La crisi della chiesa alla fine del Medioevo: tesina
Analisi del momento storico dell'autunno del Medioevo e della situazione della Chiesa e del suo scisma e le figure dei due teologi, Wyclif e Hus. Tesina sulla crisi della chiesa alla fine del Medioevo (5 pagine formato doc)
LA CRISI DELLA CHIESA ALLA FINE DEL MEDIOEVO
La Chiesa alla fine del Medioevo.
La Chiesa è gravata da un lungo periodo di cattività avignonese perché il discredito portato fin dal contrasto tra Filippo IV il Bello e Bonifacio VIII ha condotto all’abbandono della sede romana come capitale di fatto del cattolicesimo.(Il cattolico rimanda alla dimensione dell’universale e in questo c’è l’esplicito mandato di ereditare quello spirito universale che era stato dell’impero romano e che aveva avuto in questa grande città –città eterna- la sua geografia putativa)
La chiesa nel tardo Medioevo, dell’autunno del Medioevo, è una chiesa scismatica, di duri contrasti e lotte intestine. L’origine dello scisma è da ricercare nel trasferimento della sede pontificia da Roma ad Avignone che era stata portata a termine nel 1377 da Gregorio XI (che torna a roma) dopo circa 70 anni di permanenza nella città provenzale.
Alla morte di Papa Gregorio XI la popolazione romana si ribella contro il collegio cardinalizio (i cardinali sono le figure più importanti della chiesa cattolica e rimandano alle chiese cardinali di Roma) con l’obiettivo di scongiurare la possibile elezione di un altro Papa francese che avrebbe potuto disporre il ritorno della sede pontificia di nuovo ad Avignone.
CRISI DELLA CHIESA 1300
Il popolo reclama a gran voce un Papa romano o quanto meno italiano (anche se non possiamo parlare di nazionalità italiana come oggi la intendiamo)
L’8 aprile 1378 i Cardinali intimoriti da queste sommosse si riuniscono in conclave ed eleggono un Papa napoletano, tal Bartolomeo Prignano che assume il nome di Urbano VI che si dimostra subito un uomo amante del potere, presuntuoso ed arrogante.
Questo portò ad un contrasto tra la corte vaticana romana e quella avignonese.
E’ ovvio che siamo di fronte a uno scisma perché l’unità della Chiesa è perduta. Abbiamo un Papa a Roma e uno ad Avignone.
Si creano dietro le due sedi pontificie degli allineamenti politici, quindi lo scisma si carica di una valenza politica nell’Europa del tempo.
I regni di Francia, Aragona e Castiglia, la Borgogna e il Regno di Napoli con i Borboni, la Scozia e il ducato di Savoia si allineano all’obbedienza Avignonese; restano fedeli a Roma soprattutto per in contrasto politico con i paesi dell’obbedienza avignonese: la Danimarca, la Svezia, l’Ungheria, la Norvegia, l’Inghilterra e molti stati italiani.
La Chiesa nel Medioevo: riassunto
CORRUZIONE DELLA CHIESA NEL MEDIOEVO
In questo scisma le curie papali di Roma ed Avignone continuano ad agire con la pretesa di rappresentare, una rispetto all’altra, la legittima sovranità spirituale e politica del
Cattolicesimo, facendo eleggere i successivi Papi in parallelo e continuando così lo scisma che rimase fino al primo ‘400.
Il tentativo di una soluzione si ha nel 1409 (20 anni dopo) quando molti cardinali di entrambe le obbedienza, decidono di trovare un compromesso andandolo a cercare a Pisa dove si riuniscono e dove il Concilio, lì convocato, stabilisce la deposizione dei 2 Papi (Benedetto XIII ,per l’obbedienza romana e Gregorio XII, per l’obbedienza avignonese)
Vengono dichiarati eretici e scismatici (l’eresia è l’accusa peggiore rispetto all’ortodossia confessionale) e a Pisa viene eletto un nuovo papa: Alessandro V