare che sia stata uguale in ogni paese. Quella che ci riguarda più da vicino è quella italiana.
A partire dal 1943 gli alleati incominciarono ad avanzare su tutti i fronti, mentre sull’Italia e più ancora sulla Germania, si intensificavano i bombardamenti: gli obiettivi principali erano le fabbriche, i porti e le vie di comunicazione, ma anche le città venivano devastate. Le decisive sconfitte subite dai tedeschi rianimarono i movimenti di resistenza al nazismo che si erano sviluppati in tutti i paesi occupati.
Il dominio nazista diffondeva il terrore, ma al tempo stesso rafforzava la volontà delle popolazioni di ribellarsi agli oppositori.
Roosevelt e Churchill avevano stabilito che, concluse le operazioni in Africa, le truppe anglo – americane avrebbero attaccato l’Italia. Così tra il 9 e il 10 luglio 1943 gli alleati anglo - americani sbarcarono in Sicilia, cominciando l’occupazione dell’Italia, mentre le truppe italiane, anche se appoggiate dai tedeschi, non erano in grado di fermare l’invasione.

La Resistenza italiana: tesina

LA RESISTENZA PARTIGIANA

Questi bombardamenti, sempre più terribili, (particolarmente impressionante quello su Roma del 19 luglio, che provocò migliaia di morti) fecero precipitare la situazione. Lo sbarco alleato accelerò la fine del fascismo, a quel punto odioso a molti perché aveva imposto una guerra sbagliata.
L’Italia aveva subito una serie di disastrose sconfitte, con un numero altissimo di vittime; le città erano bersagliate da bombardamenti sempre più frequenti e pesanti; mancava il cibo, razionato sin dall’inizio del conflitto e progressivamente ridotto.
Già nel marzo 1943 gli operai di Torino e Milano con  scioperi e manifestazioni avevano protestato contro il regime, esigendo la fine dell’alleanza con i tedeschi.

Resistenza in Italia: tesina maturità

LA RESISTENZA ITALIANA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

La resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo, riunitosi a Roma decise di mettere fine al governo di Mussolini, che il re fece arrestare; il giorno successivo Vittorio Emanuele nominò capo del governo il maresciallo Badoglio. Esso si affrettò a dichiarare che la guerra contro gli alleati continuava: anche se lui stesso avviava trattative segrete con gli anglo – americani subito per arrivare ad un armistizio. Secondo le condizioni dell’armistizio l’Italia sarebbe entrata in guerra contro la Germania ed i soldati italiani avrebbero dovuto combattere contro i tedeschi. Ma l’annuncio dell’armistizio colse invece di sorpresa le truppe italiane, che furono facilmente disarmate dai tedeschi quasi ovunque. Mentre il re e il governo abbandonavano la capitale per rifugiarsi a Brindisi, (territorio liberato dagli alleati), i tedeschi procedevano a una sistematica occupazione di tutta la parte centro – settentrionale dell’Italia.
I soldati dell’esercito italiano, non in grado di organizzarsi, tentarono di salvarsi come potevano: lasciarono la divisa e cercarono di tornare a casa. Quelli che provarono a resistere vennero massacrati o fatti prigionieri: più di 500 mila furono deportati nei campi di concentramento in Germania.
Intanto Mussolini veniva liberato da paracadutisti tedeschi dalla prigione sul Gran Sasso in cui era stato rinchiuso ed era condotto al sicuro nell’Italia settentrionale. Qui, rinsaldata l’alleanza con la Germania, fondò la Repubblica Sociale Italiana che disponeva di un proprio esercito e aveva sede a Salò, sul Lago di Garda. I tedeschi fermarono l’avanzata alleata lungo la cosiddetta «linea Gustav», non lontano da Roma.

La Resistenza in Italia: tesina

TESINA SULLA RESISTENZA, COLLEGAMENTI

Così l’Italia si trovava divisa in due zone:
- Il Sud, dove sopravviveva il Regno d’Italia appoggiata dagli anglo – americani;
- Il Centro – Nord occupato dai nazisti e retto da un governo fascista.
Dopo l’8 settembre In Italia si ebbero intanto nuovi grandi scioperi nei centri industriali e si formarono le prime bande partigiane, sorte spontaneamente o per iniziativa dei partiti antifascisti che comprendevano uomini e donne di ogni ceto sociale, tra cui ex prigionieri politici, soldati abbandonati a se stessi  e giovani che non volevano arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Vi erano formazioni autonome ed altre legate ai partiti, come le brigate Garibaldi legate ai comunisti, le brigate di Giustizia e Libertà legate al partito d’azione, e le brigate Matteotti legate ai socialisti. Il 9 settembre 1943 venne costituito il Comitato di Liberazione Nazionale, con il compito di coordinare la lotta partigiana e collaborare con gli alleati nella guerra di liberazione dell’Italia.