Tesina maturità Italo Svevo e La coscienza di Zeno

Italo Svevo: tesina sulla sua poetica e opera La coscienza di Zeno (3 pagine formato doc)

Appunto di enz01944

TESINA MATURITA' ITALO SVEVO E LA COSCIENZA DI ZENO

Italo Svevo nasce e vive a Trieste, città mitteleuropea che accoglie diverse etnie: tedeschi, sloveni,greci,ebrei in quanto è un fiorente porto di scambi commerciali.

Il suo vero nome era Ettore Schmitz, ma volle chiamarsi Italo Svevo, per indicare la pacifica convivenza in lui della cultura italiana e tedesca: la sua famiglia, infatti, era italo tedesca di origini ebraiche. Solo negli ultimi anni della sua vita fu scoperto e rivelato all'estero da James Joyce.
Nonostante tardivi riconoscimenti, la fama di Svevo è cresciuta enormemente soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale in quanto la suo Opera è apparsa veramente nuova, una delle testimonianze più alte e significative per comprendere la spiritualità del secolo. Svevo sarà uno dei primi scrittori italiani,infatti, a introdurre la psicoanalisi.

ITALO SVEVO: LA POETICA

Italo Svevo rimase solitario e appartato nella civiltà letteraria del suo tempo, descrivendo la parabola della crisi della cultura borghese. Questa crisi culturale è il prodotto di una profonda trasformazione economico-politica della grande borghesia industriale che nel primo Novecento s’avvia al trionfo e all’egemonia, passando però sulla testa della piccola e media borghesia che stravolge a tal punto da farne un proprio e involontario strumento di violenza e oppressione.

La coscienza di Zeno: il ruolo della psicoanalisi

Svevo appartiene a questa piccola borghesia, come del resto Pirandello, e ne avverte il tramonto, soffocata ormai in ogni suo tentativo d’affermazione, incapace di farsi classe egemone, schiacciata tra l’ascesa del proletariato e il gran capitale.

La coscienza di Zeno: riassunto

I piccoli borghesi protagonisti della narrativa sveviana ,coscienti della loro inferiorità economica e della loro incapacità di fare la storia, sono allora costretti alla lotta contro la società se non vogliono finire ingoiati dal conformismo e dalla grigia soddisfazione dei più. Per il singolo, che s’oppone frontalmente alla violenza organizzata del sistema, non può esserci altro che la sconfitta. I piccoli borghesi sveviani devono constatare la loro impotenza, la loro inettitudine, il loro stacco di classe, la loro malattia. Essi non hanno che due scelte: o essere accettare l’alienazione, ovvero gli ingranaggi della società ed essere subalterni al servizio della gran borghesia industriale, od opporre ad essa la barriera consapevole e tragica dell’ironia, della denuncia.
Nei romanzi di Svevo già troviamo la coscienza della crisi, della definitiva caduta di un mondo con i suoi valori e le sue certezze. Le sue opere sono il ritratto dell’uomo moderno nel suo irrisolto rapporto con una realtà sempre meno definita e oggettiva.

Italo Svevo: tesina d'italiano

ITALO SVEVO TESINA MATURITA' COLLEGAMENTI

L'attenzione dello scrittore,dunque, non è più rivolta a fatti esterni, al "documento" storico, ambientale o sociale,a registrare la difficoltà nel rapporto tra l’individuo e una realtà conflittuale ed estranea, ma ai fatti interni, all'esplorazione dei labirinti del subconscio.
Per condurre in profondità questa analisi Svevo si servì delle psicoanalisi di Sigmund Freud già diffusa "nell'ambiente medico e intellettuale triestino, anni o decenni d'anticipo sul resto d'Europa". Freud insegnava che molte nostre azioni sono solo apparentemente nascoste da libere scelte; in realtà sono condizionate da complessi psichici, tendenze emotive in contrasto con i principi etico-sociali imposti dall'esterno, formatisi durante l'infanzia. Perciò solo frugando nei meandri tortuosi del nostro Io possiamo cogliere le ragioni e i motivi più profondi di molte nostre azioni.  
Con Svevo si passa al tema della malattia e dell’inettidudine, le due nuove dimensioni del romanzo europeo del Novecento. La malattia è per Svevo il segno positivo del rifiuto all’adattamento ai meccanismi alienanti della civiltà, un rifiuto di cui l’inettitudine diventa la manifestazione più evidente: inetto è chi non si comporta come la società richiede, inetto è chi non accetta l’alienazione, ovvero gli schemi della società. L’inetto, come lo scrittore, è inevitabilmente un “diverso”, ma un diverso che deve gridare al mondo la propria diversità per dare un senso alla propria vita. La scrittura diviene così un importante, se non l’unico , strumento di salvezza.