La situazione dell'Italia nell'età napoleonica: tesina
Tesina di letteratura italiana sul periodo napoleonico in Italia e Vittorio Alfieri (11 pagine formato doc)
LA SITUAZIONE DELL'ITALIA NELL'ETA' NAPOLEONICA: TESINA
La situazione dell’Italia nell’età napoleonica.
1. L’età Napoleonica. L’età napoleonica comprende quel periodo storico di 25 anni che va dallo scoppio della Rivoluzione francese nel 1789 al Congresso di Vienna, aperto nel 1814. Essa è così chiamata, perché, considerata sotto il profilo storico – politico, fu dominata dalla potente personalità di Napoleone Bonaparte.Sotto il profilo letterario, culturale e artistico, è più opportuno denominarla età del neoclassicismo, perché fu caratterizzata dal risorto culto della poesia e dell’arte classica.
L’età napoleonica fu un’età ricca di contrasti, di guerre e di mutamenti rapidi e profondi, non soltanto in Italia, ma in tutta l’Europa. L’Europa aveva salutato con gioia la Rivoluzione francese, perché essa era incominciata in nome della libertà, della democrazia, della giustizia e del progresso sociale, tutti ideali che l’Illuminismo, durante il Settecento, aveva diffuso ovunque e fatto maturare nelle coscienze.
Età napoleonica: riassunto
PERIODO NAPOLEONICO IN ITALIA
La Rivoluzione fu pertanto il banco di prova dell’ottimismo illuministico, la verifica dei suoi postulati filosofici, politici e sociali.
Tuttavia l’Europa, dapprima entusiasta, era rimasta poi inorridita dinanzi agli eccessi della rivoluzione e della sua violenza sanguinaria, che smentiva le idealità illuministiche. Aveva, in seguito, applaudito a Napoleone e alle sue armate liberatrici che avanzavano agitando ancora ideali di libertà, fraternità e uguaglianza, ma poi rimase ugualmente delusa e ferita dal suo dispotismo, e gli si rivoltò contro fino a travolgerlo.
Anche in Italia la dominazione napoleonica ebbe per effetto il risveglio della coscienza nazionale e diede inizio al Risorgimento. Al primo sincero entusiasmo col quale furono accolti come liberatori i Francesi e Napoleone, subentrò la delusione per i saccheggi, le violenze e le condizioni di vassallaggio delle varie repubbliche giacobine prima, e dei viceregni napoleonici poi.
Tuttavia, nonostante le delusioni subite, molti patrioti italiani, come il Foscolo si adattarono a servire i Francesi e a militare negli eserciti napoleonici: l’ancien règime, socialmente chiusa e retriva, e quella napoleonica, aperta e progressiva, la seconda era indubbiamente innovatrice e rappresentava, in quel momento, quasi una tappa obbligata nel cammino verso la libertà e l’indipendenza.
Età napoleonica: tesina di storia
ETA' NAPOLEONICA, LETTERATURA ITALIANA
Lo spirito del mondo, intravisto in Napoleone, era lo spirito della libertà e del progresso in un’Europa reazionaria e arretrata rispetto all’evoluzione politica e sociale della Francia.
Se consideriamo l’età napoleonica sotto il profilo letterario artistico, è più opportuno definirla, come abbiamo detto, età del neoclassicismo, che fu la forma più appariscente – e quasi ufficiale, per i favori ricevuti da Napoleone – della cultura caratterizzata dal risorto amore per l’antichità classica.
Ma il panorama culturale italiano in quegli anni non è così semplice, come potrebbe sembrare.
C’è, infatti, una letteratura ufficiale, d’intonazione classicistica, celebrativa, cortigiana e adulatoria, rappresentata da letterati servili, che celebrano gli avvenimenti spettacolari del proprio tempo, colti nei loro aspetti superficiali ed esteriori, incapaci di comprendere il senso profondo della storia e la crisi spirituale che serpeggia nelle coscienze.
L’altro aspetto della letteratura italiana dell’età napoleonica ha carattere decisamente preromantico. Vi sono, infatti, poeti e scrittori – come Foscolo, Pindemonte e quasi tutti i giovani – che, sotto l’incalzare degli avvenimenti, avvertono la crisi degli ideali illuministici e i segni precorritori di una nuova sensibilità.
I nostri intellettuali, criticando l’astratto dottrinarismo dell’Illuminismo, ricoprono pertanto il realismo del Machiavelli e apprendono lo storicismo del Vico, diffuso a Milano dagli esuli napoletani dopo la caduta della Repubblica Partenopea nel 1799.