Vesuvio: storia ed eruzioni

Tesina sul Vesuvio: storia, caratteristiche ed eruzioni (6 pagine formato doc)

Appunto di crogiu

VESUVIO: STORIA ED ERUZIONI

Vesuvio.

La storia. Il Vesuvio è il vulcano attivo della Campania, situato nella provincia di Napoli; si trova a circa 10 km dalla città e prospetta sul Golfo di Napoli. Nella sua lunghissima attività si possono distinguere quattro grandi fasi, caratterizzate da lave di acidità decrescente (tracheiti, orveiti, ottavianiti e vesuviti) durante le quali si sviluppò il vulcano. Attualmente il grande apparato vulcanico, che è uno dei pochi al mondo del tipo “a recinto”, è formato da due coni sovrapposti ma non concentrici, in quanto il più recente, il Vesuvio vero e proprio (1279 m), si è formato nell’ambito del più vasto cratere di un vulcano precedente (Monte Somma, 1132 m) ma in posizione eccentrica, cioè con l’asse eruttivo spostato a circa 250m a sud-ovest rispetto a quello del vulcano più antico; questo presenta un diametro di circa 4 km e una circonferenza di 11 km con un anello ben conservato anord e a est, mentre a sud e a ovest la cerchia del monte Somma appare sventrata e confusa con i versanti del Vesuvio, che vi si è sovrapposto in età relativamente recente. Il Colle del Salvatore, sul quale sorge a 609 m d’altezza l’Osservatorio Vesuviano (fondato nel 1841), è l’unico residuo del tratto occidentale del recinto del monte Somma.
Il Gran Cono (Vesuvio) è separato dal monte Somma da una depressione divisa in Valle del Gigante e Valle dell’Inferno.

Vesuvio: formazione e storia

 

VESUVIO: ERUZIONI

L’ATTIVITA’ E LE ERUZIONI
In epoca storica l’attività eruttiva ebbe inizio nel 63 d.C. con l’eruzione del 5 febbraio descritta da Seneca, che fu catastrofica per Pompei, Ercolano, Stabia, Napoli e Nocera.L’eruzione del 79 d.C. fu decritta da Plinio il Giovane in due lettere indirizzate a Tacito verso il 106. Distrusse Pompei ed Ercolano e si verificò dopo un lunghissimo periodo di stasi, tanto che a quel tempo la popolazione credeva che si trattasse di un semplice monte e non di un vulcano, anche per le sue pendici fertilissime.
Il Vesuvio appartiene a quella categoria di vulcani chiamati “vulcani grigi” per il tipo di maetriale che emettono quando entrano in attività, cioè gas e ceneri in abbondanza che obbligano gli abitanti nel raggio di decine o centinaia di km ad evacuare. Le lave sono di secondaria importanza e seguono dopo giorni i lapilli e i gas. Caratteristiche di queste eruzioni sono le nubi ardenti, gas e materiali vari tanto pesanti da non riuscire a salire verso il cielo e sono dunque costretti a percorrere i fianchi del vulcano anche a 150 km/h, incenerendo qualunque ostacolo trovino sul loro percorso. Il materiale più leggero riesce a salire verso l’alto rimanendo in sospensione nell’atmosfera così da creare una notte innaturale che può prolungarsi per giorni; il materiale ricade poi sotto forma di violenta pioggia.