Essere o apparire: tesina su Pirandello
Il binomio di ciò che l'uomo è e ciò che appare agli occhi degli altri: tesina sull'essere e apparire in Pirandello (2 pagine formato doc)
ESSERE O APPARIRE: TESINA SU PIRANDELLO
Pirandello: l’ “essere” secondo i propri bisogni e l’ “esistere” secondo le forme
Il binomio “essere-apparire” è alla base di tutta la visione della vita di Pirandello.
Apparire ed essere: tesina di maturità
ESSERE O APPARIRE: PIRANDELLO
“Io penso che la vita è una molto triste buffoneria, poiché abbiamo in noi, senza sapere né come né perché né da chi la necessità di ingannare di continuo noi stessi con la spontanea creazione di una realtà (una per ciascuno e non mai la stessa per tutti) la quale di tratto in tratto si scopre vana e illusoria.”
(Dalla lettera autobiografica inviata a Filippo Sùrico direttore del periodico romano Le Lettere)
L’essere imprigionato nelle forme porta ad una vita anormale, una vita legata al “si dice”,una vita che segue ciecamente le norme anche quando queste impediscono all’uomo di vivere, permettendogli solo di esistere. L’individuo dovrebbe poter “Essere” se stesso, seguire i propri intimi bisogni, vivere una vita decorosa e inseguire i propri sogni lontano dalle forme. L’individualismo reca con sé due distinte dimensioni, perché ciascuno vede la realtà secondo le proprie idee e i propri sentimenti, in un modo diverso da quello degli altri: dinanzi alla realtà esterna che si presenta una e immutabile, ci sono le centomila realtà interne di ciascun personaggio, per cui la vera realtà è nessuna. Per i personaggi pirandelliani non esiste, quindi, una realtà oggettiva, ma una realtà soggettiva, che, a contatto con la realtà degli altri, si frantuma e si disumanizza. Nel conflitto tra l’essere secondo i propri bisogni e l’esistere secondo la forma che viene data al personaggio dagli altri, la realtà oggettiva e concreta resta qualcosa di irraggiungibile: è questo il punto fondamentale che allontana i personaggi, seppure tratti dalla quotidianità, di Pirandello da quelli di Verga. Ogni personaggio può riconoscersi solo ed esclusivamente nella forma che egli stesso si dà e non in quella che gli altri danno a lui. Il personaggio, sottoposto a norme fisse, porta una tragica maschera, recita sempre le stesse battute.
“La realtà che io ho per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do, ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non quella forma che riesco a darmi. E come? ma costruendomi, appunto.”
Tesina di maturità sull'essere e apparire
ESSERE O APPARIRE: PIRANDELLO
L’essere pirandelliano è nel contempo Uno, nessuno e centomila: è nessuno quando vive inautenticamente, abbandonandosi all’apparenza di una vita che non è la sua, una vita vissuta per come gli altri credono che lui sia; è centomila nel momento in cui l’uno si concretizza nelle infinite forme che gli altri gli danno. Il personaggio non è più uno, ma tanti quanti sono quelli che lo vedono, addirittura tanti quanti sono gli stati d’animo di coloro che lo vedono, lo conoscono o credono di conoscerlo; ed è anche nessuno, perché nessuna di quelle forme che gli altri gli danno corrisponde a quella che lui si dà o che ritiene di avere. L’unica via di fuga permessa all’individuo è nel sogno, la fuga nell’irrazionale oppure nella follia.