Teoria dei giochi: spiegazione di microeconomia

Introduzione allo studio della recente disciplina matematica che si occupa dello studio delle interazioni strategiche tra individui. Spiegazione della teoria dei giochi (7 pagine formato doc)

Appunto di stefaniafontana82

TEORIA DEI GIOCHI: SPIEGAZIONE DI MICROECONOMIA

Teoria dei giochi.

La “teoria dei giochi” è una recente disciplina matematica che si occupa dello studio delle interazioni strategiche tra individui. Il suo campo di applicazione è vastissimo: potenzialmente tutti i contesti decisionali dove ciò che è rilevante non è solo la propria scelta, ma anche quella altrui; è utilizzata in economia, psicologia, scienze politiche, strategie militari, biologia, educazione fisica, ecc. La teoria ha ricevuto nuovi spunti critici da un filone di ricerca recentissimo: la neuro economia.

La formalizzazione della teoria dei giochi fu esposta nel 1944 nel lavoro congiunto di un matematico e di un economista, rispettivamente: von Neumann e Morgenstern. L’approccio teorico al gioco, oggi applicato a numerose aree, prende le mosse dai lavori di von Neumann; egli credeva nella superiorità della ragione e in un mondo puramente razionale (senza cortocircuiti mentali o particolari attitudini psicologiche) per affrontare le situazioni rilevanti della vita. Le sue idee diedero origine ad una branca della matematica efficace per affrontare problemi decisionali, risolvere conflitti e dilemmi sociali.

Teoria dei giochi: tesina di maturità

 

TEORIA DEI GIOCHI: SPIEGAZIONE SEMPLICE

Tali concetti furono ulteriormente sviluppati dal matematico Morgenstern, in Theory of Games and Economic Behaviour (1947), in questo lavoro si pone in evidenza alcuni dei maggiori principi che avrebbero poi sostenuto lo sviluppo di questa teoria, in particolare l’esistenza di criteri ottimali di comportamento per i “giocatori” e l’esistenza di posizioni di equilibrio, cioè di configurarsi di scelte che forniscono risultati da cui i partecipanti non desiderano più discostarsi.  Mentre la teoria economica tradizionale forniva un sicuro criterio di razionalità in condizioni di certezza, la teoria dei giochi mostrò che la razionalità in condizioni d’incertezza e d’interazione tra i partecipanti poteva condurre a soluzioni molto diverse da quelle tradizionali. Ne costituisce un classico esempio il “dilemma del prigioniero”, in cui si riscontra una divergenza tra il principio di razionalità individuale e quello di razionalità collettiva.
Gli studi e i procedimenti di questi scienziati sono stati continuati e perfezionati e si è quindi rapidamente accumulato uno sconfinato corpo di teorie e di tecniche per risolvere le più svariate configurazioni di giochi: quelli non cooperativi (come il “dilemma del prigioniero”) e quelli cooperativi, dove la collaborazione è possibile e si studiano le tecniche per rafforzarla ed evitare la defezione dei partecipanti, si sono inoltre sviluppate a fondo le situazioni dei giochi simultanei e sequenziali.

Teoria dei giochi di Nash: tesina

 

EQUILIBRIO DI NASH: SPIEGAZIONE

La teoria si sviluppa durante la Seconda Guerra Mondiale, soprattutto in USA e in Gran Bretagna, dove un numero rilevante di scienziati ed economisti furono impiegati negli Stati Maggiori. La teoria si arricchisce ulteriormente negli anni cinquanta, con gli studi di Nash (Nobel per l’economia nel 1994); di Tucker (matematico americano, autore del “dilemma del prigioniero”); di Luce e Raiffa (che in Games and Decisions del 1957 estendono la teoria a contesti decisionali incerti e complessi, popolati da agenti con razionalità limitata); di Schelling, le cui analisi sono fondamentali nel campo del coordinamento e deterrenza, autore di Strategy of Conflict (1960) e premio Nobel per l’economia nel 2005 insieme ad Aumann.