Crisi delle certezze nel 900: tesina liceo scientifico

Tesina multidisciplinare per liceo scientifico: crisi delle certezze nel 900. Collegamenti con Pirandello, Beckett, Surrealismo, Hubble e la scoperta dell'universo, la crisi del '29, Marx e crisi del capitalismo (24 pagine formato docx)

Appunto di gily93

CRISI DELLE CERTEZZE NEL 900: TESINA LICEO SCIENTIFICO

Tesina: La crisi delle certezze di inizio novecento.

Argomenti trattati: Pirandello, crisi d’identità dell’uomo contemporaneo; Beckett “Waiting for Godot”; Crisi delle certezze del linguaggio e del pensiero: Surrealismo; Hubble e la scoperta dell’espansione dell’Universo; La crisi del ’29; Marx, crisi del capitalismo.

Crisi delle certezze, tesina

CRISI DELLE CERTEZZE: INTRODUZIONE

Introduzione - «C’è un solo mondo ed è falso, crudele, contraddittorio, corruttore, senza senso […]. Un mondo così fatto è il vero mondo […].

Noi abbiamo bisogno della menzogna per vincere questa realtà, questa “verità”, cioè per vivere […]. La metafisica, la morale, la religione, la scienza […] vengono prese in considerazione solo come diverse forme di menzogna: col loro sussidio si crede nella vita.» Nietzsche (1869) Frammenti postumi.

CRISI DELLE CERTEZZE: TESINA LICEO SCIENTIFICO

Il Novecento è il secolo del crollo delle certezze, dell’esaurimento di ogni residuo positivistico, del crollo della metafisica, della relatività di ogni cosa. Possiamo usare il termine “crisi”, a proposito della società e delle culture europee che si affacciano al Novecento, per segnalare un insieme di fenomeni, accomunati dalla messa in discussione di alcuni fondamentali presupposti della civiltà ottocentesca. In primis l’economia capitalistica che passa dal capitalismo libero, capace di autoregolarsi attraverso il mercato, al capitalismo monopolistico, caratterizzato da una forte integrazione fra economia (industrie) e politica (stato). Viene meno l’identificazione tra scienza, verità e progresso, che sorreggeva il modello del positivismo ottocentesco. A una scienza considerata potenzialmente capace di pervenire alla descrizione “vera” del mondo, subentra una concezione della scienza come costruzione “operativa”, metodologicamente fondata e soggetta a obbligo di coerenza, ma limitata, nelle sue pretese di verità, dal carattere necessariamente “convenzionale” dei suoi principi e proposizioni. Inoltre lo sviluppo del movimento operaio fa emergere il conflitto di classe come dato strutturale della società borghese. L’alienazione sul posto di lavoro (in particolare nelle fabbriche) tende ad estraniare la persona, ad omologarla alle altre, a farle perdere la propria identità.
Si arriva dunque alla perdita della propria individualità, alla crisi d’identità dell’uomo contemporaneo di cui Pirandello si fece il maggior portavoce.

FINE 800 E INIZIO 900 LETTERATURA: PIRANDELLO

Pirandello e la crisi d’identità dell’uomo contemporaneo. L’umorismo - L’elaborazione della poetica dell’umorismo avviene fra il 1904, data delle due premesse iniziali de “Il fu Mattia Pascal” che gettano già le basi della nuova poetica, e il 1908, anno in cui esce il volume l’Umorismo. L’umorismo pirandelliano è l’espressione del pensiero e della cultura del relativismo filosofico il quale presuppone sia la messa in discussione del positivismo, sia delle ideologie romantiche. Del positivismo Pirandello rifiuta il criterio della verità oggettiva, garantita dalla scienza; del Romanticismo l’idea della verità soggettiva e della centralità del soggetto. Entrano in crisi tanto soggettività quanto la oggettività, ed è il concetto stesso di verità che viene posto radicalmente in questione. Ne deriva un assoluto relativismo che sul piano artistico trova elaborazione nella poetica pirandelliana dell’umorismo. Anche se Pirandello tenta di darle un fondamento eterno e ontologico, in realtà la poetica dell’umorismo nasce da una riflessione sulla modernità.