La partecipazione politica: tesina

Tesina sul fenomeno della partecipazione politica, dall'agorà della Grecia antica in poi. Partecipazione moderna e democrazia rappresentativa, nuove forme di partecipazione, valori post-materialisti e il ruolo delle associazioni (2 pagine formato doc)

Appunto di danchi68

LA PARTECIPAZIONE POLITICA: TESINA

Il fenomeno della partecipazione, intesa come prendere parte ad un determinato atto o processo decisionale all’interno di una specifica comunità politica, è stato analizzato fin dalla Grecia antica, dove nell’agorà, luogo simbolo della politica, ogni cittadino libero, poteva partecipare, senza alcuna restrizione, alle discussioni che riguardavano le decisioni dell’intera collettività, influenzandone le scelte.
Tuttavia, pur constatando che la partecipazione è un fenomeno antico, solo con la nascita degli Stati nazionali e soprattutto con l’affermarsi dei movimenti di democratizzazione interna alle Nazioni e l’avvento del suffragio universale, con la teoria di una testa un voto, la partecipazione ha assunto la caratteristica di definizione moderna di partecipazione.


Una delle più conosciute definizioni moderne della “partecipazione” è quella dove si intende che i cittadini “sono parte o possono far parte di un contesto politico attraverso alcuni atteggiamenti concreti con cui  si cerca di influenzare le decisioni di chi detiene il potere, attraverso il quale si cerca di mantenere o modificare i valori del sistema di interessi dominanti “(Raniolo).

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PARTECIPAZIONE ALLA VITA POLITICA

Tutte le definizioni sulla partecipazione moderna, inserite in un contesto di democrazia rappresentativa, descrivono e prescrivono che al centro della partecipazione gli attori principali sono i cittadini, i quali intervengono con varie forme di atteggiamenti nella vita politica, ma queste forme, non sono state sempre cristallizzate, e non lo saranno neanche  nel futuro.Grazie allo studio nelle società occidentali si possono analizzare l’evoluzioni che si sono avute nel corso degli anni.

Fino alla fine degli anni sessanta, si può affermare, che le forme adottate erano quelle che possiamo definire forme “classiche” di partecipazione e cioè il votare, iscriversi in un partito, assistere ad un comizio, firmare un referendum, oppure cominciavano ad adottarsi forme di partecipazione che possiamo definire “moderne”  come quelle di partecipare ad un movimento, fare scioperi, partecipare a sit-in.
Le ricerche di scienze politiche di questo periodo, hanno evidenziato comunque che le forme di partecipazione avevano un grande grado di selettività all’interno di quelle società, che comportava, alla fine una sostanziale disuguaglianza nell’influenza politica.
Ciò era dovuto perché le disuguaglianze sociali ed economiche influenzavano e si riflettevano come disuguaglianze politiche.

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PARTECIPAMENTE ATTIVAMENTE ALLA VITA POLITICA

Gli studiosi hanno evidenziato, che i cittadini che hanno più potere economico sono i più influenti e quindi hanno più possibilità di essere rappresentati  nelle istituzioni, rispetto a coloro che hanno poche risorse socio-economiche. Chi ha uno status più alto, parte più avvantaggiato ad adottare le migliori forme di partecipazione alle decisioni politiche, infatti chi ha più istruzione, più risorse simboliche (prestigio), risorse economiche, ha più fiducia in se stesso, fiducia che lo porta alla convinzione di poter cambiare le cose con la propria influenza.
Alcuni studiosi nell’analizzare la partecipazione in questi anni, hanno determinato che a secondo dell’impegno assunto si crea una scala di attività che va dall’assenza completa alle decisioni ad un impegno totale e in prima persona nella vita politica definendo i primi apatici i secondi gladiatori, chi sta al centro di queste categorie vengono definiti  spettatori.
E’ con gli anni 70 e 80 che si ha la nascita di nuove forme di partecipazione alle decisioni politiche, dove le forme convenzionali di partecipazione si fondano con forme non convenzionali.

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PARTECIPAZIONE POLITICA E MOVIMENTI SOCIALI

E’ proprio in questo periodo che nascono i primi movimenti sociali, caratterizzati da reti di interazioni, il più delle volte informali basate su credenze condivise e solidarietà, che si mobilitano su nuove tematiche con l’uso sempre più frequente di forme di protesta.
Questi movimenti, sono riusciti a creare delle identità collettive e senso di appartenenza del gruppo, adottando una forma di partecipazione in “solidarietà” con gli altri, raggiungendo lo scopo comune di scardinare i valori dominanti nelle società occidentali, che avevano reso quasi un’utopia la speranza che con l’affermazione del diritto di voto si sarebbe verificato l’abbattimento di numerosi privilegi.
La nascita di questi nuovi movimenti è dovuto essenzialmente all’emergere di valori post-materialisti, valori che si sviluppano dalla frattura che avviene nelle società occidentali, basata non più sulla classe sociale, ma su quelle generazionale, basate cioè sulle età.