Decadentismo e crisi dei valori: tesina
La crisi della ragione, Freud e la scoperta dell'inconscio, Henri Bergson e le sue teorie, la letteratura decadente, poesia decadente, Pascoli, D'Annunzio, Crepuscolarismo, romanzo della crisi, romanzo della crisi in Italia e Pirandello. Tesina sul Decadentismo letterario e la crisi dei valori (5 pagine formato docx)
DECADENTISMO E CRISI DEI VALORI: TESINA
Italiano. Positivismo, un movimento culturale fondato sull’applicazione del metodo scientifico allo studio della società e dell’uomo e su una salda fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso.
A partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento cominciarono a manifestarsi tendenze culturali che non si riconoscevano nella visione scientifica del Positivismo, ma esaltavano invece l’irrazionalità e la fantasia dell’animo umano, contrapponendo all’ottimismo positivista una visione pessimista della società e dell’uomo.
Il Decadentismo, le cui origini derivano dal Simbolismo, è stato un movimento molto ampio che teorizzava l’uso di un linguaggio analogico, necessario per evocare la realtà, nascosta dietro l’apparenza del mondo borghese.
Il termine “Decadentismo” fu utilizzato per dispregiare la nuova generazione di poeti “maledetti”, che incitavano al rifiuto della morale borghese.
La crisi della ragione. Sul finire del diciannovesimo secolo si affermarono dottrine irrazionali come il nichilismo di Friedrich Nietzsche che incitava alla negazione in modo radicale dell’esistenza di qualsiasi valore e di una verità oggettiva.
Nietzsche formulò anche il concetto di superuomo, un individuo che si impegna ad esprimere tutto se stesso superando gli ostacoli, anche morali, sfruttando le proprie infinite possibilità.
Secondo Nietzsche gli ostacoli morali hanno la funzione di reprimere i desideri e le aspirazioni individuali a vantaggio dell’opinione comune.
Decadentismo: breve riassunto
DECADENTISMO ITALIANO: TESINA
Freud e la scoperta dell’inconscio. Nella critica del razionalismo scientifico del Positivismo furono decisive le ricerche del medico austriaco Sigmund Freud. Studiando le malattie mentali, Freud scoprì l’inconscio, una zona sana dell’attività psichica, capace di condizionare l’attività cosciente degli individui.
Le teorie di Freud influenzarono la letteratura “decadente” di primo Novecento per:
• il significato rivelatore dei sogni, dei lapsus e degli atti mancati;
• la separazione tra lato cosciente e lato incosciente della psiche umana;
• l’importanza delle pulsioni dell’Io profondo e la necessità di riuscire a comprenderle anche a livello cosciente.
Henri Bergson e le sue teorie. Una critica dal piano filosofico del Positivismo fu sviluppata dal filosofo francese Henri Bergson, il quale tentò di unire scienza e religione.
Il problema del tempo è il tema principale del suo pensiero, da lui concepito di due differenti modi:
• come una successione di momenti “statici”, tutti uguali ma distinti, rappresentabili come una linea che si estende nello spazio (“tempo spazializzato”);
• come “durata pura”, slegate dall’idea di spazio: un “tempo interiore” distinto da un tempo cronologico, vissuto dalla coscienza come “durata”, cioè come istanti simultanei: l’individuo vive il presente con la memoria del passato e l’anticipazione del futuro.
Bergson affronta anche la teoria della conoscenza.
Egli distingue due modi di conoscere le cose: uno esterno, superficiale; l’altro va invece al cuore delle cose e all’essenza spirituale della realtà e realizza una sorta di compenetrazione, da lui chiamata “intuizione”.
Decadentismo: la poetica simbolista e la nuova concezione dell'arte
POETI DECADENTI
La letteratura decadente. Pur affrontando le radici in un movimento ottocentesco come il Simbolismo, è molto difficile stabilire un limite cronologico al Decadentismo. I principi centrali della poetica decadente erano:
• il rifiuto del mondo borghese, con le sue convenzioni, i suoi valori, la sua morale e il conseguente anticonformismo nelle scelte di vita;
• il rifiuto dell’ottimismo positivista;
• la scelta di descrivere la realtà con l’intuizione, l’irrazionalità e la bellezza;
• il rifiuto dell’impegno politico e sociale dell’artista e la celebrazione dell’arte come valore assoluto;
• il concetto dell’eccezionalità dell’artista considerato un veggente capace di evocare realtà segrete, oppure un esteta che pone il culto dell’arte al di fuori di ogni vincolo morale e sociale, oppure ancora un superuomo che prosegue la completa affermazione di se stesso attraverso l’uso dell’arte.
La poesia decadente. La poesia del Decadentismo fu influenzata dall’esperienza del Simbolismo francese tramite:
• la scelta di una poesia “pura”, priva di temi politico-sociali e celebrativa solo di se stessa;
• l’uso di un linguaggio allusivo, ricco di metafore, analogie e simboli, in cui la parola viene astratta e acquista un valore solo per la musicalità;
• usa una sintassi imprecisa e vaga;
• abbandona la metrica tradizionale, lasciando il posto al verso libero.
Decadentismo: la genesi, la poetica e i temi
DECADENTISMO, PASCOLI
Pascoli. Pascoli maturò una sfiducia nella scienza come strumento di conoscenza e di indagine.
Nutre un desiderio di evasione dalla realtà che si concretizza, nella ricerca di una dimensione intima (poetica del fanciullino) e nella tendenza a caricare di significati simbolici gli oggetti e le esperienze.
Pascoli esprime una libera ricerca di immagini e di suoni attraverso l’utilizzo di un linguaggio ricco di suggestioni musicali, ottenute grazie all’inserimento di onomatopee, sinestesie, assonanze e consonanze.
Il Crepuscolarismo. In Italia, nei primissimi anni del Novecento, si sviluppò un movimento poetico, che il critico Borgese, nel 1910, definì Crepuscolarismo.
Il termine voleva indicare lo spegnersi della stagione poetica di Carducci e D’Annunzio.