Le buone maniere ieri e oggi: tesina di maturità

Tesina di maturità sull'analisi storico-letteraria della relatività delle buone materie ieri e oggi, da Petronio a Gadda (14 pagine formato doc)

Appunto di margheritamercatali

LE BUONE MANIERE IERI E OGGI

Introduzione.

Il concetto di buone maniere ha iniziato a entrare nel linguaggio comune tra il XII e il XIII secolo, con la nascita della civiltà cortese. In questo senso, le buone maniere erano quelle accettate e ritenute adatte a un ambiente come quello di corte; inoltre avevano un’altra importante funzione, quella di distinguere i modi dei cavalieri da quelli dei contadini. Le buone maniere, però, hanno sempre avuto questa funzione? Sono sempre servite come elemento di differenziazione sociale, secondo il quale chi faceva parte dell’alta società si comportava secondo il canone ed era tenuto a farlo, mentre da chi proveniva da classi più umili non ci si aspettavano comportamenti educati o cortesi?
La letteratura e le arti figurative sono sicuramente gli strumenti migliori per quest’analisi, perché ci permettono di capire come l’autore reagisse ai paradigmi comportamentali che la sua società era solita seguire.

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COSA SONO LE BUONE MANIERE

Con un occhio di riguardo per le buone maniere a tavola, su cui ci sono interessantissime e divertenti pagine nelle letterature di tutti i tempi, cercherò di tracciare un excursus storico delle relazioni esistenti tra buone maniere e società.
Nel mondo latino…
La nostra analisi inizia con Petronio, cortigiano del palazzo di Nerone, perché egli è, allo stesso tempo, narratore e simbolo di buone maniere.
Petronio era, infatti, elegantiae arbiter della corte dell’ultimo sanguinario imperatore della gens Giulio-Claudia, Nerone: era colui che decideva cosa fosse alla moda e cosa no, cosa fosse indicato alla corte imperiale e cosa fosse invece tipico soltanto degli umiles. In senso lato, Petronio decideva anche cosa fosse di buon gusto e che cosa dovesse essere fatto da chi voleva seguire le buone maniere.

D’altronde, però, non è così anche oggi? È, infatti, tendenza comune quella di credere che ciò che è alla moda sia anche di buon gusto.

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A COSA SERVONO LE BUONE MANIERE

Per tornare, però, al I secolo, Petronio era talmente noto all’interno della corte dell’eclettico Nerone, che di lui parlò anche il famosissimo storiografo Tacito; fu proprio costui a parlare, negli Annales XVI. 18, di Petronio come di un elegantiae arbiter, locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa “giudice di raffinatezza”.
Quest’espressione indica un uomo di buon gusto, raffinato nei piaceri: un esteta, un signore che gode dei piaceri rari e non può sopportare le persone grossolane. Si è con ragione portati ad identificare nel Petronio tacitiano l'autore del Satyricon, di cui tratteremo tra poco.
In un passo della sua ultima opera storiografica, gli Annales, Tacito racconta il suicidio di Petronius arbiter, voluto dal tirannico Nerone, che sospettava di un suo coinvolgimento nella congiura dei Pisoni.

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REGOLE BUONE MANIERE

Infatti costui passava il giorno a dormire e di notte si dedicava ai propri impegni ed ai piaceri; e se altri erano stati elevati alla fama grazie alla propria laboriosità, costui vi era giunto grazie all'indolenza e non era considerato nè un crapulone nè un dissipatore, come accade per la maggior parte di coloro che dissipano la propria fortuna, ma un raffinato gaudente. E le sue parole ed i suoi gesti, quanto più erano liberi e mostravano per così dire indifferenza, tanto più favorevolmente erano accolti come espressione di semplicità. In seguito, ricaduto nei vizi, oppure atteggiatosi ad uomo vizioso, fu ammesso nella cerchia dei pochi intimi di Nerone, come arbitro nelle questioni di raffinatezza, al punto che l'imperatore riteneva che nulla fosse dolce o piacevole se non quello che era stato approvato da Petronio.

Nell’Italia del primo dopoguerra. Abbandoniamo, però, adesso la rispettabile Inghilterra vittoriana per tornare in Italia, precisamente nel 1963, anno in cui uscì in volume La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda (1893-1973).