Il 'nostos' nell'Ulisse di Joyce: tesina
Ulisse di Joyce: tesina sul tema del ritorno in patria dei personaggi Stephen Dedalus e Leopold Bloom, sul clima artistico di inizio '900 e sull'esilio di Joyce (13 pagine formato doc)
ULISSE DI JOYCE
Il nostos nell’Ulisse di Joyce
Indice:
Capitolo I – Joyce e la storia del suo tempo: le avanguardie artistiche.
Capitolo II – Stephen Dedalus: involuzione del personaggio dal Ritratto di un artista da giovane all’Ulisse.
Capitolo III – L’auto esilio dell’artista-autore, le sue peregrinazione ed il senso “odi et amor” per la sua Patria.
Capitolo IV – La scelta di scrivere l’Ulisse, personaggio che nella mitologia greca incarna il topos del nostos, il ritorno a casa.
Bibliografia
Ulisse di Joyce: trama e personaggi
ULISSE JOYCE: ANALISI
Capitolo I - Joyce e la storia del suo tempo: le avanguardie artistiche. È appena cominciato il ventesimo secolo, James Joyce ha 18 anni e sta studiando presso l’University College di Dublino. È un ragazzo strano, anticonformista e ribelle, segnato da una infanzia di contrasti soprattutto riguardanti la religione cattolica dalla quale, nonostante la sua famiglia sia molto credente, si allontanerà presto. Vive in una Dublino che definisce paralizzata, costretta al dominio britannico, ed i suoi abitanti sono incapaci di reagire alla povertà fisica e di spirito in cui si ritrovano. È anche per questo motivo, oltre al fatto che era la sua città natale, che Joyce rivela di aver scelto Dublino come scena per le sue opere: quella città gli appariva esattamente come il centro della paralisi che aveva colpito l’uomo, suo contemporaneo, all’inizio del 1900.
È attraverso l’arte che ci aggredisce in modo violento e diretto il senso di angoscia e di sradicamento di questo periodo storico che si sta velocemente avviando verso la tragedia definitiva delle due Guerre Mondiali.
In Germania imperversa tra il 1905 e il 1925 la corrente dell’Espressionismo che dall’anima dell’artista faceva rifluire il sentimento nella realtà descritta senza mediazioni. Prendevano vita, ad esempio, le tele materiali, concrete di Oskar Kokoscha, o i terribili urli muti dipinti da Edward Munch o, ancora, la cruda fisicità rappresentata attraverso un’aggressiva distorsione figurativa nelle tele di Egon Schiele.
In Francia, a Parigi, si sviluppa un movimento espressionista che verrà chiamato col nome di Fauves che tradotto significa bestie. Un’esperienza breve ma intensa che durò solo tre anni tra il 1905 e il 1908 ma che segnò l’arte del tempo: fu un critico d’arte, Vauxcelle, a definire la sala in cui era stata allestita la prima esposizione come una “gabbia di belve” ed i dipinti che il gruppo di amici avevano esposto in collettiva come il risultato di una “selvaggia” violenza espressiva del colore. Del gruppo il personaggio di maggior spicco è Matisse nelle cui opere è il colore ad assumere nuovo significato espressivo.
Ulisse di Joyce: trama in inglese
ULISSE JOYCE: PERSONAGGI
Impossibile non citare la corrente artistica italiana quale è stata il Futurismo:
“Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”.
Con questa frase si chiude il Manifesto del Futurismo di Marinetti pubblicato il 20 gennaio 1909 sul quotidiano francese “Le Figaro” il quale manifesto, tra l’altro, giusto quest’anno festeggia il suo centenario. Diversamente dall’espressionismo questo movimento verte sulla modernità e ne esalta i suoi aspetti: velocità, energia, scoperte scientifiche. I suoi rappresentanti sono comunque costantemente informati sulle tendenze artistiche europee perché con loro condividono un’intenzione comune: la ricerca di nuovi linguaggi compositivi. Gli artisti che hanno condiviso questo movimento furono in particolare Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Umberto Boccioni, di quest’ultimo ricordo l’opera Forme uniche nella continuità dello spazio che rappresenta un uomo meccanicizzato in torsione.
Modernismo di Joyce: riassunto
ULISSE JOYCE: CRITICA
Il dadaismo, il cubismo e il surrealismo sono ancora altri movimenti nati sull’onda delle avanguardie: il primo, nato a Zurigo, come segno di protesta contro la Prima Guerra Mondiale, si proponeva come movimento anti artistico, ovvero, gli artisti, rifiutando la cultura tradizionale, la distruggevano attraverso lo strumento dell’ironia. Un esempio è il famosissimo orinatoio proposto da Duhamp come opera d’arte ed inserito, come tale, in un museo. Soggetti spezzati e riassemblati in modo astratto vengono proposti dal cubismo di cui Pablo Picasso e Georges Braque sono i più illustri esponenti che attuano secondo il principio di smaterializzazione dell’oggetto per creare dello stesso più prospettive e punti di vista e ritornare così, in un certo qual modo, all’essenza dell’oggetto stesso, essendo stato privato dei principi che lo rendevano riconoscibile all’occhio dell’osservatore.