Tesina maturità: avere o essere
Tesina di maturità sull'avere o essere che collega: Pirandello, Verga, Divina commedia, Giotto, Orazio, Hobbes e La rivoluzione industriale (3 pagine formato doc)
TESINA MATURITA' AVERE O ESSERE
Avere o essere? Questa è una delle domande che più frequentemente l’uomo si è posto, si pone e si porrà.
Avere ed essere sono delle vere e proprie scelte di vita e, il confine tra le due, è tanto sottile da essere spessooltrepassato inconsapevolmente dall’uomo. In molti, si lasciano trasportare dall’avarizia, dal desiderio di avere, perdendo così di vista quel che è davvero importante nella vita ovvero essere: essere capaci di amare, aiutare il prossimo e vivere senza essere schiavi dei beni materiali.Apparire ed essere: tesina di maturità
ESSERE O APPARIRE: TESINA COLLEGAMENTI
Italiano. Luigi Pirandello, badava poco all’essere.
Basti pensare che, nonostante non si interessasse affatto di politica, scrisse una lettera al Duce nella quale chiedeva di entrare a far parte del partito fascista anche come gregario. Con il degenerare della dittatura si distaccò dal fascismo soltanto ideologicamente in quanto, la sua posizione, gli aveva garantito un grande successo: Mussolini aveva sovvenzionato la sua attività teatrale ristrutturando il teatro d’Arte di Roma dal quale Pirandello iniziò la sua ascesa. Pirandello, nonostante non condividesse l’ideologia fascista, preferì la sfera esistenziale dell’avere, nonché la più conveniente, calpestando quella dell’essere e rinunciando così ai propri principi.Pirandello,in uno dei suoi romanzi, mette il protagonista, Mattia Pascal, di fronte ad una scelta: lui si trova su un treno ed è di ritorno da Montecarlo dove ha vinto una grande somma di denaro. Durante il viaggio, legge sul giornale che, al suo paesino, tutti lo credono morto. Si trova allora davanti a un bivio: può tornare dalla moglie tanto odiata e condividere con lei le sue ricchezze o andare via e crearsi una nuova vita utilizzando per sé tutto il denaro. Mattia preferisce la seconda opzione ma, così facendo,perderà se stesso e non sarà più neanche quel che è sempre stato. Probabilmente, se Mattia non avesse avuto con sé tutto quel denaro, sarebbe tornato dalla moglie ma, il desiderio di non condividerlo, lo spinse ad andare via e, scegliendo l’avere, perse l’essere.
Anche Giovanni Verga, nella sua novella rusticana La Roba, ci mostra, tramite la figura di Mazzarò, quale tra avere ed essere sia la scelta di vita migliore. Mazzarò, era un uomo che si era fatto da sé grazie alla sua astuzia ed alla sua caparbia. Era riuscito, con le sue brillanti capacità, a possedere tutto quel che gli stava intorno. Era riuscito a far divenire ogni Eccellenza sua debitrice e, per non perdere la sua ricchezza, si accontentava di un tozzo di pane, non dormiva per controllare la sua roba, non si dedicava a nessuno svago: non fumava, non beveva e non aveva mai avuto neanche una donna. L’unica che gli era gravata sulle spalle era sua madre la cui morte gli era costata (con suo grande fastidio) parecchi soldi. Mazzarò, per tutta una vita, si era dedicato alla roba: voleva accumulare ricchezze su ricchezze e per farlo non si dedicava alle cose realmente importanti della vita rinunciando persino agli affetti. Quando l’età iniziò a farsi sentire, non avendo nessuno a cui lasciare tutti i suoi averi e non potendoli portare con sé nell’ aldilà, cercò disperatamente di distruggerli. Verga, in questa novella, ci fa caprie che una volta lasciato questo mondo, l’avere non conta.
Essere e apparire: tesina di maturità
ESSERE E APPARIRE: STORIA
La rivoluzione industriale è uno dei maggiori esempi della scelte che l’uomo non dovrebbe mai prendere: rinunciare all’essere, ai propri principi per avere. Infatti, durante la rivoluzione industriale la grande borghesia si trasformò realmente in un lupo per gli operai. Il suo unico obiettivo era quello di arricchirsi smisuratamente e per farlo questi uomini erano pronti a tutto. La borghesia,finì per calpestare i diritti degli operai i quali, lavoravano dalle dodici alle quattordici ore per avere poi un salario chenon bastava neanche a soddisfare il proprio fabbisogno.