I mutamenti economici e sociali nell'Italia del secondo dopoguerra
Tesina universitaria di sociologia sui mutamenti economici e sociali tipici del secondo dopoguerra in Italia (41 pagine formato pdf)
I MUTAMENTI ECONOMICI E SOCIALI NELL'ITALIA DEL SECONDO DOPOGUERRA
I mutamenti economici e sociali nell'Italia del secondo dopoguerra.
Introduzione.
L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA
Alla seconda guerra mondiale si guarda oggi come ad un grande spartiacque storico. Certo, il mondo attuale è anche il prodotto di processi cominciati molto prima della guerra(come il declino europeo) e di altri successivi (come i mutamenti nell’economia, nelle tecniche, nel costume, ecc); tuttavia, pochi avvenimenti come la seconda guerra mondiale hanno avuto conseguenze così vaste e profonde sugli assetti internazionali, sulla vita dei singoli Paesi, sulla stessa psicologia individuale e di massa.
La seconda guerra mondiale sancì, oltre che la liquidazione del nazifascismo, la crisi definitiva della supremazia europea e l’emergere di due superpotenze, USA e URSS, dando vita così ad un nuovo equilibrio internazionale bipolare. A farsi promotori e garanti del progetto di un nuovo sistema mondiale furono soprattutto gli Stati Uniti. Come già nel primo dopoguerra, e in misura maggiore di allora, gli USA diventarono per l’Europa occidentale il principale punto di riferimento non solo materiale (per la ricostruzione e la difesa), ma anche ideale e culturale in senso lato.Il secondo dopoguerra: tesina di maturità
BOOM ECONOMICO DOPO SECONDA GUERRA MONDIALE
Le Nazioni Unite. Di matrice americana fu l’ispirazione di base dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) crea nella conferenza di San Francisco (aprile-giugno 1945) al posto della vecchia e screditata Società delle Nazioni, con l’obiettivo di “salvare le generazioni future dal flagello della guerra” e di impiegare “strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli”. Lo Statuto dell’ONU reca l’impronta di due diverse concezioni: da un lato, quella dell’ utopia democratica wilsoniana di cui era ancora imbevuta una parte dell’opinione pubblica americana, dall’ altro quella, più propriamente roosveltiana, della necessità di una sorta di direttorio delle grandi potenze come efficace strumento di governo degli affari mondiali. L’accordo di costituzione dell’ONU, denominato “Statuto della Carta”, fu sottoscritto da 50 Stati.