Stragi di Cosa nostra: storia di Falcone e Borsellino

Tesina di maturità per l'Istituto commerciale indirizzo turistico sulla strage di Capaci e di Via D'Amelio, la morte di Falcone e Borsellino (13 pagine formato doc)

Appunto di kettuzzola

STRAGI DI COSA NOSTRA: STORIA DI FALCONE E BORSELLINO

Introduzione.

Ho deciso di parlare della figura di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in quanto rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia e più in generale nella storia della Repubblica Italiana;
l’impegno dei nostri eroi nel combattere la mafia e ogni altra forma di illegalità, deve essere oggi l’esempio di una vita sacrificata al trionfo della giustizia. Viviamo in una società sempre più refrattaria a parole come legalità e meritocrazia, eppure non v’è, a mio parere, bene più prezioso della giustizia espressa dalla legalità, di un diritto equo che cerca di perseguire l’obiettivo dell’annullamento delle disuguaglianze sociali di partenza, lasciando solo al merito la misura per stabilire la grandezza di un uomo, tutelando cosi sia il bene condiviso sia il valore di chi lo condivide.

Tesina di maturità sulla mafia

 

STRAGI MAFIOSE IN ITALIA

Le guerre di mafia e il Maxiprocesso
Dopo la seconda guerra mondiale le famiglie appartenenti alla mafia siciliana iniziarono a farsi guerra tra di loro, difatti queste faide furono chiamate “Prima guerra di mafia” e “Seconda guerra di mafia”.

Queste lotte vennero fatte per conquistare il controllo del territorio siciliano e si lasciarono alle spalle una scia di sangue che colpì non solo i membri delle cosche mafiose, ma anche componenti delle forze dell’ordine come il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso perché si stava occupando di Cosa Nostra e dei suoi componenti.
Lo Stato Italiano rispose alle guerre di mafia varando leggi per accedere ai conti bancari delle famiglie mafiose, ma non fu l’unico a prendere provvedimenti, infatti anche alcuni componenti di Cosa Nostra iniziarono a collaborare con lo Stato per far condannare i mandanti delle stragi.
Fra i tanti pentiti di Cosa Nostra vi è il boss Tommaso Buscetta, il quale incontrò nel 1984 per la prima volta il magistrato Giovanni Falcone. Quest’ultimo, grazie alle rivelazioni del boss, istituì insieme al magistrato Paolo Borsellino e al Pool Antimafia il Maxiprocesso di Palermo: questo fu il primo e vero colpo che lo Stato fece alla Mafia.
Grazie alle rivelazioni di Tommaso Buscetta, detto anche il boss dei due Mondi, la magistratura è stata in grado per la prima volta di fare una ricostruzione giudiziaria dell’organizzazione e della struttura di Cosa Nostra.
Il Maxiprocesso iniziò nel 1986, si svolse nell’aula bunker di Palermo e si concluse nel 1987; gli imputati furono più di 400, il verdetto finale comprendeva 19 ergastoli, 2665 anni di carcere complessivi, 11 miliardi e mezzo di multe e 114 assoluzioni.

La mafia, Falcone e Borsellino: saggio breve

 

VITTIME DI COSA NOSTRA IN ITALIA

Le stragi di Cosa Nostra
Dopo il primo vero e proprio processo contro Cosa Nostra, il boss Salvatore Riina dichiarò guerra allo Stato tramite stragi causate da bombe che hanno colpito coloro che hanno preso parte direttamente o meno al Maxiprocesso.
Una delle più famose stragi di Cosa Nostra è quella di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992 sull’autostrada Palermo – Punta Raisi all’altezza di Capaci. La Mafia aveva progettato questo attentato alla vita del giudice Giovanni Falcone e aveva posizionato 300 kg di tritolo sotto un ponte dell’autostrada facendo così esplodere sia l’auto in cui si trovava il giudice con la moglie Francesca Morvillo, magistrato, sia quella in cui si trovavano gli agenti della scorta. Il mandante della strage fu Salvatore Riina, ma colui che attivò il dispositivo di esplosione fu Giovanni Brusca, attuale collaboratore di giustizia.
A distanza di poco più di un mese, il 19 luglio 1992 vi fu un'altra tragica esplosione: la strage di Via d’Amelio, luogo in cui viveva la madre di Paolo Borsellino. Il giudice Borsellino si recò nel giorno 19 luglio da sua madre non consapevole del fatto che all’interno di una Fiat 126 parcheggiata proprio sotto il palazzo vi erano 100 kg di tritolo che esplosero al suo passaggio uccidendo lui e gli uomini della sua scorta.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vengono considerati oggi eroi italiani e ogni anno il 23 maggio vengono organizzate manifestazioni commemorative.

Falcone e Borsellino: riassunto

 

COSA NOSTRA STORIA

La risposta dello Stato e del popolo
Dopo le ultime stragi di Cosa Nostra il popolo iniziò una vera e propria lotta sia all’interno dell’isola siciliana sia nel resto dell’Italia con l’unico scopo di indebolire ed eliminare completamente questa sanguinosa organizzazione criminale. Iniziarono così le manifestazioni e la “Rivolta dei lenzuoli” che consisteva nell’appendere lenzuoli con frasi contro l’illegalità e Cosa Nostra ai balconi.
Lo Stato Italiano rispose invece “militarizzando” la Sicilia, vennero quindi mandati circa 20.000 militari a sorvegliare tutta l’isola e in particolare i magistrati, i giudici, i tribunali, i porti e gli aeroporti. Lo Stato inoltre, dopo le stragi che causarono l’uccisione di Falcone e Borsellino, decise di applicare l’articolo legislativo 41 bis, ossia la sospensione dei normali trattamenti dei detenuti sui boss mafiosi.