Tesina: Luigi Pirandello
Tesina su Luigi Pirandello che parla del vitalismo, il relativismo conoscitivo, l'umorismo, Novelle per un anno, L'esclusa, Il Turno, Il Fu Mattia Pascal, I vecchi e i giovani, Uno, nessuno e centomila e Il Teatro nel Teatro (6 pagine formato doc)
TESINA LUIGI PIRANDELLO
La Visione del mondo e la Poetica. Il Vitalismo: I testi narrativi e drammatici di Pirandello insistono su alcuni temi fondamentali. Intanto Pirandello ha una concezione vitalistica del mondo, molto vicina a quella di altri filosofi contemporanei (per esempio ad Henri Bergson, il filosofo dello “slancio vitale”); secondo Pirandello la nostra realtà è tutta vita, noi facciamo parte di un flusso continuo e incandescente di vita, in cui siamo indistinti: ma quando l’uomo si vuole separare da questo flusso indistinto, per assumere una propria forma e carattere, egli comincia a morire, questa sorta di “maschera” che ci creiamo è un’illusione.Tesina su Luigi Pirandello: opere più importanti
TESINA LUIGI PIRANDELLO LE MASCHERE
Questa forma che ci attribuiamo può essere unica per noi, ma può essere diversa per ciascuna persona che guarda, ed è una maschera che ci impone il contesto sociale.
Sotto questa maschera c’è l’indefinito, l’immutabile, non c’è “nessuno”.Questa frantumazione dell’”io” è un riflesso di quello che stava accadendo nella società dei primi anni del secolo: infatti la massiccia industrializzazione, il formarsi di enormi metropoli, riducono il singolo a un’insignificante rotella di un meccanismo: l’individuo non conta più come prima, si disgrega, si smarrisce, si indebolisce e si perde a causa della mancanza delle certezze che aveva nell’800. Pirandello è uno degli interpreti più acuti di questo sentimento.
TESINA SU PIRANDELLO RAGIONERIA
La presa di coscienza di questa inconsistenza dell’io suscita nell’uomo un senso di orrore e smarrimento, l’avvertire di non essere nessuno provoca solitudine ed angoscia: l’uomo si vede appiopparsi delle forme, delle maschere che non gli appartengono, ma che gli vengono affidate dalla società, e che vengono sentite come una “trappola”.
La società quindi gli appare come una ”enorme pupazzata”, in cui l’individuo viene impoverito, svuotato e condotto alla morte. Pirandello quindi, dietro a un perbenismo di facciata, è un anarchico, un ribelle insofferente dei legami con la società.
L’istituto in cui si manifesta per eccellenza la trappola della forma che imprigiona l’uomo è la famiglia, con il suo grigiore, la sua ipocrisia, gli odi, i rancori, che si mescolano alla vita degli affetti oscuri. L’altra trappola per Pirandello è la condizione sociale e il lavoro, soprattutto per il piccolo borghese. A queste due trappole Pirandello non dà via d’uscita, il suo pessimismo è totale ed è affiancato a idee conservatrici se non reazionarie.