Sigmund Freud: la psicoanalisi e l'inconscio. Approfondimento

Come nasce la psicoanalisi? Cos'è l'inconscio e che ruolo ha? Approfondimento su Sigmund Freud, il suo pensiero e le sue teorie sull'inconscio

Sigmund Freud: la psicoanalisi e l'inconscio. Approfondimento
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Sigmund Freud e la nascita della psicoanalisi

Sigmund Freud
Fonte: ansa

Di tutte le scuole della psicologia, la psicoanalisi di Sigmund Freud è stata quella che ha esercitato maggior peso nella cultura contemporanea, influenzando fortemente anche la letteratura, la sociologia, le scienze dell’educazione, l’antropologia.

La Psicoanalisi fu una vera e propria rivoluzione culturale nata come metodo terapeutico per alcuni disturbi mentali, ma che nel tempo divenne una vera e propria nuova concezione dell’uomo, definita (a volte in senso dispregiativo) pansessualista, poiché pone le pulsioni sessuali (spesso inconsce) a fondamento del comportamento umano (sia quello ‘normale’ sia quello patologico).      

La teoria di Freud, centrata sulla scoperta di una zona profonda e oscura della mente, l’Inconscio (costituito essenzialmente da forze, desideri e pulsioni di natura sessuale), e dell’azione condizionante dell’inconscio sul pensiero e sul comportamento, è stata chiamata psicologia abissale o del profondo, e si caratterizza per essere una concezione dinamica e conflittuale della psiche.

Quest'ultima, infatti, non è il regno della mera coscienza, della pacifica luce della ragione e della coscienza, ma piuttosto un campo di battaglia dove si scontrano le forze inconsapevoli e irrazionali di natura libidica.

La libido è energia sessuale che spinge verso la ricerca del piacere, e si scontra con le forze della coscienza morale, ovvero l’insieme delle proibizioni che sono state instillate nell’uomo per via educativa sin dai primi anni.

Sigmund Freud: biografia breve

Sigmund Freud nacque nel 1856 in Cecoslovacchia da una famiglia ebraica che presto si trasferì a Vienna, dove Freud poté iniziare i suoi studi in medicina, specializzandosi in neurologia e scoprendo fra l’altro, le proprietà farmaceutiche di un alcaloide allora poco noto: la cocaina.

Come psichiatra condusse brillanti rilevazioni anatomo-patologiche nel campo delle malattie dell’apparato nervoso. Nel 1886 si recò con una borsa di studio a Parigi, presso l’ospedale della Salpêtriére, dove Charcot compiva i suoi studi sull’isterismo, facendo uso dell’ipnosi.

Ritornato da Parigi, Freud entrò in contatto con lo psichiatra viennese J. Breuer. Iniziò una proficua collaborazione tra i due, che si interruppe quando Freud pose l’accento sul carattere sessuale della vita umana, compresa quella infantile.    

Dopo la guerra, Freud era ormai considerato uno dei massimi intellettuali europei, nonostante le resistenze degli ambienti ‘puritani’ della buona borghesia ostile al suo pansessualismo. All’epoca della annessione nazista dell’Austria, Freud abbandonò Vienna. Morì nel 1939 a Londra per tumore alla gola. Da poche settimane era iniziata la seconda guerra mondiale.

Opere principali:

  • Studi sull’isterismo (1895, in collaborazione con Breuer); 
  • L'interpretazione dei sogni (1900);
  • Psicopatologia della vita quotidiana (1901);
  • Totem e tabù (1912-13);
  • L’io e l'Es (1923);
  • Il disagio della civiltà (1929).

La scoperta dell'inconscio

Giovane medico, Freud accrebbe la sua curiosità verso un vasto campo di disturbi nervosi allora genericamente catalogati sotto il termine ‘isteria’.

I malati isterici presentavano disturbi assai gravi, come assenza di sensibilità e paralisi degli arti inferiori o superiori, nonché fenomeni di afasia (difficoltà nel parlare, addirittura mutismo) e amnesia (disturbi del ricordo), senza tuttavia che si potessero osservare lesioni somatiche tali da potersi dire causa dei disturbi stessi, e senza che i soggetti manifestassero quella perdita di capacità di intendere e volere tipica delle malattie mentali come la demenza o l’oligofrenia (imbecillità).

La medicina ufficiale del tempo si muoveva in un orizzonte teorico di tipo positivistico-materialistico, che tendeva a interpretare tutte le malattie in termini somatici. L’idea era che se i disturbi isterici non erano riconducibili a lesioni somatiche, non potevano essere considerati sintomi di malattia e non andavano presi sul serio. Perciò si pensava che l’isteria non fosse una malattia, ma piuttosto una sorta di simulazione, di fuga dalla realtà imputabile a stati di debolezza susseguenti a malattie vere e proprie.

La prevalenza di malati di sesso femminile sembrava ricondurre l’isterismo a effetti collaterali di traumi derivanti da parti difficili, stress da allattamento etc. Nel sesso maschile la presenza di disturbi isterici era fatta dipendere da altre cause, come l’etilismo.

l'uso dell'ipnosi

Freudusò altri atteggiamenti di fronte agli isterici. Occorreva vedere se ne fosse possibile la cura e, a partire dai risultati ottenuti in sede terapeutica, avanzare una ipotesi diagnostica sulle cause: non dalla eziologia (=ricerca delle cause, diagnosi) alla terapia, dunque, ma dalla terapia alla eziologia.

Freud aveva saputo che Charcot, mediante l’ipnosi, riusciva a far scomparire i sintomi isterici. Studiò i metodi ipnotici a Parigi  e e trasse un'importante conseguenza: se l’ipnosi permetteva la scomparsa dei sintomi isterici, questo significava che la produzione dei sintomi da parte del soggetto malato andava ricondotta a una situazione non-conscia che solo l’ipnosi permetteva di rivelare: nello stato di ipnosi, infatti, la coscienza del soggetto era naturalmente meno vigile. Con Breuer,  Freud usò a Vienna l’ipnosi. Emergeva ormai il concetto di inconscio. La conclusione dei due medici in Studi sull'isteria era che “nella nevrosi traumatica non è la lesione fisica [...] la vera causa della malattia, ma [...] il trauma psichico”, cioè un'emozione, una situazione penosa o spaventosa che agisce come un corpo estraneo nella mente, che permane al di sotto dei sintomi e continua a produrli, essendo la sua presenza sempre attuale nell’inconscio.

La comprensione del funzionamento dell'inconscio è il punto principale degli studi di Freud
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Gli ipnotizzati durante il trattamento parlavano di situazioni e ricordi penosi e drammatici: così facendo i pazienti ricostruivano le lontane e antiche situazioni, le rivivevano spesso in modo drammatico e venivano in tal modo a liberarsi dei sintomi.          

In termini psicoanalitici, si trattava di provocare una abreazione: liberare, estrarre l’emozione penetrata e rimasta nella psiche profonda e inconscia, risvegliandone il ricordo e rivivendo l’emozione stessa. Se si riusciva a fare ciò, i sintomi isterici scomparivano: l’embolo d’emozione veniva sciolto e la psiche riprendeva, con il corpo, il suo normale funzionamento.

Nasceva dunque il concetto di trauma psichico e di situazione emotiva inconscia. L'inconscio veniva presentato da Freud come una ipotesi necessaria e legittima perché, diceva, "se dalla supposizione dell’inconscio si manifesta la possibilità di una azione [terapeutica] efficace sul decorso dei processi [patologici], abbiamo raggiunto in tale successo una prova inconfutabile dell’esistenza di quanto supposto”.

L'inconscio prima di Freud

Alcuni accenni ad una vita inconscia si hanno –sia pur come semplici barlumi- già in S.Agostino, che parla della memoria come di una “enorme caverna” ampia e immensa, da cui emergono alla coscienza i ricordi.     Il trionfo di Cartesio costituì un elemento di forte opposizione allo sviluppo dell’idea di inconscio. Per Cartesio l’anima (la psiche, il pensiero, la mente, lo spirito –dite come volete) è il regno della sola coscienza. Egli non ammetteva alcuna attività mentale inconscia: impossibile avere idee di cui non siamo coscienti.   Ma Leibniz, distinguendo le appercezioni (percezioni di cui abbiamo piena coscienza) dalle ‘piccole percezioni’ (troppo piccole per attirare l’attenzione e la coscienza) tornava a ipotizzare l’idea di una regione oscura della mente.

Anticipazioni chiare di certi tratti del pensiero di Freud sono riscontrabili in Schopenhauer (che probabilmente Freud aveva letto): il Wille è il principio inconsapevole e irrazionale che regge e governa il mondo. Tra gli animali e nell’uomo la volontà di vivere si esprime anche e innanzitutto negli istinti sessuali copulatori.   

Ma l’intellettuale che più di tutti influì su F. fu lo scienziato tedesco G.T. Fechner, iniziatore della psicologia sperimentale, la psico-fisica, nuova scienza al confine tra fisica e psicologia. Fu Fechner a paragonare la mente a un iceberg che emerge solo per una piccola parte dalle acque, nelle quali è invece sprofondata l’altra sua parte ben più vasta. L’iceberg è agitato da correnti nascoste sott’acqua (=l’inconscio).

La psicoanalisi

Seduta di psicoanalisi
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I pazienti raccontavano (già quando Freud e Breuer usavano l’ipnosi) situazioni penose e drammatiche caratterizzate da aggressioni sessuali subite nell’infanzia. Freud finì per ipotizzare che la scena dell’aggressione infantile fosse una costruzione fantastica che non aveva avuto luogo, e che esprimesse in modo nascosto il desiderio sessuale provato dal paziente verso qualcuno, un desiderio giudicato sconveniente dalla coscienza morale (cioè, nel linguaggio psicoanalitico, censurato) e quindi rimosso, allontanato e represso, allontanato dalla soglia della coscienza.

Ma il processo di rimozione non equivale ad un processo di eliminazione del desiderio censurato e rimosso. Questo, semplicemente, cade nella zona inconscia della mente e resta presente, anzi: agisce sul comportamento umano determinando varie forme di disturbo isterico-nervoso.

Celebre è il caso di una paziente di Freud, Elizabeth von R.. La giovane presentava difficoltà nel camminare (senza avere alcuna lesione fisica). Freud riuscì (col metodo della libera associazione delle parole) a guarire Elizabeth portando alla luce i desideri sessuali rimossi che lei aveva provato per il cognato davanti alla sorella morente.

Il desiderio aveva immediatamente suscitato in Elizabeth il senso di colpa e vergogna, ed era stato allontanato dalla coscienza, rimosso, proiettato nell’inconscio; ma dal profondo dell’inconscio il desiderio, ben vivo, misto a disgusto e vergogna, si era convertito in (ovvero, aveva dato luogo a) difficoltà di camminare [si trattava di una reazione psico-fisica che paralizzava la possibilità di dirigersi verso il cognato e realizzare il desiderio ‘immorale’].

Ricordando, Elizabeth si era liberata. La diagnosi qui finiva per coincidere con la terapia: sapere è guarire.

La struttura della psiche

A partire da simili osservazioni, Freud giunse a elaborare una sistemazione teorica complessiva delle sue ricerche. In L'io e l'Es, Freud elaborava la sua celeberrima tripartizione della psiche. Freud articolava la psiche dell’uomo in tre zone:

  • L’Es (cioè l’inconscio), la zona più antica e originaria, costituita dalle pulsioni libidiche sessuali, ricettacolo del tutto inconscio che accoglie anche i desideri rimossi (il termine ‘ES’ è l’articolo neutro tedesco, usato ad indicare il carattere indeterminato, cieco, originario degli impulsi libidici). L’ES è la dimensione a-logica della mente, diretta dalla libido, l’energia sessuale governata dal principio del piacere, cioè indirizzata a ricercare il piacere.
  • Il Super-Ego (Super-Io), è l’io censorio, costituito dall’insieme di regole e proibizioni di comportamento necessarie alla convivenza sociale e imposte dalla famiglia (e in generale dall’ambiente educativo); insieme di regole interiorizzate dall’uomo sin dalla tenera età mediante successivi processi di identificazione con i genitori, gli insegnanti etc.   Il Super-Io è l’io controllore, quello che censura e rimuove i desideri sessuali socialmente illegittimi, ricacciandoli indietro nella sfera inconscia, impedendone la realizzazione. Il Super-Io è “prevalentemente inconscio” esso stesso.
  • L’Io, la regione della consapevolezza, è il risultato della tensione tra le due altre zone della psiche, e si trova perciò sempre in fragile equilibrio tra le pulsioni dell’Es e gli imperativi del Super-Ego. Originariamente tutto era Es; l’Io si è sviluppato per il continuo influsso dell’ambiente educativo sull’Es.

Gli ambienti psicoanalitici si sono spesso serviti di una immagine, quella della festa, del ricevimento, per sintetizzare la loro visione della vita psichica: in una grande villa si dà un ricevimento. Dinanzi al salone tutto illuminato (la coscienza, raffigurata dalla luce) stanno gli addetti al ricevimento che lasciano libero accesso solo alle persone autorizzate. In cantina (l’inconscio) alcuni rozzi e sporchi lavoranti decidono di recarsi alla festa. Salgono le scale ma sulla soglia del salone vengono bloccati e ricacciati indietro dai sorveglianti (=il Super-Io).

Per quanto riguarda i metodi di interpretazione, Freud presto sostituì l’ipnosi col metodo della talking cure, cioè della libera associazione delle parole: il paziente doveva immediatamente associare a liste di parole offerte dal terapeuta altre parole, le prime a venire in mente. Il metodo servirebbe a superare la barriera censoria della mente e a interpretare-estrarre gli elementi inconsci, penetrando nel profondo abisso della psiche.

Freud utilizzò poi un altro metodo per sondare la psiche: l’interpretazione dei sogni.

L'interpretazione dei sogni

I sogni, espressioni dell’inconscio, costituiscono sempre più per Freud la strada e la chiave d’accesso alla esplorazione dell’inconscio. Analizzando i sogni dei pazienti, Freud si convinse che la vicenda contenuta nei sogni si formi al di fuori della censura morale e della logica che dirige la coscienza.

Freud distinse il contenuto manifesto del sogno (=ciò che ricordiamo e raccontiamo quando lo evochiamo) dai pensieri onirici latenti (=quelle immagini e quei desideri inconsci che hanno presieduto alla formazione del sogno). Se noi raggiungiamo tali pensieri onirici (di natura sessuale) nascosti e travestiti sotto il contenuto manifesto, arriviamo a interpretare il sogno, a cogliere il suo significato. Freud giunse a questa conclusione generale: “Il vero significato del sogno […] dimostra di essere un soddisfacimento (solo onirico) di desideri insoddisfatti. Il sogno manifesto, che apprendete dalla vostra memoria quando vi svegliate, può quindi essere descritto solo come un soddisfacimento travestito di desideri repressi”.

Alte ragazze sognerebbero di cadere e farsi male e sanguinare su un vetro appuntito o un chiodo etc. Qui il simbolismo, secondo Freud, è riferito all’organo genitale maschile e al timore-piacere del rapporto sessuale. L’inconscio ha la tendenza a camuffare il senso vero del sogno rendendolo latente, e lo fa per non destare il “cane da guardia”, la censura del Super-Io che, diversamente interverrebbe a bloccare il sogno e la soddisfazione che esso adduce.

Paraprassie

Le pulsioni dell’inconscio sono a fondamento non solo degli stati patologici isterico-nevrotici, ma anche della vita quotidiana e ‘normale’ di ogni uomo. Anche i sogni di uomini normali rivelano i meccanismi psichici di cui abbiamo parlato. E squarci di luce sulla regione dell’inconscio sono offerti, secondo Freud, anche dalle paraprassie (atti mancati), quei lapsus nel parlare, nello scrivere, nel ricordare che sono così comuni nella nostra vita quotidiana.

Solo qualche esempio registrato da Freud:

  • 1) Un signore dice di sua moglie che è “fredele”: nella espressione era scivolata la convinzione (inconscia in quel momento) che sua moglie fosse ‘fredda’, ‘frigida’ sessualmente;
  • 2) Come lapsus calami può valere quello della signora che nelle parole crociate alla indicazione “i capi più forti della stalla”, invece di scrivere “tori”, come occorreva, aveva scritto “buoi” perché dei tori aveva sempre avuto paura. Va a dormire, si alza e corregge il foglio.

L'ipotesi evolutiva della sessualità

Secondo Freud, contrariamente a quanto si ritiene, esiste anche una sessualità infantile risalente a un periodo assai precoce della vita. L’idea all'epoca fu assolutamente scandalosa. Freud distinse tre fasi della sessualità infantile, secondo uno schema evolutivo che attribuiva alla sessualità un carattere polimorfo e non semplicemente procreativo-copulatorio (come invece siamo portati a pensare). Anche il bambino è un essere alla ricerca del piacere, ma la sessualità ha forme diverse e non univoche.

Le tre fasi sono:

  1. La fase orale: la fonte della gratificazione sessuale è il corpo materno, attraverso la suzione delle mammelle, principalmente. Ciò fin verso l’anno –anno e mezzo;
  2. La fase sadico-anale, in cui il piacere è connesso alla ritenzione e poi alla evacuazione delle feci;
  3. La fase fallica o ‘genitale’, una fase che parte dai cinque anni di età in cui poi il bambino ‘ama’ la madre e ‘odia’ il padre (per la bambina la situazione è rovesciata), venendosi così a trovare in una situazione analoga a quella di Edipo.

Nevrosi e psicosi

La crisi puberale, che coincide con la comparsa dei caratteri sessuali secondari, provoca la ricomparsa della situazione edipica. Normalmente il superamento di tale crisi permette lo svolgimento di una normale vita sessuale. Se però questo superamento è ostacolato o ritardato, possono comparire sintomi nevrotici (nevrosi). Se poi l’individuo non è giunto neppure alla situazione edipica e le circostanze della sua vita sono tali da fissarlo alla fase orale o  sadico-anale, compaiono disturbi della personalità talmente gravi (psicosi) che la loro guarigione è spesso impossibile.

Episodi traumatici della vita del singolo possono arrestarlo alla fase edipica e generare nevrosi che possono essere curate con i metodi psicoanalitici; ma tali episodi possono anche produrre una sorta di regressione involutiva alle fasi precedenti, e generare le psicosi.

Freud, influenzato dalla lettura di Darwin, interpretò in termini evolutivi la sessualità. La differenza tra l’evoluzionismo di Darwin e quello di Freud è che mentre l’evoluzione biologica è un processo materiale, l’evoluzione psichica è un processo di evoluzione dei comportamenti sessuali: in termini embriologici, l’adulto psicotico e quello normale sono identici!

La sublimazione

Deve ancora essere ricordato un processo psichico su cui Freud ha insistito e che caratterizza la vita di alcuni uomini e donne adulte: il processo della sublimazione, nel corso del quale l’oggetto libidico primario (il corpo della persona sessualmente appetita) viene sostituito con una diversa fonte di gratificazione (l’arte, la scienza etc.), ritenendolo irraggiungibile.

L’impossibile appagamento sessuale sarebbe a fondamento delle grandi personalità artistiche, scientifiche, filosofiche etc., le quali sublimarono la loro energia sessuale impedita esprimendola in opere straordinarie.

Religione e civiltà

Nel 1912-13, con Totem e tabù, Freud tentò di servirsi del concetto di situazione edipica e in generale dei meccanismi psico-sessuali descritti per interpretare l’evoluzione culturale delle società umane primitive. Il tentativo fu – per il suo carattere anti-scientifico e meta-psicologico (per non dire ‘metafisico’ e campato in aria) - assai contestato.     

In sostanza, per Freud l’organizzazione delle società primitive era patriarcale: un padre-re che possedeva tutte le donne opprimendo i figli. Questi si sarebbero ribellati, avrebbero ucciso il padre e nel corso di un’orgia ne avrebbero mangiato le carni. Ne sarebbe derivato un periodo di anarchia sessuale e sociale, caratterizzato dall’incesto e da lotte fratricide.

Sarebbe così nata la convinzione che il padre morto fosse tornato come spirito per vendicarsi suscitando guerre tra fratelli. Di qui il senso di colpa dell’orda primitiva, che avrebbe cercato di riparare erigendo dei totem (figura scolpita di animale considerato sacro) nei quali identificavano lo spirito del padre da venerare.

Vietando (il tabù) l’incesto, proclamando la esogamìa (lo sposarsi al fi fuori del proprio gruppo di consanguinei), ristabilendo la figura di un capo politico, elaborando una religione monoteista per celebrare nel padre un Dio (e placarne l’ira), riproducendo in forme liturgiche e rituali l’assassinio del padre e il banchetto, la società avrebbe trovato un suo equilibrio.

La religione

Per Freud era possibile trovare conferma di questo schema evolutivo delle società nella tradizione ebraico-cristiana. Suscitò scandalo la sua interpretazione dell’Ultima Cena, del passo in cui Gesù Cristo afferma: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue; prendete e bevetene tutti”, come allegoria rituale dell’antico banchetto cannibalesco.

Lo schema fu nel complesso criticato da molti studiosi che sottolinearono il fatto che molte società primitive sono matriarcali (in Africa centro-occidentale, o in certe zone dell’America del Nord) e che era illegittimo identificare il comportamento delle società primitive con quello dei nevrotici edipici.

Nel complesso bisogna dire che la religione per Freud non è altro che un insieme di illusioni e di appagamenti di desideri tipicamente infantili, quelli di sentirsi protetti contro i pericoli della vita. La figura di Dio, Padre amato e temuto, non è altro che la proiezione e ipostatizzazione fantastica e feticistica degli ambivalenti rapporti con il padre terreno. Insomma, la religione sarebbe una forma di nevrosi infantile, una forma culturale tipica dell’umanità bambina, secondo pregiudizi diffusi nella cultura positivistica che anche Freud accettava (si pensi all’idea che Comte ha della religione).

Eros e Thanatos

Negli ultimi scritti Freud ha sempre più insistito sulla presenza nell’Es di caratteri e istinti aggressivi e distruttivi. Anche a seguito della terribile esperienza traumatica della Prima guerra mondiale, Freud giunse a considerare tutta la storia dell’umanità come lotta tra due istinti fondamentali:

  • l’istinto della vita e del piacere (cioè le pulsioni sessuali che tendono a unire e conservare la vita), o istinto dell'Eros;
  • l’istinto della distruzione (le pulsioni di morte, che tendono alla distruzione, a uccidere e ad autodistruggersi), o Istinto di Thanatos (=MORTE).

Le pulsioni di morte sarebbero in qualche modo innate e ‘genetiche’, e albergherebbero anch’esse nell’inconscio, assieme a quelle della vita e del piacere.   

Con questa dottrina F. tendeva a fare dei fondamenti della psicoanalisi i capisaldi di una vera e propria filosofia della storia, una visione cosmica della vita che pone alla base i due suddetti principi.

La traiettoria dell’evoluzione, dalla semplice cellula alla società umana, è dovuta alla lotta tra Eros e Thanatos, lotta che si esprime a livello storico nelle terribili guerre, e a livello individuale nel sadomasochismo (il ricercare il dolore per provare piacere).

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