Tra felicità e pessimismo: tesina di terza media

Tesina di terza media sulla felicità e il pessimismo che affronta i seguenti argomenti: il pessimismo di Foscolo e Leopardi, Pirandello, Decadentismo, Gandhi, John Fitzgerald Kennedy, Islamismo, Mediterraneo, musica e cultura africana, energia, le centrali nucleari e cause della lucemia (20 pagine formato doc)

Appunto di claclaudia2012

TRA FELICITA' E PESSIMISMO: TESINA DI TERZA MEDIA

Felicità e pessimismo: tesina di terza media.

Nel corso delle diversi correnti letterarie della letteratura italiana ci sono stati grandissimi autori con una corrente di pensiero pessimistico alla quale contrapponevano, nella maggioranza dei casi, una speranza, che corrisponde alla loro teoria della felicità. Il pessimismo di un autore, però, è spesso causato da determinate circostanze in cui si trova il poeta, come un difficile periodo storico, la perdita prematura di alcune persone care e di altri fattori che, in qualche modo, possono influire sul pensiero e sulla personalità dell’autore.
Il pessimismo di Ugo Foscolo nasce da una delusione storica e sociale e dal crollo degli ideali rivoluzionari. L’illusione foscoliana è il risultato di un profondo percorso interiore e conoscitivo della realtà, dopo il quale è inevitabile non aggrapparsi ad essa e, tramite l’illusione, rimanere attaccato alla vita.
L’illusione, infatti, in Foscolo è puramente immanente, poiché finisce con il terminare dell’esistenza, dato che, secondo la sua visione atea, la morte non esiste, dal momento che dopo la vita c’è il nulla. Il tema dell’illusione si applica all’amore, alla bellezza, alla poesia, e alla morte e al “sepolcro”.
Per Foscolo l’illusione non è una falsa verità o un’utopia, ma è fiducia negli ideali più alti, speranza e sicurezza di proiettare questi ideali nel futuro.
Il pessimismo di Foscolo trova quindi soluzione nell’illusione, in quanto grazie ad essa si ci può aggrappare a qualcosa di più grande, a qualcosa che ci può far star bene, riuscendo così a superare tutte le difficoltà della vita.
 “Illusioni! Ma intanto io senza di esse non sentirei la vita che nel dolore [o che mi spaventa ancor di più] nella rigida e noiosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentirne, io me lo strapperò dal petto con le mie mani e lo caccerò come un servo infedele”.

Pessimismo: tesina di maturità


PESSIMISMO STORICO

Leopardi è un pessimista cronico, vede tutto come una sofferenza. In un primo momento il suo pessimismo è storico: l’uomo è infelice per l’inappagatezza del piacere a causa della noia e del nulla, ma trova conforto nella natura che definisce benigna, la quale tramite le illusioni vela gli occhi agli uomini, fornendogli, così facendo, una temporale via di fuga dalla sofferenza.

Pessimismo: tesina di letteratura italiana


PESSIMISMO COSMICO

In un secondo momento, però, dopo la perdita della sua amata Silvia, la quale non è sicuro sia esistita veramente o se sia solo il nome che Leopardi aveva dato al suo ideale di donna perfetta, il suo pessimismo diventa cosmico, Leopardi non crede più nella natura come una cosa benigna, ma la definisce maligna, perché è indifferente alle sofferenze dell’uomo, anzi essa stessa, per questo, ne è la causa.
L’Infelicità non è più legata alla condizione storica dell’uomo, ma è condizione assoluta ed eterna ed immutabile della natura. Pertanto, se nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, l’uomo può prefigurarsi piaceri infiniti tramite l’immaginazione dalla quale derivano la speranza e le illusioni. Egli definisce la felicità un illusione: un momentaneo attimo di felicità è, in realtà, un anticipo del dolore, quel dolore causato dalla natura maligna che può cessare solo se fermato dalla morte. Per Leopardi la causa dell’infelicità è la ragione che, portando al progresso, ha allontanato gli uomini dall’incoscienza del vivere. Quindi pensa che gli unici in grado di immaginare ed illudersi sono: gli antichi, i primitivi e i fanciulli, poiché tutti privi di ragione, ovvero sono gli unici in grado di essere felici.

Pessimismo di Giacomo Leopardi: tesina