Tesina maturità sui vinti: eroi nascosti tra cinema e letteratura
Percoso multidisciplinare sul tema di vinti che tratta i seguenti argomenti: tragedia di Sofocle, romanzo moderno, E. Zola, la rassegnazione dei siciliani di Verga, Manzoni e Pasolini (19 pagine formato doc)
TESINA MATURITA' SUI VINTI
I vinti: eroi nascosti tra letteratura e cinema.
Dai primordi della vita umana, e non solo, le cose sono sempre andate così: c’è stato un dominatore e un vinto. L’uomo, come dice il filosofo tedesco Georg Wihelm Friedrich Hegel, che si è lungamente occupato nella sua Fenomenologia dello spirito della dinamica interna alle classi sociali **, ha sempre cercato la sua autoaffermazione e la sua identità nel dominio sul proprio simile.E’ da questo istinto “primordiale”, afferma il filosofo, che nasce la civiltà, dallo scontro con l’altro, che fa prendere all’uomo “coscienza” di sé stesso. Identificarsi col più forte, col vincitore, è da sempre motivo di vanto all’interno di ogni tipo di società, anche la più primitiva o la più ristretta. Siamo, insomma, secondo Hegel, antropologicamente portati al biasimo, al rifiuto del più debole, dell’inetto, e al riconoscimento del modello del forte e dell’impavido. Come afferma Hegel, all’inizio di questo processo (che porterà all’autoaffermazione) lo scontro è causato da motivi elementari, legati alla mera sopravvivenza. Ma man mano che aumentano e si complicano i meccanismi della società, si vengono a creare veri e propri sistemi, all’interno dei quali ci si organizza per vivere.
Vincitori e vinti: tesina maturità
VINCITORI E VINTI: TESINA
Il perdente, colui che ha perso nel primo scontrarsi, è costretto a compiacere il vincitore e proprio grazie a questo si emancipa. Da qui ha origine la complessità propria dell’uomo, dal provare a compiacere il signore e quindi dall’ingegnarsi per rispondere alle aspettative. Questo è quanto afferma Hegel nella sua Fenomenologia dello spirito.
Ma, affrontando la questione sotto un’altra ottica, quando la società comincia ad essere molto elaborata avviene anche un altro fenomeno: l’uomo che vive in una civiltà avanzata, ed è ormai pienamente cosciente della propria forza e sicuro del dominio su altri popoli, non essendo più spinto dall’istintivo bisogno di prevalere sull’altro, inizia a farsi domande sulla legittimità della sua posizione di dominio e a volgere lo sguardo anche sugli altri, su chi subisce. Certo non occorre andare troppo lontano per analizzare questa categoria di persone. Anche questo tipo di società cosiddetta “evoluta” (o forse proprio perchè tale) ha prodotto una categoria di “vinti” e di “inetti”. Fin dall’antichità abbiamo nella letteratura e nelle più diverse arti, come nel pensiero filosofico, molti esempi di pensatori che scelgono, chiaramente con metodi diversi e diversi obiettivi, di ritrarre questa categoria di uomini che non escono vincenti dalle loro avventure umane, ma che si chinano al fato o agli eventi incontrati nella loro esistenza terrena.
Spesso si pensa che queste realtà siano rappresentate in modo prettamente realistico, ma bisogna dire che seppure il realismo sia il metodo più usato dagli artisti e pensatori per ritrarre il disagio, sarebbe riduttivo limitarsi a questa definizione.
Tesina di maturità sulla libertà
TESINA MATURITA' SULLA SCONFITTA
Lo sconfitto può essere analizzato a livello sociale, ma se ne può anche fare un’analisi più interiore e intimistica.
Possiamo partire proprio da qui e dall’illustre esempio che ci viene offerto dalla tragedia greca, per dimostrare questa tesi attraverso la quale gli eroi che la popolano sono anche, anzi soprattutto, dei vinti.
L’EROE “VINTO” NELLA TRAGEDIA DI SOFOCLE
Forse chi, tra i poeti tragici dell’antica Grecia, meglio ha rappresentato conflitti interiori dei personaggi e la loro immensa solitudine è Sofocle (Colono 496 a.C – Atene 406 a,C), l’autore dell’ Edipo re e dell’Aiace, le tragedie che meglio evidenziano la tesi qui portata avanti.
LO SCONFITTO DEL ROMANZO MODERNO
L’eroe tragico è dunque, come abbiamo visto fino ad ora, un esempio di “vinto” un po’ sui generis. Ma se si pensa a chi, in seno ad una società, è “sconfitto”, all’idea “moderna” del “vinto”, costui deve appartenere ad una categoria di persone schiacciate, per i più svariati motivi, dal funzionamento o malfunzionamento, dal progresso (in questo caso apparente e alienante) della società in cui vive e dalla quale viene prodotto.
Tutto sul romanzo moderno