Il Perù
Povertà e disuguagliaanza in Perù da anni novanta (13 pagine formato doc)
Il Perù si è aperto alla globalizzazione nel 1990, dopo un decennio di crisi economica e terrorismo, inflazione e discredito verso i partiti politici.
Gli anni Novanta sono stati segnati da profonde riforme istituzionali e da shock macroeconomici, attuati a seguito della vertiginosa inflazione che si era verificata nel decennio precedente. Essa, infatti, era arrivata a toccare apici del 10.000% provocando, naturalmente, gravi problemi economici ed un caos generale che aveva fatto perdere credito al paese anche presso il governo degli Stati Uniti. A seguito di ciò, questi avevano deciso di sospendere l’erogazione del loro programma di aiuti. I primi segni di ripresa economica si ebbero quando Alberto Fujimori, indipendente, figlio di immigrati giapponesi, venne eletto presidente proprio nel 1990, con un iniziale mandato di cinque anni.
Il suo austero programma determinò fortissimi aumenti del costo dei generi alimentari ed altri articoli di prima necessità, ma liberalizzò le norme relative ad esportazione ed importazione, alle tasse ed agli investimenti stranieri. Si creò, inoltre, una nuova valuta agganciata al dollaro USA, recuperando i rapporti con l’antico collaboratore.
La maggior parte delle imprese pubbliche e para-pubbliche vengono privatizzate, le sovvenzioni e i controlli dei prezzi soppressi affinché il governo procedesse ad una riforma senza precedenti del mercato del lavoro. La stabilità di impiego è praticamente abolita e i costi di licenziamento fortemente diminuiti. Attirati da compensazioni finanziarie, più di 150.000 funzionari hanno lasciato la loro occupazione mentre, parallelamente, si stava sviluppando un mercato portante alla generalizzazione del lavoro precario. Anche nella capitale la porzione