La figura del Don Chisciotte tra letteratura, balletto e cinema: tesina

Dal libro del Cervantes alle rappresentazioni ballettistiche di Petipà, Nureyev e Baryshnikov passando per il Don Quijote di Orson Welles. Tesina sulla figura del Don Chisciotte tra letteratura, balletto e cinema (12 pagine formato doc)

Appunto di suxv

LA FIGURA DEL DON CHISCIOTTE TRA LETTERATURA, BALLETTO E CINEMA: TESINA

Letteratura-Balletto - Cinema a confronto.

Figura affascinante e misteriosa, il Don Chisciotte si presta ad innumerevoli comparazioni tra le varie discipline artistico-letterarie perché tante sono le versioni che hanno come protagonista questo personaggio che vede la sua nascita sotto forma di testo letterario nel 1605 per mano dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra con il titolo originale El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha.  
Il Don Chisciotte della Mancia ha trovato notevole fortuna nelle rivisitazioni per balletto; la versione che per prima ha avuto maggior fortuna e, per questo, che ha avuto più adattamenti, è quella del Maître de Ballet dei Balletti Imperiali dello Zar a San Pietroburgo, Marius Petipà, che ne realizzò due versioni a distanza di pochi anni: la prima fu creata nel 1869 per il Bol’sËÂÂÂÂÃ?â?¡oj di Mosca, con la partitura brillante di Ludwig Minkus, e la seconda, un rifacimento della precedente, fu fatta nel 1871 per i Balletti Imperiali di San Pietroburgo.

DON CHISCIOTTE BALLETTO

La prima produzione risultò più comica e leggera rispetto alla seconda che, anche per andare incontro al gusto più sofisticato e aristocratico di San Pietroburgo, fu modificata nello stile, eliminando molte parti comiche e artifizi scenici come quello che vedeva la luna piangere in un momento triste del balletto e poi sorridere.


Successivamente, con l’avvento del cinema, la figura del cavaliere errante divenne un soggetto interessante e trovò notevole fortuna anche nelle trasposizioni filmiche come quella del geniale regista Orson Welles che nel 1955 firmò il “Don Quijote de Orson Welles”, capolavoro incompiuto (montato definitivamente da Jesus Franco e da Mauro Bonanni in un’altra versione)  le cui riprese durarono per quasi venti anni.
Duecentosessantaquattro anni separano la stesura del romanzo dalla prima del balletto di Petipà e addirittura trecentocinquanta dalla realizzazione cinematografica di Orson Welles, eppure entrambe rendono appieno l’atmosfera, il sogno, la follia, il sentimento dell’opera originale senza mancare di innovazione, modernità per i loro tempi e tocchi di personalità di registi e interpreti.   

Don Chisciotte della Mancia: analisi

DON CHISCIOTTE CERVANTES

L’opera originale del Miguel de Cervantes viene considerata da alcuni critici l’archetipo del romanzo moderno, il testo per eccellenza del Siglo de Oro e sicuramente il più celebre ed apprezzato testo della letteratura spagnola; diviso in due libri pubblicati rispettivamente nel 1605 e 1615, proietta il lettore in una atmosfera magica, di sogno surreale già dalle prime pagine. Il protagonista è Alonso Quijano, un hidalgo spagnolo, accanito lettore nel tempo libero di romanzi cavallereschi. La lettura diventa talmente appassionata da trascinarlo in un mondo fantastico, irreale, fatto di cavalieri, draghi e belle donzelle da salvare. Decide, quindi, di lasciare il paese dove vive per viaggiare e diventare lui stesso un cavaliere errante.

DON CHISCIOTTE SIGNIFICATO

Nasce così il suo alter ego, Don Chisciotte della Mancia, che, da come viene raffigurato nel romanzo, rappresenta più un anti-eroe senza giovinezza: il protagonista, infatti, è sulla cinquantina, e senza neppure prestanza fisica, asciutto di corpo e di viso, anche se, dice il testo, forte di corporatura; attrezzato con un’armatura arrugginita appartenuta ai suoi avi, completandola con una celata di cartone fatta da lui stesso perché mancante, parte in sella ad un povero cavallo malconcio che, nella sua follia, sembra addirittura somigliare a Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, a cui darà nome Ronzinante cioè il ronzino che sta innanzi a tutti gli altri. Un cavaliere errante non può, infine, non sospirare per una dama a cui dedicare le sue nobili gesta: è così che riverserà il suo amore su una contadina piuttosto belloccia di nome Alonsa che viveva in un paese vicino al suo alla quale conferì un nome che avesse aria principesca e non disdicesse al suo, tale Dulcinea del Toboso.