Dante e i due soli

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Ricerca sulla funziona religiosa e politica dei personaggi della divina commedia (8 pagine formato doc)

Il tema politico nella Commedia rappresenta uno dei nodi centrali dell'opera stessa, che si propone come proposta di salvezza praticabile dall'umanità intera, una salvezza che contempla anche la rinascita politica.

La Commedia, infatti, non è un libro mistico, che si occupa dell'aldilà come di qualcosa di assolutamente slegato dalla realtà terrena; è un testo nel quale l'aldilà e l'aldiquà sono indissolubilmente legati, dove la realtà terrena acquista spessore proprio in quanto fissata nell'eternità, in quanto trasformata da semplice "figura" in realtà compiuta, che della precedente figura riesce a svelare i tratti essenziali.

Il mondo ultraterreno è cioè il mondo in cui è possibile conoscere il destino degli uomini e dell'umanità, dei singoli individui come delle istituzioni terrene che li dovrebbero guidare.
Per Dante, infatti, realtà politica e realtà sociale sono indivisibili.
Il poeta vive nel pieno di una profonda crisi politica e sociale, che investe in primo luogo l'Impero e la Chiesa: le due fazioni principali erano formate dai Ghibellini, che parteggiavano per l'imperatore, e dai Guelfi, che invece sostenevano il papa ed anche quelle istituzioni comunali che si sono proposte come valida alternativa a ogni pretesa universalistica ma che si dimostrano oramai incapaci di arginare le lotte intestine che lacerano le città italiane come quella tra Bianchi e Neri, entrambe facenti parte della fazione dei Guelfi, della quale è stato vittima lo stesso Dante.

Ma per il poeta la crisi non è irreversibile e la Divina Commedia ha proprio questa funzione: additare all'umanità la strada della sua possibile redenzione che, politicamente, si traduce nel ritorno a un passato ideale, a un mondo, mai dato storicamente, dove Chiesa e Impero, dimensione terrena e dimensione religiosa, non si urtino, ma armonicamente si integrino e si completino; un mondo dove un comune arcaico fondato sulla frugalità e la fraternità sia la cellula fondamentale della convivenza civile.

Questo è il sogno di Dante, elaborato negli anni, attraverso il Convivio e la Monarchia, un sogno anacronistico ma che prende vita nelle pagine delle Commedia grazie all'umanità dell'autore, alla sua fremente passione civile e alla sua incommensurabile capacità di tradurre tutto questo in poesia.